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Petrachi, che senso ha contestarlo?

di Marina Beccuti

Prime contestazioni anche per il ds granata Petrachi. Ma ormai c'è abituato perchè la sua presentazione nel dicembre scorso avvenne con il botto (vero e proprio di altri petardoni scoppiati alla Sisport dove ormai vanno di moda). Si è preso anche del mafioso (pare da un supporter attempato, il sole forte fa brutti scherzi), di essere il braccio destro di Cairo e di fare quello che gli dice il presidente. Ora chi contesta in modo violento, anche verbalmente, un gruppetto che non trova nemmeno il conforto del resto della tifoseria, probabilmente in vita sua non ha mai lavorato, perchè si sa che chi sta alle dipendenze di qualcuno deve seguire le direttive dall'alto. Certamente Petrachi sarebbe ben contento di andare al Barça e mettere sul piatto del Barcellona una cifra spropositata per prendere Messi, ma se ha a disposizione pochi euro deve lavorare con quello che ha a disposizione. Petrachi è al momento il miglior direttore sportivo mai avuto dal Torino di Cairo, ad eccezione di Fabrizio Salvatori, colui che fece il miracolo nella prima stagione post fallimento. Ma quell'anno l'unione di intenti di tutto l'ambiente e l'entusiasmo furono determinanti. Attenzione, perchè se Petrachi fosse libero avrebbe sicuramente molte società ai suoi piedi pronte a portarselo via. Inoltre non va dimenticato che in ventiquattro ore ha dovuto trovare il sostituto di Bernacci, che ha rotto il contratto per problemi esistenziali. In più ha preso Rubinho come portiere titolare, una mossa dell'ultima ora eccellente, perchè un super portiere è importante come un attaccante, senza nulla togliere a Morello e Bassi.

Cairo dal canto suo ha detto che questa è la miglior squadra mai avuta, fa bene a dare fiducia ai suoi in un momento difficile, ma solo il tempo dirà se ha ragione o meno. Tutti sperano sia così, ma adesso c'è bisogno di abbassare i toni da parte di tutti e pensare solo al campo. Per fortuna che la squadra è ben sostenuta, pertanto i giocatori possono stare tranquilli e pensare solo a vincere, che alla fine è quello che conta.

Piccola nota finale a proposito delle mancate spese folli di Cairo, purtroppo il Torino non ha l'Unicredit dietro che permette alla famiglia Sensi di tenersi la Roma e di prendere anche Borriello. Già, per le squadre romane i debiti non ci sono mai. Loro sì che possono spendere e spandere.

 

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