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Torino, la furia iniziale non basta. E sul mercato...

di Marina Beccuti

Stesso approccio come nel derby, così è stata la partita del Toro contro il Milan al Meazza, match valido per gli ottavi di finale della Tim Cup. E' vero battere il Milan era difficile ma non impossibile e andare avanti nella coppa nostrana avrebbe dato una spinta in più agli uomini di Mihajlovic. In effetti il Torino ha giocato un gran primo tempo, dove è andato in vantaggio con il solito Belotti, poteva anche segnare altri gol, ma, vuoi la bravura di quel fenomeno chiamato Donnarumma (lanciato in serie A proprio da Miha), vuoi qualche tiro effettuato con poca precisione, ha fatto sì che la squadra di Montella nel secondo tempo sia entrata più determinata in campo, capace di ribaltare il risultato in pochi minuti.

Questa volta possiamo dire che i cambi sono stati azzeccati, ma la squadra ha bisogno di maggiore razionalità nel corso dell'intera partita, senza mettere in campo quella furia iniziale per poi faticare nel secondo tempo e far rinascere l'avversario. Le squadre superiori, e al momento il Milan sembra avere qualcosa in più, fanno sfogare gli avversari per poi assalirli quando sono in difficoltà. E' una problematica che il Toro deve cercare di analizzare e capire, se è un problema di testa o fisico. Soprattutto bisogna anche eliminare qualche errore di troppo dei singoli, senza gettare la croce addosso a Barreca o a Valdifiori.

E poi c'è il mercato, qualcosa bisogna fare, soprattutto in difesa e a centrocampo. Carlao e Iturbe saranno in grado di far crescere il Toro a livello tecnico? Probabilmente non erano queste le pedine che si aspettavano i tifosi, almeno sul difensore, con tutto rispetto per Carlao, che nessuno vuole bocciare prima di vederlo all'opera, dove magari viene fuori un talento inaspettato, ma per sostituire Glik ci vorrebbe qualcuno di maggior caratura.

In verità da Cairo si vorrebbe qualcosa in più, agire piuttosto che raccontare tante belle cose, come voler andare in Europa e magari, perchè no, tra qualche anno puntare anche alla Champions League. Per questi obiettivi affascinanti c'è bisogno di giocatori di qualità, che ovviamente costano, ma crediamo che il presidente se li possa permettere visto che è un imprenditore sempre più importante in Italia, che è cresciuto in modo esponenziale da che è al Torino. Dunque qualche sacrificio economico per la sua squadra di calcio può farlo. Gennaio non è il mese giusto per fare grandi acquisti, ma per porre le basi sì.


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