Torino, andare molto cauti su scommessopoli
“Il Toro vuole ottanta” questa frase tiene in fibrillazione tutto il mondo granata. Non mettere mai la mano sul fuoco sull’onestà di chicchessia è sicuramente un atteggiamento prudente, ma allo stesso tempo non bisogna additare mettendo alla gogna chi è tirato in ballo in intercettazioni disposte dalla magistratura. Che non si debba sposare l’atteggiamento, spesso frutto solo di ipocrita comodità, di chi, di fronte alle notizie sulle indagini, afferma che bisogna essere sempre attenti a non accusare fino a quando non ci sono le condanne definitive è però altrettanto giusto, perché si può benissimo prendere una posizione senza condannare prematuramente e ingiustamente. Ma il mondo granata prima di preoccuparsi e cadere in uno sconforto ancora più grande rispetto, a quello di essere al terzo anno consecutivo in B, deve ben soppesare le intercettazioni che al momento sono conosciute. Analizzandole si capisce, senza ombra di dubbio, che non sono per nulla chiare e che, se non verrà aggiunto altro, nulla si ha da temere.
Il 15 febbraio scorso Parlato, ex calciatore e collaboratore tecnico del Viareggio, parlando al telefono con Marco Pirani, l’odontoiatra di Ancona, dice: “Ma noi a Torino siamo completamente scoperti o c’abbiamo modo di arrivare … a livello di società?” Risponde Pirani: “Non proprio, non siamo scoperti”. La risposta indica chiaramente che non vi sono delle certezze, verosimilmente stando a queste pochissime parole si può ipotizzare che è in atto il tentativo di agganciare qualcuno per vedere se è possibile “aggiustare” il risultato di una partita. Ma bisogna ben tenere presente che vedere di trovare dei complici non vuol dire che poi questi complici vengano assoldati. La conversazione fra i due prosegue: “Loro – afferma Parlato - sono in grosse difficoltà, se i nostri referenti di Livorno …. magari vogliono ancora ricominciare a fare …. So per certo che il loro capo è uno che investe”. Che il Torino in quel periodo non fosse in una buona posizione in classifica, s’intende che era fuori dalla zona playoff, è vero, ma con questo non significa che se una società è al di sotto dell’obiettivo minimo stagionale per forza cerchi di comprarsi le partite. In più va ben evidenziato che vengono pronunciate le parole “magari vogliono”, appunto magari, ma non è detto che vogliano. Certo i più apprensivi diranno c’è anche la parola “ricominciare”, però queste frasi si riferiscono ai referenti di Livorno, mica al Torino Fc. Continua ancora la conversazione intercettata: “Vogliono muoversi, perché hanno bisogno e stanno fuori dai playoff …. Noi siamo agganciati bene con un determinato numero di persone solo che il canale ….”. Altra frase vaga “Vogliono”, ma chi? Non è dato saperlo, non è fatto alcun nome o anche solo riferimento riconducibile a qualche persona che possa essere chiaramente, o almeno abbastanza, bene individuata. E poi di nuovo “un determinato numero di persone”, ma chi saranno mai queste persone? E di quante persone si tratterebbe? Siamo sempre nel vago. Va ricordato che in questa inchiesta ci sono anche tante frasi dette millantando, non scordiamolo mai. Alla precedente frase detta da Parlato, Pironi risponde: “Il canale ce l’ho”, quale sia questo canale però è una delle tante cose che non è dato sapere. E poi uno può avere tutti i canali che vuole, ma bisogna vedere se questi canali sono disposti ad agire secondo quanto richiesto. Due giorni dopo, quindi il 17 febbraio, Parlato manda un sms a Pirani e gli investigatori scrivono che in questo messaggino c’è “l’indicazione della cifra richiesta dal Torino, per manipolare la partita Torino-Pescara che si svolgerà il 20 febbraio, ammonta a 80”. Per chi non lo ricordasse la gara fu vinta dai granata 3 a 1: al dodicesimo andarono in vantaggio gli ospiti con Diamoutene, pareggiò al trentaquattresimo De Vezze, al quarantanovesimo segnò Antenucci e al settantaseiesimo Bianchi. Dopo questo sms vi è ancora una telefonata fra Pirani e Parlato: “Se la giocano” dice il primo, “Bene” risponde il secondo. Ovvero sembra che non ci sia stata nessuna compra-vendita della partita. Quindi aria fritta. E poi, se anche il Torino avesse voluto comprarsi la partita per risalire in classifica, perché non c’è traccia nelle intercettazioni di un tentativo di corrompere i giocatori e la società del Pescara, che avrebbero dovuto perdere per garantire la vittoria ai granata? Che poi effettivamente il Torino abbia vinto non significa che abbia comprato la partita, anche se quest’anno il Toro ha giocato spesso male non vuol dire che qualche volta non sia stato capace di giocare decentemente e vincere meritatamente senza bisogno di “aiutini”.
In un’altra conversazione avvenuta prima, esattamente il 26 gennaio, fra Parlato e Massimo Erodiani, il titolare di alcune agenzie di scommesse in Abruzzo, i due parlano di giocatori che cambiano squadra durante il mercato invernale. “Il mio uomo – dice Parlato – il mio uomo …. Uomo, uomo fraterno oggi ha firmato con ….” ed Erodiani: “L’ho letto!.....Portogruaro!...” continua Parlato: “Il discorso nostro di ieri e c’era il discorso che il mio uomo che è andato lì a Porto (Portogruaro) il numero uno” ancora Erodiani: “Ah quello mi stavi dicendo?” prosegue Parlato: “Eh è andato lì è andato settimana prossima c’hanno dentro il Livo (Livorno)” risponde Erodiani: “Sì, sì, sì” e conclude Parlato: “E tra tre settimane hanno dentro il Toro (Torino)”. Tre settimane dopo ci sarebbe stata la famosa partita Torino-Pescara, peccato che sembrerebbe proprio che per quella gara di combine non se ne siano fatte, ma allora di cosa si sta parlando? Probabilmente del nulla, tutt’al più, ed è tutto da dimostrare, di un tentativo non andato a buon fine.
Se queste sono tutte le intercettazioni che riguardano i Torino Fc allora ha ragione Cairo quando liquida tutta la faccenda con: “Non esiste al mondo. Il Toro è pulito”. Come anche riportato oggi in un articolo di Tuttosport, a firma Alberto Pastorella, il presidente del Torino commenta cautamente queste notizie e pensa all’opportunità di tutelare legalmente la società. “Ho letto l’agenzia, sì. Mah, la cosa mi pare piuttosto vaga, non fa nomi, non ci sono chiari riferimenti”. E poi sottolinea di non aver mai avuto nessun sospetto che nella sua società qualcuno potesse aver commesso atti di questo genere. “Assolutamente e nella maniera più categorica non ho avuto mai nessun sospetto. Adesso vediamo se affidare tutto a un avvocato, devo riflettere. Però allo stato delle cose non circostanziate, non so neanche se sia il caso di reagire. E’ totalmente assurda questa storia, inesistente, inventata. Non voglio giurare sui miei figli, ma lo potrei anche fare”. Appunto siamo tutti prudenti, non giuriamo sull’onestà altrui, ma non accusiamo nessuno, visto che al momento siamo a conoscenza solo di vaghe parole.