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Torino, tutto l'amore della sua gente

di Marina Beccuti

Quando si sente aria d'impresa il popolo granata c'è e l'ha dimostrato nel girone di ritorno, quando è tornata allo stadio e soprattutto in trasferta. Colantuono e i suoi ragazzi non hanno mai dimenticato di citare i tifosi in ogni intervista rilasciata, perchè la grande rimonta è stata possibile grazie al compattamento dell'ambiente. Il segreto? L'arrivo di Petrachi che ha portato giocatori giusti per l'impresa, il rientro di Colantuono sulla panchina granata dopo la brevissima parentesi targata Beretta, il ritorno del pubblico dopo le scaramucce del periodo natalizio con la contestazione forte a Cairo nel giorno della presentazione di Petrachi e l'assalto, per così dire, al Ristorante "I Cavalieri". Senza contare il silenzio di Cairo, provvidenziale quando ha capito che era lui il principale bersaglio della tifoseria, in un certo senso anche ingiusto.

La squadra è tornata in lotta per la A e la gente s'è affezionata a questo gruppo di ragazzi perbene, nessun protagonismo, ma solo tanta voglia di giocare e rimettersi in corsa verso traguardi importanti. Così Morello non ha fatto rimpiangere il Sereni paratutto, stagione da incorniciare la sua, ora infortunato, Garofalo è entrato subito nei meccanismi della difesa, Pestrin ha preso in mano i tempi del centrocampo e Scaglia con la sua giovinezza e serenità ha dato vigore alla fascia. D'Ambrosio autentica rivelazione del torneo, Statella promosso in questo finale da Colantuono, con Bianchi e Loria a tenere alta la concentrazione grazie alla loro esperienza nei rispettivi settori. Per non parlare di Ogbonna, Gasbarroni, Rubin e così via, senza far torto a nessuno. Questo èun gruppo che piace al popolo granata, che vinca o che perda dà l'anima, l'essenza del Toro.


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