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Toro, a volte persino irritante

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Un’altra occasione buttata alle ortiche, un altro k.o. che poteva tranquillamente essere evitato, poche spiegazioni logiche, nessuna che dia spazio a ragionamenti di sorta, resta l’amarezza per una sconfitta che in pochi avevano preventivato e la consapevolezza che questo Toro, troppe volte, nel giro di una settimana si trasforma da dottor Jekyll in mr. Hyde. Il Toro continua a complicarsi la vita da solo, chiedersene i motivi sarebbe esercizio logico, anche perché se è vero che questa squadra ha un organico superiore a tante altre, chiedersi perché mai faccia tanta fatica a dimostrare questo, diventa il punto nodale della questione. Ad Empoli, per come vedo il calcio io, il Toro ha regalato alla squadra di casa un’ora buona di gioco, dimostrandosi lento, molle e svogliato. Persino presuntuoso ed irritante, e purtroppo non è la prima volta, con la tendenza degli attaccanti a privilegiare se stessi e non il bene comune, leggasi gioco di squadra, o compagno di reparto.


Visto e rivisto almeno dieci volte il replay della clamorosa occasione da gol capitata sui piedi di Antenucci nel primo tempo, con Meggiorini solo, soletto al centro dell’area di rigore, oppure il colpo di testa di Pasquato da posizione defilata con Bianchi ed Antenucci in sostanza liberi in area, aumenta il rammarico e la preoccupazione, perché pur giocando male, il Toro poteva portare a casa l’intera posta in palio con un atteggiamento diverso. C’è poco da salvare dalla trasferta di Empoli, nel primo tempo gli esterni non sono mai entrati in gioco, fatto salvo per un tiro di Guberti, l’attacco si è mosso discretamente ma sempre lontano dalla zona calda, vale a dire dall’area di rigore, il centrocampo poi, è sembrato in perenne difficoltà lasciando campo all’Empoli. Non è un caso che il gol sia nato da un errore collettivo, difesa e centrocampo sono apparsi in ritardo su Maccarone, nè mi è apparso immune da colpe Benussi, perché se è vero che il tiro era forte ed angolato, è altrettanto vero che era un tiro dai venti metri e da una posizione piuttosto defilata. Nella ripresa i cambi danno qualcosa in più al Toro, specialmente Stevanovic, almeno quando è stato riportato sulla destra, ma la reazione del Toro non è stata quella che ci si aspettava, cioè rabbiosa, da prima della classe, da squadra che vuole cioè chiudere il campionato il prima possibile.


Quanto alle scelte di Ventura evidentemente sono state sbagliate, lo dice il risultato, ma non solo quello. Partire con Stevanovic e Bianchi, che veniva da una doppietta, forse era la cosa più logica da fare, se non altro per cercare di aumentare l’intesa tra il capitano ed Antenucci, intesa che non è sembrata mai il top della categoria, questo avrebbe permesso di dare un cambio a Basha e Parisi, che nella ripresa sono sembrati dal punto di vista fisico i giocatori più provati. Ora quattro partite fondamentali per il Toro, tre da giocare in casa, uno scontro diretto contro il Sassuolo, una da giocare in trasferta contro il Bari, che tra le mura amiche è lontana parente della squadra vista ed ammirata in trasferta.


Tutto è nelle mani del Toro, con la consapevolezza che un altro passaggio a vuoto potrebbe essere veramente penalizzante.


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