Toro, deciditi. Su o giù?
Due vittorie e sette risultati utili consecutivi. Il campionato granata sembra essere arrivato ad un momento di svolta, forse ad un bivio.
Partiamo, come al solito, dai fatti. Nelle ultime cinque partite i Granata hanno avuto un rendimento invidiabile (tre vittorie e due pareggi), secondo solo a quello dei cugini bianconeri. Merito del gioco? Forse. Perché non si può dimenticare la magra prestazione contro il Chievo, che poteva o forse doveva fruttare due punti in più. Così come non si può negare la vittoria di un'organizzazione tattica che ha consentito al Torino di espugnare San Siro, fatta di poca proposizione, linee serrate e totale affido ai calci piazzati oppure ai rari contropiedi.
Detta così, questa strategia si discosta completamente dai crismi del buon calcio, ma è chiaramente l'unica possibilità concreta per una squadra come il Toro che fatica enormemente a creare gioco al di là della trequarti. Le reti degli attaccanti ne sono prova inconfutabile. Tuttavia, i risultati ci sono e sicché nel calcio conta vincere, ogni mezzo è accettabile.
Va tenuto conto però che la vittoria tattica non sempre si accompagna a quella pratica. Senza andare troppo indietro, le sconfitte Sassuolo e Juventus hanno dimostrato che, una volta trovata la quadra, l'avversario può facilmente aggirare le trame venturiane, sfruttando errori tattici o sviste dei singoli.
Perciò, è necessario ancora qualche aggiustamento per raggiungere un sistema gioco capace di mettere in difficoltà non solo offensivamente, ma anche difensivamente le altre squadra. Ci si affida così al Dio Mercato, che deve vedere e provvedere ai bisogni di una squadra che, al momento, urge di rinforzi necessari, come una punta prolifica (da affiancara magari allo sparigliatore Maxi Lopez) ed un centrocampista di qualità, un cervello pensante che inneschi invece che disinnescare.
E torniamo così al bivio di inizio articolo. Perché il Toro ora deve svoltare: salvezza tranquilla o ambizione europea?
È giusto puntare sempre ad un miglioramento, ma questo deve essere accompagnato dalle ambizioni reali di chi il Toro lo fa. Se si vuole credere all'Europa è necessario integrare un poco la rosa, se invece ci si vuole accontentare della tranquillità di una salvezza, è richiesto ancora un certo sforzo che la rosa attuale può sostenere, magari con qualche accorgimento strategico. Una volta deciso questo, si capirà quale bivio avrà imboccato il Toro, con buona pace del Dio mercato: cinque giorni e tutto sarà più chiaro.