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Programmare basi solide per un futuro che inizia oggi

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Programmazione per restare in serie A è quello che predica e vuole Ventura. Ha ragione. La sua è una tesi condivisibile perché dettata dal buon senso e chi segue il calcio, anche solo distrattamente, sa che è fondamentale per avere una squadra competitiva nella massima divisione creare uno zoccolo duro di giocatori che coniughino esperienza, capacità tecnico-tattiche, giusto carattere e integrità fisica. Essere competitivi in serie A non significa avere l’illusione, dopo tre anni di serie B, di piazzarsi a ridosso di chi gioca in Europa, ma disputare un campionato senza affanni. Questo non è pensare in piccolo, farlo sarebbe l’anticamera del rischio di immediata retrocessione, ma pensare in modo realistico e oculato intraprendendo attraverso la programmazione un percorso lineare, senza fare il passo più lungo della gamba.

Per una neo promossa, qual è il Torino, non scendere mai sotto il quart’ultimo posto a partire dalla settima giornata e puntare a piazzarsi nel girone di ritorno fra l’undicesima-dodicesima e la sedicesima-diciassettesima posizione, quest’ultima con quattro punti di vantaggio su chi retrocede ponendosi quindi al riparo da grandi patemi, vorrebbe dire disputare un campionato senza particolari affanni. Il Torino non sarà per ovvi motivi testa di serie nel sorteggio che stabilirà il calendario, di conseguenza nelle prime giornate incontrerà alcune squadre forti che sono impostate per arrivare nelle prime posizioni in campionato e nelle coppe europee, mentre Ventura è solitamente incline a partire nel migliore dei modi per iniziare da subito ad accumulare punti, quindi non è assurdo pensare che gli avversari avranno un po’ le gambe imballate e i giocatori del Torino benzina da utilizzare. Questo potrebbe portare a disputare gare che inducono a pensare che i granata siano parecchio competitivi sul piano del gioco e dei risultati, poi ci saranno partite con squadre cosiddette medio-piccole, che hanno una preparazione di tutt’altro tipo e potrebbero arrivare anche le prime difficoltà con conseguente delusione e subito affiorerebbero timori della peggior specie. Ecco perché non bisognerà farsi illusioni se capitasse qualche bel risultato clamoroso all’inizio, come non ci si dovrà fasciare la testa se la squadra faticherà con formazioni più alla portata ed è spiegato anche perché si dovrebbe puntare a non scendere mai sotto il quart’ultimo posto a partire dalla settima giornata. Poi il piazzarsi nella parte medio-alta della seconda colonna della classifica dipenderà da molte variabili: se il campionato sarà di un livello più o meno alto, se non accadranno infortuni importanti a  giocatori chiave, se vi saranno e di che entità penalizzazioni di squadre coinvolte nel calcio scommesse – il Torino non rischia nulla perché non è coinvolto in questa bruttissima storia -, eventuali sviste arbitrali e una campagna acquisti più o meno centrata.

La programmazione della prossima stagione e in prospettiva delle successive dovrà portare a scegliere calciatori idonei all’idea di gioco di Ventura che non necessariamente sarà come quest’anno il 4-2-4 o in alternativa il 4-3-3 e sue varianti, ci potrebbero essere modifiche non perché il mister rinneghi il suo credo, ma perché ritiene che in A ci si debba schierare in modo un po’ diverso. Quindi il 4-3-3 non è da scartare, come anche in certe occasioni il 3-5-2 e in altre il 4-4-2. Moduli che contemplano la difesa a quattro o a tre e il centrocampo più o meno folto hanno bisogno di giocatori con caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche ben precise, ma devono anche essere versatili in modo da potersi adeguare senza forzosamente adattarsi a moduli differenti nel corso della stessa partita. Ecco perché la scelta degli interpreti dovrà essere molto accurata, con questo non necessariamente dovranno essere presi giocatori dai nomi altisonanti, ma calciatori utili ed è ovvio che quelli utili non sono i bocciati dalle altre squadre o le scommesse prive di garanzie. Ventura ha firmato il rinnovo del contratto che lo lega alla panchina del Torino per i prossimi due anni, ma non lo ha ancora depositato, anche questa per i tifosi è una garanzia che la programmazione è al primo posto. La società lo sa, condivide l’idea di porre delle basi solide in ottica futura e non potrà che agire di conseguenza.


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