Torino-Vicenza 2-1: l'analisi tattica
Al di là dei tre punti ottenuti la gara interna vinta in extremis contro il Vicenza ha denotato alcuni accorgimenti tattici di rilievo:
- Terzini di minor spinta, più "bloccati".
- Esterni offensivi più partecipi del gioco senza palla (in particolare la partita ha messo in evidenza i progressi del lavoro di apprendimento tattico in corso su Lazarevic).
- Trequartista centrale più vicino a Bianchi, a sua volta maggiormente coinvolto nella manovra.
Ha funzionato positivamente inoltre la variante tattica legata all'impiego del "doppio centravanti": nelle fasi di gara particolarmente chiuse, specie nelle partite in casa, l'utilizzo di Pellicori come sponda di riferimento per Rolandinho, in particolare se ulteriormente affinato, rappresenterebbe un'arma di sicuro impatto, seppur occasionale.
Da migliorare rimangono invece i movimenti coordinati dei centrali difensivi (ma, va detto, la coppia Di Cesare-Pratali non è particolarmente ben assortita, date le caratteristiche un po' troppo simili dei due) e, in particolare, il filtro esercitato a centrocampo dai due mediani: si è visto come l'Atalanta, capace di un fraseggio di livello decisamente elevato tra metà campo e trequarti, abbia "ingabbiato" piuttosto facilmente i "portatori d'acqua" granata, e ieri contro i biancorossi le cose sono andate meglio più per demeriti altrui che per un oggettivo miglioramento del Toro in questa fase di gioco. Servono dunque movimenti in verticale molto più frequenti e pronti, con Obodo variante tattica pronta dalla panchina per l'ultima mezz'ora (quando non venisse impiegato come trequartista dal 1', soluzione da non accantonare per un certo tipo di gare), per poter puntare su un maggior livello di qualità di fronte al progressivo appannamento atletico e mentale degli avversari.