Sogno di una notte di play-off
Sabrina Gonzatto
Alle 20,40 suoniamo al cancello e veniamo accolti dalla affettuosa simpatia di Giorgio e Anna che ci hanno invitato a casa loro per assistere alla partita Sassuolo e Torino. Seduti comodamente nel confortevole salotto, prima dell’inizio del match, c’è ancora tempo per chiacchierare del più e del meno. La tensione, nonostante gli sforzi di tutti, aleggia nell’aria. La visione in HD dello stadio modenese ci fa un po’ trasalire, l’erba è così verde che sembra di stare lì, in mezzo ai tifosi accaldati, accanto a Cairo corrucciato, in tribuna stampa con i colleghi in trasferta o meglio ancora direttamente in campo a sostenere anche fisicamente i granata. Il display indica che a Modena ci sono 23 gradi ma i ragazzi già al fischio d’inizio sembrano reduci da una sauna. Ci chiediamo se il termometro funzioni. Da squisita padrona di casa, Anna ci propone un aperitivo e se ne va in cucina. Non appena la sentiamo armeggiare bottiglia e bicchieri, al terzo minuto del primo tempo davanti ai nostri occhi esterrefatti, su passaggio di Bianchi, Scaglia mette in rete. Ed è gol. Esultiamo mentre Anna elegantemente ci raggiunge sorreggendo un grande vassoio con sopra ogni ben di Dio. Un brindisi è quello che ci vuole. Anche se la tensione invece di attenuarsi aumenta facciamo onore all’insalata russa e agli zucchini (non zucchine) in carpione. Ma Giorgio non mangia. No, inutili gli sforzi di Anna. Ed io “Anna, si sa, quando si gioca non si deve mangiare”. Ormai stiamo perdendo la testa. Invece di essere a Pino Torinese noi siamo al Braglia. Quando al 24° Martinetti segna, sì proprio quello che ha segnato il 2 giugno all’Olimpico, Giorgio, visibilmente arrabbiato, suggerisce ad Anna di tornare in cucina. No, non pensate male, lui non è il tipo da “Wilma dammi la clava” ma il Toro evidentemente fa anche questo! Finalmente arriva l’intervallo. Il vino bianco è già al secondo giro, non per Giorgio, lui non beve, no, neanche l’acqua. Niente alcol per chi gioca a calcio! “Vi preparo due spaghetti? propone allegramente Anna – c’è qualcosa che non gradite? aggiunge dopo che le ho detto che non amo il carpione. Nonostante tutto, mi dico, è solo una partita di calcio, non possiamo non onorare la cucina della nostra amica. Di sottecchi guardo Giorgio e, un po’ preoccupata per le sue reazioni ma soprattutto per l’insistenza con cui, per la seconda volta, invita la moglie a tornare in cucina, cinguetto un “ fai tu Anna, va tutto bene” e così fa eco Giulio che, stranamente, forse per compensare Giorgio, mi appare soave come un monaco buddista. Ho le visioni. Sì. Ma non è finita. Mentre Anna sta accendendo il gas sotto alla pentola colma d’acqua, al sesto del secondo tempo, su uno straordinario tiro di Scaglia, Bianchi replica. Ed è 2 a 1. Dentro di me, dopo aver esultato insieme ai miei compagni di viaggio e a tutti quei tifosi a Modena, come Luca il marito di Elena o a quelli sparsi nei posti più impensati del globo, come Danilo bloccato in coda di ritorno dal Mugello, penso che forse Anna deve davvero stare in cucina. Da quel momento la nostra amica non esce più, continua la sua opera culinaria mentre si informa sulla partita. A dieci minuti dalla fine, Giorgio ci prega di scusarlo ma non ce la fa proprio a rimanere seduto ed esce in giardino. Giardino o campo di calcio? Rimaniamo soli. Giulio centellina il suo Sauvignon e appare calmissimo. Ma dov’è quella furia che con le sue imprecazioni fa trasalire tutti in sala stampa? Quei 5 minuti dopo il novantesimo, a me sembrano interminabili. “Quanto manca? Così mi regolo per buttare la pasta – chiede Anna. Meccanicamente rispondo: “ sette minuti” sperando che Giorgio non l’abbia sentita. Scade il quinto. “ma cosa fa l’arbitro? Perché non pone fine a questo calvario? sussurro, ormai in preda allo sconforto, e ancora – fischia, ti prego, fischia…e Giulio “non c’è più da preoccuparsi, è tutto finito! Sì, finalmente realizzo che è tutto finito. Giorgio ed Anna ritornano in scena e Giulio, che da quella poltrona non si è mai schiodato, improvvisamente rimette i panni del Giulio che conosco. Ora pensa al Brescia. E alla cena di Anna. La vittoria, così come il profumo che giunge dalla cucina, magicamente riappacifica tutto. Pino Torinese, paese delle stelle, leggo mentre torniamo in città e penso: come la stella del Toro e…di Anna.