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Sensounico, a suon di Toro

di Marina Beccuti
Fonte: Davide Murru (Sensounico) per TorinoGranata

Sarà perché la settimana passata ha visto la messa in onda del concerto-evento del molleggiato, sarà perché c'è la sosta per la
Nazionale, ma la canzone più famosa di Celentano scritta nel 1968 da Paolo Conte è il brano con cui apriamo il nostro concerto settimanale: Azzurro. Nazionale che ha visto Angelo Ogbonna tornare a casa a curarsi  un problemino fastidioso...Certo dispiace, ma non fino in fondo: almeno non corre il rischio di incappare in infortuni più gravi e sarà fresco e riposato per le battaglie che arriveranno (prima di tutto il Toro!!! non me ne voglia Prandelli).


Proseguiamo con Betty Curtis, canzone del 1961: "Soldi Soldi Soldi": "..chi ha tanti soldi vive come un pascià ...." ....” e a veder il
Toro se ne va” aggiungerei. Poiché è il tema della polemica che si è scatenata in diversi blog della tifoseria granata per i prezzi delle
curve decisi per la partita Torino Cagliari e giudicati da molti troppo onerosi .Prezzi che hanno indotto molte persone a non recarsi
allo stadio. Certamente un argomento che prima o poi Cairo dovrà affrontare per vedere l'Olimpico sold out nei match fondamentali per
la salvezza (obbiettivo da sempre dichiarato e che occorre non dimenticare mai!) e non solo per le partite di cartello.


Concludiamo con un finale dedicato alla partita amichevole di sabato pomeriggio: “Si può dare di più” , brano vincitore del festival di
Sanremo nel 1987 cantata da Umberto Tozzi, Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri. Perché pensiamo che si debba dare di più, anche in amichevole, anche con la squadra non propriamente titolare (a maggior ragione ci si attende qualcosina di più  da quei giocatori che il campo lo vedono meno). E’ vero che sono partite che servono ad amalgamare, che servono a trarre indicazioni e che non contano più di tanto, ma vincere deve diventare un “allenamento” per la crescita dei Ventura’s Boys. Vincere aiuta a vincere si dice.


Bis….bis….bis….ok, concediamo il bis e salutiamo tutti con “Ci vorrebbe un amico” di Antonello Venditti del 1984. Perché sempre riferito all’amichevole di sabato, ci vorrebbe un amico: il Fila! Vedere una squadra di A ma soprattutto vedere quelle maglie correre a Leinì in un campetto di periferia con le telecamere di Sportitalia che riuscivano a garantire solo un paio di inquadrature per limiti logistici e con i tifosi appesi alle reti che delimitavano il campo, mette molta tristezza. Non sarebbe molto meglio, anche a livello di immagine societaria, ospitare gli avversari in un impianto storico e ricco di fascino, con spalti degni di questo nome, dando la possibilità di fruire per chi guarda, di uno spettacolo migliore? Inoltre credo che questo “amico” avrebbe un carisma tale da caricare la squadra solo al calpestio del suo mitico manto erboso! Allora se ci siamo davvero, speriamo di poter contare su un amico in più in breve tempo.


Grazie a tutti e alla prossima!!!


Dave ( Sensounico)


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