Torino, c'è (ancora) qualcosa che non va
Il Torino perde e delude, senza appello. Un Toro inverosimilmente brutto soccombe meritatamente contro un Napoli che ha fatto il minimo indispensabile per portare a casa la posta piena, concendendo anche un bellissimo gol a Quagliarella, rischiando davvero poco durante la gara.
Se la sconfitta fa parte del gioco del Football, è altrettanto vero che sarebbe stato lecito aspettarsi non solo una reazione, ma anche una prestazione del tutto diversa da parte dei ragazzi di Ventura, che sono sembrati spesso e volentieri fuori dal gioco.
Ventura sceglie di schierare il "solito" 3-5-2, proponendo il tandem Larrondo-Quagliarella e decidendo di utilizzare El Kaddouri come unico punto di connessione tra centrocampo e attacco. La scelta, di per sé, è affidabile; peccato che l'efficacia dipenda strettamente dagli interpreti che recitano sul palcoscenico tattico.
La partita comincia bene grazie all'illusivo gol di Quagliarella, che illude non tanto dal punto di vista del risultato, ma quanto a quello della "manovra": il gol è di fatto un invenzione di Maksimovic che, spintosi all'altezza del centrocampo, vede il numero 27 lasciato solo dalla difesa partenopea e lo lancia verso la porta con precisione. In poche parole, c'è davvero poca "strategia" dietro il gol granata, frutto più dell'intuizione singola che della mentalità di gruppo.
Dopodiché, un blackout lungo 75 minuti. La squadra di Ventura applica la sua solita tattica attendista, offrendo il fianco alle offensive "azzurre" e puntando più alla copertura forsennata che al controllo propositivo del risultato. Dopo qualche occasione sventata un po' da Gillet e un po' dai pali, arriva il gol del Napoli con Insigne. Le colpe di questo gol sono di Glik, che preferisce chiudere su Michu, perdendosi completamente l'ex Foggia. Poco dopo Callejon, lanciato benissimo a rete, insacca con un colpo da biliardo, anche a causa della marcatura inefficace di Molinaro.
Come già detto, di gioco, di "squadra", in questa partita "granata", c'è davvero poco. Le geometrie non possono e non devono essere rappresentate dai soliti passaggi "rugbystici" tra i 5 del reparto arretrato (Gillet, la difesa e Vives), tra l'altro ampiamente "leggibili" da qualsiasi avversario: il pressing napoletano ieri lo ha ampiamente dimostrato. Discorso simile anche per la fase di creazione, dove El Kaddouri continua a giocare ad intermittenza, alternando prestazioni sontuose ad altre dove non rivolge mai attenzione ai movimenti dei compagni, giocando sguardo a terra. Da rivedere anche Bruno Peres, che dopo due prestazioni ad altissimo livello pare essere già a corto di benzina. Poco da dire invece su Larrondo, che soffre la massima serie come pochi altri.
Tirando le somme, i problemi granata sono svariati e si riconducono tutti non solo alla sostanziosa mancanza di efficacia tecnico-tattica, ma anche ai più concreti risultati. In campionato, il Toro ha vinto una partita su 6, pareggiandone due e perdendone 3. La media di 5 punti in 6 partite è un dato di fatto da cui è impossibile discernere lati positivi. Tuttavia, ora arriva la pausa delle nazionali, un'occasione di riflessione da non mancare assolutamente.