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Toro, avanti così

di Marina Beccuti
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata

Ci sono delle partite che possono cambiare il corso della stagione aldilà del risultato, quella contro il Napoli, e scusate se è poco, a mio avviso potrebbe essere una di queste per il Toro di Ventura. Finalmente, ed era almeno da quindi anni che non succedeva, il Toro ha trovato una propria dimensione, non è più costretto a doversi adattare all’avversario di turno, a cambiare modulo e uomini a seconda della forza dell’avversario, a perdersi in inutili chiacchiere sull’utilità del fantasista, di questo oppure di quello. Fine anche delle barricate, ai dieci giocatori dietro la linea della palla, dei palloni spizzati nella speranza che qualcosa succeda, dell’uno contro tutti, o peggio ancora del giocatore che da solo può e deve risolvere la partita. Il Toro ora cerca di giocare al calcio, poi magari anche di raccogliere i frutti.

A Napoli, contro una squadra che è tra le più accreditate ad arrivare nei primi tre posti, allenata tra le tante da un allenatore tra i più preparati del panorama calcistico italiano, il Toro di Ventura, dopo la buona partita fatta all’Olimpico contro la Lazio, ha dimostrato non solo di essere una squadra, ma di essere veramente tosta, specialmente quando scende in campo con la determinazione giusta.
Lo ammetto, personalmente la partita del Toro al San Paolo mi è piaciuta tantissimo, ben oltre la soddisfazione per il risultato portato a casa. Un Toro persino bello a tratti, che ha limitato Cavani e compagni per gran parte del match, continuando a giocare la partita che aveva preparato per tutti i novanta minuti, senza farsi prendere dall’ansia, senza soffrire la pressione che può darti uno stadio importante, con la coscienza dei propri mezzi e della propria forza. Qualcuno a storno il naso, a torto sicuramente, perché se non era il solito Napoli gran parte del merito era proprio del Toro.
Per dirla con le parole del tecnico, il Toro comincia a mandare i segnali giusti, bisogna solo avere pazienza, perché questa squadra è bene non dimenticarlo, un anno è mezzo prima, non era riuscita nemmeno ad agganciare i playoff. Si parlava all’epoca, e sembra passato un secolo, di una squadra senza nerbo, senza carattere, che mai e poi mai avrebbe potuto rappresentare il cuore Toro.

Vero che nel calcio tutto passa e tutto si dimentica, ma pensare di poter lottare subito per l’Europa mi pare francamente troppo, fare un ottimo campionato e togliersi dalle sabbie mobili della lotta per non retrocedere il prima possibile, un obiettivo che questo Toro può portare tranquillamente a casa, con la giusta armonia e concentrazione. Sicuramente a questa squadra mancano alcuni punti in classifica, ed i motivi possono essere tanti, anche errori propri per essere sinceri, senza però dimenticare, che ha noi gli arbitri non hanno mai regalato nulla, anzi forse ci hanno anche tolto. Meglio così, altrimenti non sarebbe Toro. Quanto alle attese sul mercato di Gennaio, meglio mettere subito i piedi per terra, un attaccante da 20 gol a campionato attualmente non esiste, e se esiste costa quasi quanto tutto il Toro, poi per dirla tutta la coppia Bianchi-Sansone non mi dispiace per niente.

Fare bottino pieno contro il Bologna diviene ora una priorità, senza sottovalutare gli emiliani, che sono una buona squadra con due ottimi attaccanti, anche perché Roma e Fiorentina saranno altre due partite ad alta intensità emotiva. Peccato solo che l’Inter ci abbia anticipato nei tempi, ci resta solo, si fa per dire, di fare centro alla prima uscita in un nuovo stadio di Torino, giusto per “battezzarlo” nel migliore dei modi.


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