Monaco (Pero'): "Red Bull non è un bluff, ma nessuna illusione"
TorinoGranata, per fare chiarezza sul presunto interesse della Red Bull verso il Torino, ha intervistato il direttore del giornale Però (www.perotorino.it), Giovanni Monaco, il primo che ha parlato dell'ipotesi di un arrivo in granata della società divenuta celebre con la sua bevanda energetica.
La Red Bull interessata al Torino. Siete stati voi trai primi parlarne su Però, poi è uscita la notizia su La Stampa che Nunes stava preparando un dossier sul Torino. Da dove nasce la notizia?
Come spesso accade nel nostro lavoro, gli scoop (grandi o piccoli) nascono da una soffiata, da una frase che sfugge, da una mezza parola. In questo caso, in seguito a una battuta fattami da una persona che sapevo addentro gli affari granata, ho fatto alcune telefonate, ho parlato anche con alcune persone in Comune che poi si sono rivelate a conoscenza di queste trattative sottotraccia e ho dato, sul sito di Però, la notizia come indiscrezione. L'ho fatto con tutte le cautele del caso, parlando di voce insistente, non avendo al momento la prova concreta che i contatti ci fossero davvero: visto che poi per qualche settimana non se n'è più saputo nulla, ho anche ricevuto qualche critica. Eppure in certi ambienti se ne parlava parecchio e si stava preparando il famoso dossier sul Toro da dare a Nunes.
I tifosi del Toro possono sognare o anche questo sarà l’ennesimo bluff?
L'unica cosa che mi sento di dire è che non si tratta affatto di un bluff. L'iniziativa è partita da alcuni tifosi importanti, alcuni dei quali hanno contatti per motivi pubblicitari con RedBull Italia. La "cosa" esiste davvero ed è certo che l'amministratore delegato dell'azienda in Italia si sta spendendo con i vertici di Vienna per far passare l'idea di acquistare il Torino ed avere nella scuderia una terza squadra, forse un po' più ambiziosa delle altre nel calcio che conta, dopo Salisburgo e New York. Il concetto che deve passare è che per RedBull avere un team in Italia, equivarrebbe ad essere proprietari di una squadra di baseball negli Stati Uniti. E che il Toro, sia per questioni onomastiche, sia per la sua storia e soprattutto per il fatto di essere una compagine della Penisola attualmente in crisi ma con un grosso bacino di tifosi, sarebbe un ottimo affare. Quindi da un lato non è un bluff, dall'altro è meglio non farsi troppe illusioni, perché l'ultima parola spetta ai guru del marketing di Vienna e non a Nunes.
Certo che l'immagine del Toro unito alla F1, sport trainante per Red Bull, diventerebbe planetario. Tutto questo non darebbe fastidio a chi ha sempre messo i bastoni tra le ruote perché il Toro non ritornasse grande dopo Pianelli?
Questo è uno dei timori di chi sta conducendo le trattative. Anche per tale motivo ci siamo presi qualche rampogna per aver dato la notizia: si temeva che i soliti "ambienti" torinesi, come avevano fatto nel caso di Pellegrini ad esempio, potessero mettere i bastoni tra le ruote. Tanto, per RedBull, tra comprare il Toro ed avere problemi (pure minimi) o comprare, che so, il Bologna e non averne, sarebbe preferibile la seconda opzione. Mi auguro però che atteggiamenti del genere, se mai sono esistiti e io non ne ho le prove, possano essere tramontati insieme a un certo modo di fare impresa e quindi soldi, in modo assistito e un po' parassitario. Se le strategie economiche di Marchionne sono quelle che declama a destra e a manca, sarebbe poi una bella contraddizione voler impedire a un'azienda, pure sportiva, di farsi la sua strada in autonomia e rispettando le leggi del mercato.
Che idea personale si è fatto di questa storia?
Giornalisticamente è una storia molto bella. Che tra l'altro non può che appassionare i lettori di fede granata, ma pure quelli con il cuore a strisce, che antagonisticamente si interessano eccome alla cosa. Dal punto di vista pratico, si tratta di un'opportunità, che qualcuno si è per così dire "sbattuto" per creare e che oggi più o meno esiste. I tifosi non devono deprimersi se la cosa non andasse immediatamente in porto e a quanto mi risulta, l'ambiente non è affatto toccato da questa trattativa, per ora tutta interna al management RedBull.
Quando si saprà se dalla riunione del 10 ottobre è uscito qualcosa di positivo?
Da quanto mi dicevano gli "addetti ai lavori", saranno loro i primi a dare grande risalto alla presentazione del dossier in quella sede. Poi, per la decisione, dovremo tutti aspettare. Credo che in caso positivo, il primo a saperlo sarebbe un certo Urbano Cairo...".
Però da metà novembre andrà in edicola a Torino e cintura, prima con cadenza quindicinale e poi settimanale.