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Torino, cominciano ad esserci dei punti fermi

di Marina Beccuti

La principale colpa che è stata finora imputata a Cairo è quella del mancato progetto, ma qualcosa adesso si sta intravedendo. Non bisogna mai dimenticare che solo cinque anni fa il Torino era rinato dalle ceneri del fallimento, dove aveva perso tutto, tranne la sua storia. Ripartire da zero è assai difficile soprattutto quando non si hanno mai avuto aiuti di "potere" come invece possono vantare altre squadre (vedere alla voce Roma, ndr).

Ora si cominciano ad avere dei punti fermi, uno su tutti Bianchi, il bomber che ha sposato la causa granata e va ringraziato per questo. Finalmente non si è trovato solo il giocatore giusto, ma anche la persona corretta e passionale del quale il Torino aveva bisogno, con un bel carisma dentro e fuori dal campo. Prima c'era Rosina che però non ha avuto la costanza di Bianchi per imporsi, perchè ancora troppo giovane e irascibile alle critiche.

Quest'anno pare sia anche arrivato il tecnico giusto, Lerda spirito d'acciaio, come l'ha definito Vatta, uno che di calcio se ne intende e magari una sua consulenza una tantum non sarebbe sgradita. Il suo modulo pare essere un po' complicato ma viene fuori alla distanza. E quando viene applicato bene può far divertire molto di più rispetto al più solido ma tradizionale 4-4-2. Tutto sommato osare nel calcio si può e si deve, vedere alla voce i successi di Sacchi, anche se aveva dei giocatori spaziali.

Dei nuovi piace la passione che ci sta mettendo il portiere Rubinho, è qui da un mese e ha già sposato la causa, lui che è un brasiliano atipico, non ama il caos e l'esuberanza, ma sa stare con i piedi per terra. Senza contare che giocatori come Sgrigna e Iunco sembrano essere gli interpreti ideali del modulo di Lerda, un aiuto in più per accompagnare Bianchi verso il gol.


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