.

Povero Toro

di redazione TG

di Paolo d'Abramo

Se il calcio è uno spettacolo quello offerto nel primo tempo da Atalanta e Torino si potrebbe dire un recital noioso dentro il salone un po’ scrostato del dopolavoro. Campo in pessime condizioni, a centrocampo sabbia ed erba come in riva al fiume.

Il Torino deve costruire gioco con i cambi di fascia - dice Novellino - ma i risultati non sono esaltanti. E pure l’Atalanta - che ha qualche punto in più dei granata - non fa vedere granché, anzi.

 Si riparte con Doni che dura un quarto d’ora ma nel frangente i bergamaschi passano in vantaggio,  cross di Guarente  e arriva prima la testa di Floccari su quella di Dellafiore, 1 a 0, per tutta la settimana si dice che sono da evitare le disattenzioni. Ma anche davanti il Toro non ne prende uno di testa.

Esce Zanetti ed entra Gasbarroni, poi Pisano per Dellafiore e Stellone per Ventola. Il raddoppio di Floccari è il frutto dell’errore della difesa, la punta di Vibo Valentia parte sul filo del fuorigioco, si fa 40 metri di campo e con un paio di finte mette dentro.

Certo, se Bianchi al 4’ avesse gonfiato la rete e non la traversa sarebbe stata un’altra gara ma - chissà perché - al Toro quest’anno non ne va bene (quasi) mai una.

Nel secondo tempo ho visto la prima conclusione dei granata all’82’, un tiro di Gasbarroni finito fuori, il secondo all’86’ su tiro di Abate la parata di Consigli, ma forse prima ero distratto.

Torino sconsolato e  triste ma il bello del calcio è che domenica si rigioca, questa volta contro la Sampdoria, finché c’è gioco c’è speranza anche se la reazione di oggi non aiuta a star tranquilli.