Toro, così non va
Flavio Bacile
Dopo quattro vittorie consecutive, ci può stare perdere in casa della capolista, ma, ad infastidire, non è tanto la sconfitta, che resta pur sempre un sasso difficile da digerire, ma la modalità con il cui Toro ha “ceduto le armi” ad un Lecce accorto e pragmatico, va bene, ma non sicuramente superiore ai granata, nè fisicamente, nè tecnicamente. Non è un’eresia affermare che il Toro, giocando male, molto male nel primo tempo, meglio il secondo, ma non è stata certamente una ripresa da incorniciare, ha rischiato persino di pareggiare nel finale. Aumenta quindi il rammarico per una partita che avevamo immaginato diversa, soprattutto per intensità, con un Toro che ha iniziato a giocare solo dopo il secondo gol del Lecce.
Risultato giusto, ci mancherebbe altro, rispecchia pienamente quello che le due squadre hanno fatto in campo, Lecce meglio di un brutto Torino, vittoria giusta. Si potrebbe aggiungere che il tecnico dei salentini De Canio è stato più bravo e fortunato del suo collega seduto sulla panchina opposta. Bravo, in fase di preparazione della partita, quindi nella scelta del modulo, degli uomini, e nel posizionamento degli stessi in campo, sia durante il match stesso, vincendo praticamente tutti i duelli, ed in tutte le zone del campo. Più fortunato perché il Lecce si è trovato sul due a zero, senza praticamente tirare mai in porta, giocando così il resto della partita nelle condizioni ideali, in pratica in contropiede, senza rischiare mai nulla a centrocampo ed in difesa.
Il Toro da parte sua ha riproposto quella che è stata una costante di questo campionato, vale a dire, un primo tempo da diesel, regalando ai salentini praticamente l’intera frazione, per poi nella ripresa aumentare intensità di gioco, controllo del campo e del pallone, in una sorta di sterile supremazia territoriale, lasciando l’amara sensazione che qualcosa in più si poteva, o doveva fare.
Ancora una volta il Toro è cambiato di pari passo con le sostituzioni, è cresciuto con l’inserimento di Gorosbov, buono l’impatto del giovane regista sulla partita, è migliorato e si è reso pericoloso con l’ingresso di Pià ed Arma, quindi con il cambio di modulo in corsa.
Questo non è bastato per ribaltare una partita caratterizzata da una lunga serie d’errori individuali, a volte anche banali, con la difesa che sul primo gol e sul rigore causato da un “flebile” intervento di Rubin su Corvia, forse per il grande movimento su tutto il fronte offensivo di Marilungo, sicuramente il migliore in campo, si è venuta a trovare sempre nella posizione sbagliata, con il centrocampo che per un tempo ha badato unicamente a fare la fase difensiva, e con l’attacco che per gran parte della partita a regalato i palloni ai giocatori della difesa dei pugliesi.
Personalmente non sono rimasto soddisfatto neanche della ripresa dei granata, che è invece piaciuta al nostro tecnico, tolto forse l’ultimo quarto d’ora, dove vuoi per inerzia, vuoi perché il Lecce non voleva più rischiare nulla, vuoi per la reale spinta dei granata, vuoi per le sostituzioni, si è visto il Toro che speravo di vedere dal primo minuto.
Martedì si ricomincia.
Speriamo, come ho già detto molte volte, che sia Toro, quello vero.