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Signore e signori il Toro è tornato

di Elena Rossin

La vittoria del Torino sulla Reggina è un grandissimo segnale. Grandissimo perché la vittoria è arrivata contro una formazione di qualità e in gran salute che veniva da quattro vittorie consecutive. Grandissimo perché qualche ora prima il Pescara, il Sassuolo e il Padova avevano vinto e il Torino portando a casa i tre punti mantiene invariato il primato in solitario, confermando le quattro lunghezze di vantaggio sulla seconda. Grandissimo perché è stata battuta anche la sfortuna che sta accanendosi nel togliere i giocatori a Ventura, ma lui da esperto e intelligente allenatore non si fa scoraggiare e manda in campo i suoi cambiando modulo, 4-3-3,  e riportando, dopo l’uscita di Stevanovic, alle origini D’Ambrosio a fare l’esterno alto e il giocatore sigla il gol partita.

 

Fin dall’inizio della partita il Torino ha imposto il proprio gioco, mentre la Reggina sornionamente non pressa e aspetta l’occasione giusta per ripartire in contropiede. La squadra di Ventura però non cade nel tranello e mantiene il possesso palla che alla fine del primo tempo è abissale: quasi ventun minuti per il Torino a fronte dei quasi undici della Reggina, e i Ventura boys sono bravi nell’impedire le ripartenze dei calabresi, mantenendo la superiorità territoriale e del gioco e andando sempre a pressare i portatori di palla calabresi. Nella prima frazione di gara praticamente non ci sono vere occasioni da rete per nessuna delle due formazioni in campo, qualche tiro in più da parte dei padroni di casa, ma senza mai impensierire veramente Coppola, sempre sicuro negli interventi e padrone della sua area. La sensazione è che se il Torino provasse ad accelerare un po’ la manovra potrebbe rendersi più pericoloso, ma continuando a far girare la palla attua la sua migliore arma: sfiancare l’avversario, però la Reggina non si fa del tutto sorprendere da questa tattica e mantiene basso il ritmo dell’incontro e posiziona quasi tutti i suoi uomini dietro la linea della palla. Sul finire del primo tempo i padroni di casa provano ad alzare un po’ il baricentro e attaccano sfruttando qualche errore nei passaggi del Torino, ma non riescono a trovare la strada per il gol.

 

Nella ripresa il ritmo è più elevato e al cinquantaduesimo arriva per la Reggina l’occasione più nitida per segnare: Ceravolo vince un contrasto e seppur si trovi un po’ decentrato è solo davanti a Coppola e tira, ma il portiere con i piedi respinge. Il baricentro del gioco dei calabresi è molto più avanzato rispetto al primo tempo e poco alla volta entrambe le squadre diventano più lunghe e di conseguenza gli spazi per manovrare aumentano. Al cinquantanovesimo l’occasione per andare in vantaggio capita sui piedi di Antenucci che riceve un tiro sporco da Vives, l’attaccante si gira e tira con Kovacsik ormai battuto, ma la palla finisce di poco oltre il palo. Iniziano le sostituzioni per la Reggina entra l’esperto Bonazzoli per Ceravolo e nel Torino Darmian rileva Stevanovic, apparso decisamente sottotono rispetto alle precedenti partite, con D’Ambrosio, convincente nel ruolo di terzino, che passa a fare l’esterno prendendo il posto del serbo. Poco dopo fa il suo esordio stagionale con la maglia del Toro anche De Feudis, che entra in campo al posto di Vives colto da crampi; mentre per i padroni di casa entra Colombo per D’Alessandro. Da segnalare che al settantacinquesimo viene ammonito Iori, che salterà la gara con il Sassuolo, il giocatore potrà così riposare e sarà interessante vedere come reagirà la squadra senza colui che finora ha illuminato il gioco sia in fase difensiva sia in quella offensiva. Altra occasione per il Torino al settantanovesimo con Ogbonna che da posizione centrale fa partire un tiro potente che però Kovacsik para. Breda prova il tutto per tutto e manda in campo Barillà per Viola, nella speranza di aumentare il potenziale offensivo dei suoi, e subito Ventura risponde con Bianchi per Ebagua. Il capitano granata è accolto dai fischi dal suo ex pubblico, segno questo non tanto di poco affetto nei suoi confronti, ma di timore per la sue capacità balistiche. E in effetti Bianchi subito prova il tiro da distanza siderale perché vede al limite dell’area piccola Kovacsik, ma la sventola finisce poco sopra la traversa. All’ottantaquattresimo il gol partita: Bianchi apre per Zavagno che crossa per D’Ambrosio che stacca e infila la palla sotto l’incrocio. Il D’Ambrosio visto al Granillo è identico al giocatore che appena arrivato al Toro, nel gennaio 2010, aveva impressionato per le sue qualità. Il Torino forte del vantaggio negli ultimi minuti controlla il gioco e impedisce alla Reggina di provare a pareggiare. Il Torino a Reggio Calabria ha giocato con la mentalità da capolista.