Superato anche lo scoglio Nocerina
Ventura prima della gara era consapevole che con la Nocerina non sarebbe stata una partita facile e il campo gli ha dato ragione. Il mister dai suoi giocatori voleva risposte in merito alla crescita, che attraverso il costante lavoro in settimana deve esserci, e le ha avute, sicuramente non al cento per cento in quanto il Torino ha sofferto i campani, ma non si è fatto piegare e si è aggrappato al doppio vantaggio respingendo gli assalti sfruttando anche un po’ di fortuna, che non guasta mai. La Nocerina non è andata oltre l’accorciare le distanze non perché abbia avuto timori reverenziali o sia scesa in campo poco organizzata o con scarsa aggressività, anzi. La differenza fra le due squadre è dipesa dal fatto che il Torino ha giocatori di maggiore qualità.
In un momento di emergenza sulle fasce, come sta vivendo il Torino, Ventura ha mandato in campo, senza snaturare il gioco che da inizio del ritiro sta insegnando, una formazione schierata con un 4-3-3 e non con il consueto 4-2-4, infatti Vives, che in qualche occasione si è proiettato in avanti, è andato a rinforzare il centrocampo, posizionandosi sulla fascia destra con alle spalle Zavagno. Mentre Stevanovic è andato a presidiare la fascia mancina, sostituito poi nel finale da Surraco che per la prima volta ha potuto dare il suo contributo, alternando, come era naturale, giocate che fanno capire il suo valore a errori inevitabili per chi, oltre ad essere arrivato da poco, è stato anche costretto dalla malattia, la varicella, a non allenarsi da subito con i compagni e si è ritrovato catapultato in campo in un momento di emergenza contro una squadra tosta e vogliosa di pareggiare. Anche per Suciu c’è stato il battesimo del campo - finora era sempre andato in tribuna tranne che per uno spezzone in Coppa Italia nella prima partita con il Lumezzane – quando facendosi trovare pronto e svolgendo diligentemente il compito assegnatogli ha rilevato Iori. Quest’ultimo diventato con Basha il perno del gioco, e tanto, non solo in questa partita, ma anche nelle precedenti aveva dato sia per impostare la manovra smistando palloni sia per orchestrare l’argine davanti alla difesa. Unico giocatore che subentrando ha convinto meno è stato Bianchi, che non ha dato l’impressione di riuscire ad entrare in partita.
Nota positiva per il Torino è che anche Antenucci ed Ebagua sono andati in gol, erano gli unici due attaccanti che mancavano all’appello poiché il primo aveva segnato solo in Coppa Italia. Anche lo spirito di sacrificio e la voglia di portare a casa i tre punti è sicuramente motivo di soddisfazione, come l’aver segnato per la prima volta nel primo tempo e poi aver raddoppiato nel secondo, chiaro intento di voler chiudere la partita. Ventura dovrà ancora lavorare molto per evitare che i suoi ragazzi cadano in affanno quando l’avversario pressa in modo organizzato e la Nocerina, per onore di verità, ha da recriminare per due episodi, soprattutto il primo, a lei sfavorevoli che l’arbitro non ha rilevato: al quarto Glik in area cintura Pomante e al quarantunesimo quando Castaldo colpisce la traversa e la palla rimbalza sul guanto di Coppola forse varcando, ma solo analizzando con grande attenzione le immagini si capirà se totalmente o solo in parte, la linea di porta. Se si vuole essere pignoli, nel primo tempo Ogbonna non sempre è stato impeccabile; da un giocatore come lui si pretende il massimo, è indubbio che sia uno dei pochi a non aver mai rifiatato, ma chi ha le sue doti e un futuro di livello deve imparare che per essere un campione si deve anche essere capaci di giocare tutte le partite: campionato, coppe internazionali e Nazionale, come facevano i vari Baresi, Costacurta, Maldini, tanto per fare dei nomi a caso. Ha invece fatto bene nella ripresa, soprattutto durante l’ultima parte della gara quando la Nocerina ha provato a pareggiare, dopo aver accorciato le distanze con il rigore causato da un controllo e un rinvio maldestro di Darmian, che è dovuto ricorrere al fallo in area per impedire a Catania di avventarsi sul pallone e spedirlo in rete, cosa che poi ha fatto dagli undici metri. Godersi il primato in classifica, anche se da coinquilini con bresciani e padovani, fa un gran bene allo spirito e all’autostima, anche perché venerdì ci sarà l’anticipo con la Sampdoria a Genova e arrivarci con due punti di vantaggio sui blucerchiati è il miglior approccio alla partita.