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Toro, campagna abbonamenti a due velocità...come il mercato

di Riccardo Billia

I nuovi acquisti di una società, quando sono mirati, non regalano solo speranza ed ottimismo ai tifosi. Sono sensazioni gratuite che non arricchiscono un club, ma costituiscono la miccia esplosiva per far decollare una campagna abbonamenti. Il Toro è partito alla grande, in questa direzione. Nonostante le partenze illustri di Bianchi ed Ogbonna, la gente granata ha atteso si aprisse un nuovo ciclo: alcuni volti nuovi integrati in un gruppo di totem consolidati degli ultimi due anni. Al pronti via della campagna, nell'arco di poco più di un mese, si è allungata la fila per acquistare la fiducia annuale alla squadra di Ventura. Nella prima parte della campagna sono state ben 7600 le tessere, ben 1100 in più rispetto all'anno precedente, quello del ritorno in A. Poi ad agosto il meccanismo si è inceppato. Come il mercato, del resto. Il Cerci bis, l'Immobile, il Moretti, l'El Kaddouri non sono stati seguiti da altri quattro attesi colpi per puntellare una rosa discreta, ma non completa. Il popolo granata ha atteso settimane un'altra mini infornata di nomi. Niente capricci. Solo un logico ragionamento sulle lacune del gruppo venturiano che le prime due gare hanno, in parte, evidenziato. E' arrivato il solo Pasquale a rinforzare la fascia sinistra. L'ingaggio di Berni, quasi fuori tempo massimo, non ha scaldato nessuno. E la temperatura dell'ambiente si è raffreddata. Agosto ha fatto registrare poco più di 1200 abbonamenti, 300 in più della scorsa annata (totale 8800). Un passetto avanti, tuttavia senza strafare. Non c'è solo la crisi economica a tarpare le ali, bensì un velo di delusione per quello che si poteva e doveva fare. Oggi si chiude la campagna, anche se Cairo, presumibilmente, riaprirà i battenti alla ricerca di un'altra ondata di ottimismo. Auguri.


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