Torino-Lazio, le pagelle: mediani Duracell, Meggio-Barreto appannati. Jonathas lascia il segno
Torino (4-2-4)
Gillet 6: benedice il palo colpito da Cana e compie solo un paio di interventi. In un campo in condizioni precarie fanno notizia.
Darmian 6: parte con il freno a mano tirato. Gonzalez gli sfugge in occasione del cross per l’incornata di Cana, ma poi torna sui consueti binari. Anche quando Ventura lo sposta a sinistra.
D’Ambrosio 6,5: nulla di stupefacente, ma parecchie cose di buona qualità. Si fa superare in area da Cana, però con il passare del tempo carbura, dovendo anche dare uno sguardo al fulmine Lulic. Nell’ultimo quarto d’ora partecipa al forcing granata.
Glik 6: la simulazione in area da giardinetto pubblico poteva risparmiarsela. Il giallo lo limita in qualche frangente, ma sull’incursione di Saha chiude con un tempismo svizzero.
Rodriguez 6,5: dopo lo spezzone horror contro il Parma, ritorna in pianta stabile a sorvegliare la difesa. Anche su un terreno insidioso, riesce ad imporsi. Il bomber di Coppa Kozak deve arrancare non poco.
Gazzi 6,5: generosità e disponibilità verso la squadra. I suoi leitmotiv stagionale li ripropone anche stasera, nonostante la solidità numerica e qualitativa del centrocampo biancoceleste. Condottiero.
Brighi 6,5: rispetto alle sue potenzialità negli inserimenti tende a muoversi troppo solo orizzontalmente. Però in fase di copertura, soprattutto in una serata imbiancata, è manna dal cielo per i granata. Fa respirare la squadra.
Santana 6: nelle prime battute è uno dei più brillanti. Schiaccia l’acceleratore qualche volta e ci prova con un tiro-cross potenzialmente beffardo. Ventura lo toglie al momento dell’accensione della spia della benzina (dal 60’ Birsa 5,5: fumoso più di colui che ha sostituito. Niente a che vedere con il funambolo visto a Parma).
Cerci 6: gara ad intermittenza, senza guizzi di rilievo. Mette comunque in apprensione la difesa laziale che deve raddoppiarlo in più situazioni per arginarlo. Privilegia l’azione personale anche quando l’azione meritava uno sviluppo più corale.
Meggiorini 5,5: il feeling con Barreto è appurato, ma tirando le somme non punge mai, a parte un velleitario tiro da fuori area (dal 57’ Bianchi 5: dopo aver girovagato per lunghi tratti a vuoto gli capita il pallone giusto da buttare dentro. Missione non compiuta).
Barreto 5,5: il suo fisico non si sposa alla perfezione con l’ambiente siberiano. Tuttavia incarna la bestia nera per Ciani che lo stende due volte in 2’, guadagnandosi la doccia anticipata. Il suo cruccio resta però l’inefficacia negli ultimi venti metri. Lo score rimane invariato sottoporta. (dal 76’ Jonathas 7: gli bastano pochi secondi per decidere il match e la stagione del Toro. Una zampata che vale oro).
Ventura 6,5: dopo undici anni si torna a trionfare contro una grande del nostro torneo. Alleluja. Quella di Jonathan può essere premiata come la mossa dell’anno. Non solo per la tempestività, ma anche per i benefici che può determinare sulla stagione. La necessità di tornare ai tre punti era vitale, in virtù dei risultati pomeridiani. La benevolenza di Ciani ha spalancato le porte ai granata, letali proprio nel momento del calo fisico dei biancocelesti. Ma l’ipotesi di un ennesimo 0-0 casalingo, dopo Samp e Palermo, era nuovamente nell’aria, al netto anche di una gara giocata per 75' in superiorità numerica. Sintomo che qualcosa si è inceppato nei meccanismi offensivi.
Lazio (4-4-1-1)
Marchetti 6, Pereirinha 5,5, Radu 6, Ciani 4, Cana 6,5, Gonzalez 6 (80' Biava 5), Onazi 6 (83' Saha sv), Ledesma 5, Candreva 5,5, Lulic 6, Kozak 6 (80' Ederson sv). All. Petkovic.