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Morosini, nella tragedia l'umanità

di Marina Beccuti

Nei momenti peggiori cui la vita ti mette di fronte, scatta qualcosa nell'animo umano, stringersi attorno, sentirsi tutti vicini, per scacciare il dolore e anche la paura. Osservare un collega, un compagno accasciarsi al suolo e veder volare via la sua esistenza in un battito d'ali è qualcosa che ti rende più vulnerabile del solito. A quel punto il risultato, la classifica, la sfida non contano più nulla. Siamo solo esseri umani in balia di un destino che non sai comprendere e nemmeno fermare nella sua decisione finale. E' quello che è successo a Pescara, con i giocatori abruzzesi che si abbracciavano a quelli livornesi, con il pubblico locale che inneggiava allo sfortunato Morosini, pensando che si potesse ancora fare qualcosa per acciuffare la sua giovane vita già rivolta verso l'ignoto.

La squadra di Zeman si è presentata compatta all'ospedale dove il povero Mario era già giunto privo di vita e quando il pullman degli amaranto è andato via è arrivato l'applauso dei pescaresi. L'Abruzzo è una terra generosa quanto sfortunata per il tremendo terremoto, ma proprio queste sofferenze hanno creato un'alchimia di umanità che, anche dentro alla tragedia, ha saputo trasmettere un alito di vita e solidarietà che ti fa capire che non sei solo. Basta guardarsi attorno e trovare tanta gente che a volte non vuole ammettere la propria paura, ma insieme la si può affrontare. Questo ci ha lasciato Mario, un arrivederci ad un mondo migliore.


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