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Novellino: ancora il Toro

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

Due considerazioni.


La prima; mai e poi mai avrei potuto immaginare, dopo circa 12 mesi, una situazione come questa. In altre parole, il WAN giocarsi in B, contro il Toro e all’Olimpico la propria panchina. La seconda, m’immagino quale possa essere lo stato d’animo dei giocatori, all’uscita del tunnel che porta al campo da gioco, quando incontreranno lo sguardo ed il caloroso saluto del loro “vecchio” tecnico. Sia “fedelissimi” che non, vivranno un pomeriggio particolarmente caldo. Novellino, almeno così si pensa, tornerà all’Olimpico con “il dente avvelenato”, sia per il passato più o meno remoto, sia per il presente, che vede la sua Reggina, data tra le favorite per la vittoria finale ad inizio campionato, invischiata nelle zone meno nobili della classifica. Non è un segreto che il presidente Foti, per dare un segnale all’ambiente, almeno così si dice, sia pronto al cambio tecnico, nel caso in cui da Torino non venga fuori un risultato favorevole per gli amaranto, e il pareggio, in questo caso, potrebbe anche non bastare, se non condito da una buona prestazione della squadra.


In casa Toro, Colantuono, al quale lo stesso WAN potrebbe insegnare molto su quanto possano essere mutevoli gli umori di una piazza come Torino, si gode la vittoria ritrovata, dopo un periodo piuttosto travagliato, che ha visto i granata, inutile negarlo, sull’orlo di una crisi. Mi viene solo il brivido a pensare cosa poteva essere Torino-Reggina senza il successo di Ascoli per i granata.
Dal punto di vista tecnico, infortuni a parte, e qui permettetemi un caloroso augurio a Coppola per una pronta guarigione, sembra fondamentale aver recuperato a centrocampo un giocatore come Saumel, capace di fornire quantità, ma questa non mancava al centrocampo granata, e qualità, con in più i tempi giusti per ripartenze ed inserimenti. Insomma, dopo circa otto mesi passati in naftalina, per guai fisici ma non solo, giacché più di una volta hanno pesato le scelte del tecnico “di turno”, l’austriaco sembra essere tornato indispensabile per il centrocampo granata. Per ora la forma è quella che è, lo si è visto nella sua prima uscita stagionale, dopo un ottimo primo tempo, per molti Jurgen era stato il migliore dei granata, nella ripresa è calato fino a “costringere” Colantuono al cambio. Discorso analogo ma non simile potrebbe essere fatto per Loviso. Ad essere sinceri più che la prestazione del giocatore, non ancora il Loviso ammirato a Livorno un anno fa, è piaciuta la compattezza del centrocampo, più sciolto nell’esecuzione di alcuni movimenti offensivi e meno scoperto sulle ripartente dell’avversario. Per quanto riguarda difesa ed attacco le novità sono poche. In attacco, Di Michele e Bianchi restano le prime scelte, c’è piuttosto da valutare la bontà dei rincalzi con in prima linea un Vantaggiato che evidentemente soffre, solo fisicamente s’intende, l’essere usato con il contagocce, più per demeriti propri a dire la verità che non per scelte del tecnico. In difesa invece il rischio, se poi è un rischio, che si arrivi a fine campionato ruotando sempre tutti i giocatori a disposizione, sembra essere una costante. Nessuno può sentirsi titolare inamovibile, sia che si parli di esterni, destro o sinistro non fa differenza, sia che si parli di centrali. Ogbonna, che sembra essere il futuro è ancora acerbo, deve essere disciplinato e fare esperienza, Rubin, Pisano, Rivalta e Colombo si giocheranno il posto in squadra partita dopo partita.


Per chiudere. L’anticipo di venerdì si scrive Torino-Reggina, si potrebbe leggere il Toro contro il suo passato, ma anche Novellino per il suo futuro.