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Sensounico, a suon di Toro -4..-3...-2...-1......Auguri!!!

di Marina Beccuti

Saranno le feste o l’aria vacanziera di questi giorni a spiegare il perché il nostro concerto di Natale lo apriamo con un pezzo Latino americano: “ La  camisa negra” di Juanes del 2004.


La tipica ritmica latina accompagna le parole “… tengo la camisa negra porque negra tengo el alma…”. Partiamo da questa frase per analizzare l’assoluto accanimento da parte dell’arbitro nei confronti  di Glik durante tutto l’incontro. Che Glik non sia uno stinco di santo possiamo affermarlo senza che nessuno si senta offeso, ma che si prenda un ammonizione per un fallo di reazione dell’avversario ci sembra un po’ troppo. L’arbitro lo ha puntato fin dall’inizio, prima ammonendolo verbalmente poi anche col cartellino. Ora, nonostante la partita sia finita con la vittoria del Toro e Glik non fosse in diffida, sentiamo il dovere comunque di sottolineare questo accanimento nei confronti di un “nome” o meglio una “nomea”. L’”alma” ovvero l’anima degli arbitri in questo caso è tutto fuorchè bianca.


Passiamo ( sempre per via dell’aria vacanziera) ad una canzone da veglione “Sansilvestrico”: “La coppia più bella del mondo” Di Celentano e Claudia Mori del 1967. Forse non sarà la più bella del mondo, ma sicuramente è la più bella del Toro: finalmente Bianchi e Sansone dal primo minuto. Sansone pone il sigillo con un angolo calciato come Dio comanda, teso e preciso per il primo gol; poi dialoghi con il capitano che mette grinta e fisico e che trova, dopo aver oliato un po’ i movimenti, i piedi tecnicamente dotati e morbidi del buon Gianluca, che sfiora il gol in un paio di occasioni e ripiega in difesa a dare una mano. Finalmente non si sono visti più i soliti “stop ad inseguire”, i fantomatici “colpi di tacco per nessuno” o i tiri strampalati tanto per farsi citare nelle cronache, dei vari compagni di reparto di un Bianchi a tutto campo. A dimostrazione ( se mai ce ne fosse stato il bisogno) che Sansone può stare in serie A e soprattutto in questo Toro.


Citazione musicale anche per Sgrigna: “Non gioco più” del 1974 di Mina. A parte il balletto della sostituzione che sembrava dover arrivare e che è poi stata rimandata di una decina di minuti, non è piaciuto l’atteggiamento del giocatore a Ventura né tantomeno agli spettatori che, al momento di andare sotto la curva a salutare i propri tifosi, ha preferito prendere la via dello  spogliatoio. Un solo appunto: per avere un atteggiamento del genere e soprattutto portare quel numero sulle spalle, al Toro bisogna avere tutt’altro spessore tecnico e caratteriale…rifletta.


Per finire, gran pezzone degli anni ottanta: “The final countdown” (Europe).


Sempre in tema con le feste ed il sopracitato veglione in cui il classicissimo conto alla rovescia scandisce gli ultimi secondi dell’anno vecchio, un altro countdown è iniziato: pochi giorni ci separano dall’amato-odiato mercato di riparazione, con nomi e ipotesi affascinanti o terribili che giornalmente bombardano il nostro cuore e il nostro fegato. Allora, sperando di non dover improvvisare un medley con “ No tengo dinero” dei Righeira, speriamo che Cairo e Petrachi riescano a rafforzare un po’ la squadra con giocatori davvero utili, confermando ciò che di buono esiste ed abbandonando quei “rinforzi” di cui fino ad oggi non si è capita l’utilità. Detto questo auguriamo a tutti un ottimo Natale accompagnato da una dolce melodia : “Bianchi Natale”…scusate la licenza poetica!


Dave dei Sensounico


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