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Tifosi granata ancora una volta sbeffeggiati

di Elena Rossin

La precedente amministrazione comunale di Torino si è venduta, poco prima delle fine del suo mandato, i diritti sul nome dello stadio Olimpico per far cassa, così i tifosi del Toro che speravano di poter chiamare lo stadio nel quale la loro squadra gioca o Grande Torino o con qualche altro nome, che ne evocasse l’appartenenza al mondo del Toro, sono stati sbeffeggiati. Il comune di Torino con il bando numero 86 del 2010, che scadeva il 16 dicembre alle ore 10 dello stesso anno, e pubblicato nell’albo pretorio (nell'Albo Pretorio sono pubblicate le deliberazioni, le ordinanze, i manifesti e gli atti che devono essere portati a conoscenza del pubblico per disposizione di legge o di regolamento, ndr) dal 26 novembre al 16 dicembre 2010, venti giorni in tutto, ricercava “sponsor che volessero veicolare la loro immagine, oltre che la loro mission, in connessione con lo svolgimento, in particolare, dei progetti di competenza del Settore Sport e del Settore Tempo Libero” (come si può leggere sul sito del Comune di Torino http://www.comune.torino.it/sportetempolibero/bandiavvisi/bando86_2010.shtml) per alcuni impianti di proprietà del Comune e fra questi impianti anche lo stadio Olimpico.

 

Sotto silenzio - in quanto ben pochi, per non dire quasi nessun cittadino, tutti i giorni vanno a controllare cosa viene pubblicato nell’Albo Pretorio, ma evidentemente non per le aziende che sono interessate a questo tipo di operazioni - l’amministrazione comunale ha messo in vendita, fra le altre cose, anche il nome dello stadio. Che il comune abbia fatto un atto da un punto di vista giuridico perfettamente legale è fuor di dubbio. Ora bisognerebbe sapere se prima di indire il bando l’amministrazione comunale, anche solo per cortesia, abbia contattato il Torino Fc per chiedere se era interessato ad aggiudicarsi la possibilità di veicolare la propria immagine e la propria mission, comprando i diritti su alcuni impianti fra cui lo stadio che affitta per poter giocare. Certo è che se anche questa cortesia fosse stata fatta, visto che il bando non riguardava solo lo stadio Olimpico ma anche il Palasport, lo Stadio Nebiolo, lo Stadio del Ghiaccio, il Palazzetto Le Cupole, la Piscina Stadio “Monumentale”, il Palazzo del Nuoto e l’Area Concerti Zona Continassa, c’è da chiedersi perché mai il Torino Fc avrebbe dovuto spendere dei soldi per impianti che non gli interessavano, salvo facendo operazioni di marketing che potevano anche rientrare nelle attività svolte dalla Cairo Communication, ma che non è assolutamente detto che fossero di interesse per l’azienda del proprietario del Torino. Magari se il Torino Fc fosse stato preventivamente informato delle intenzioni del Comune avrebbe potuto cercare di ottenere che lo Stadio Olimpico non fosse inserito nel bando e aggiudicarsi i diritti di sponsorizzazione. Per la cronaca si è aggiudicata il bando l’agenzia Resert Group che si occupa di marketing e comunicazione, il cui presidente è Davide Lippi, figlio di Marcello ex Ct azzurro e ex allenatore bianconero, e fra i fondatori ci sono Carlo Diana, ex manager della Juventus, e Claudio Chiellini, fratello gemello di Giorgio, attuale difensore bianconero. Rimane un’unica speranza per i tifosi del Toro: confidare nel buon cuore dello sponsor che voglia dare allo stadio un’impronta granata, sarebbe un gran bel gesto sicuramente molto apprezzato e garantirebbe un cospicuo ritorno d’immagine che tradotto vuol dire soldini tintinnati.

 

Tanti se e tanti dubbi, che il tempo sicuramente svelerà. Ma una cosa è certa chi è stato, per l’ennesima volta, sbeffeggiato sono i tifosi granata che sempre dall’amministrazione comunale, come già in passato, avevano subito gravi torti: prima con la distruzione del Filadelfia; poi con la decisione di utilizzare il Comunale e non il Delle Alpi (come era stato indicato nel progetto iniziale per aggiudicarsi l’organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali) per le cerimonie inaugurali e di chiusura dei Giochi Olimpici invernali 2006 che ha causato indirettamente il fallimento del Torino di Cimminelli; in seguito con l’accordo fra il Comune e la Juventus per dare il Delle Alpi ai bianconeri; infine con questo bando che toglie la possibilità di poter dare a quella che dovrebbe essere la loro casa, seppur in affitto, il nome che più gradiscono. Lasciando perdere le considerazioni che i tifosi del Toro residenti a Torino sono anche i cittadini che vanno a votare alle consultazioni amministrative che eleggono i consiglieri comunali e il sindaco e sono anche gli stessi che votano per elezioni Provinciali e Regionali e nazionali dove si candidano politici che magari sono stati nelle giunte o nei consigli o hanno fatto il sindaco quando si sono prese le decisioni che li hanno penalizzati, c’è da chiedersi come andrà a finire la ricostruzione dello stadio Filadelfia. Pare che i soldi del bando di sponsorizzazione vengano anche reinvestiti per iniziare la ricostruzione del Fila, ma allora sorge spontanea una domanda: i soldi che il comune di Torino aveva messo a  bilancio  per la ricostruzione dello stadio del Grande Torino non dovevano proprio servire a questo? Altra domandina non marginale: se in passato le decisioni dell’amministrazione pubblica cittadina hanno sempre danneggiato il Torino quelle che verranno prese in futuro di che tipo saranno? Se il buon giorno si vede dal mattino …… vigilare ed essere pronti ad agire con forme di protesta solo civili e legali per non essere sempre cornuti e mazziati come tifosi e come cittadini.


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