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Toro meglio della Roma, peccato. Per la salvezza occhio al Chievo

di Marina Beccuti
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata

Questa volta non c’è dubbio, il Toro è stato superiore alla Roma e non di poco. Basterebbe contare le palle gol sciupate dagli uomini di Ventura e le occasioni create dai giallorossi per avere un’idea chiara del match. Il Toro però esce sconfitto, bisogna prenderne atto e magari fare una sana autocritica, perché se è vero che non bisogna perdere le partite, che non si possono vincere, sarebbe altrettanto salutare pareggiare almeno quelle che meriteresti di portare a casa. La Roma è sicuramente superiore come tasso tecnico al Torino, per questo i granata avrebbero fatto meglio a non agevolare gli ospiti in occasione dei gol. Sul primo c’è stata una mezza incertezza di Ogbonna, l’altra mezza è stata di Gillet, favorita da una spinta, più o meno vistosa, di Osvaldo. Sul secondo appare ovvio l’errore di Masiello, che invece di chiudere su Lamela, fa una giravolta su se stesso e lascia il talento romanista libero di esprimere la sua classe. Masiello che continua a convincere poco la critica, non il tecnico che continua a proporlo titolare fisso. Errori però, si sono fatti anche in fase offensiva, con Santana che continua a mettere dribbling in serie, il primo, il secondo, il terzo, sino a quando o perde la palla, o permette alla squadra ospite di risistemarsi in difesa. Con Bianchi che ha sbagliato un gol, forse non facilissimo, visto che era anche contrastato, sul secondo palo colpito da Cerci. Ma anche con D’Ambrosio, autore di una serie di stop in area di rigore da dimenticare, con Meggiorini, Jonathas e lo stesso Barreto, che ha incredibilmente tentato di deviare un tiro di Ogbonna a tempo già scaduto, che sembrava indirizzato in porta.


Pochissimo mi hanno convinto le sostituzioni, Barreto credo abbia toccato due o tre palloni, Jonathas uno solo, e D’Ambrosio, che merita di partire titolare, e spero seriamente non sia una questione di contratto, che pur trovandosi spesso al posto giusto, nel momento giusto, ha spesso vanificato quanto di buono fatto. Mi è parsa una forzatura invece la sostituzione di Bianchi, che evidentemente poteva servire più di Barreto nel forcing finale, ed era forse più logico aspettarsi un Toro a tre punte, con Meggiorini, Jonathas e Bianchi in campo. Una forzatura mi è parso anche il cambio di Santana con D’Ambrosio, più logico sarebbe stato mettere D’Ambrosio a destra e spostare Darmian a sinistra, che forse avrebbe sofferto meno il talentuoso Lamela, anche perché ormai la Roma giocava solo sulle ripartenze.

Forse cosi, si sarebbe potuto vedere anche Bakic in campo, anche perché Gazzi e Vives avevano già dato tutto quello che potevano. Almeno questa è la mia idea, magari si perdeva di goleada, magari si trovava anche il pareggio.


Quanto al discorso salvezza, il calendario del Toro non è più complicato di quello di Palermo, Siena e Chievo. Forse, e dico forse, il calendario del Genoa è meno complicato, quello del Palermo il più pesante. I rosanero dovranno affrontare il derby con il Catania, poi Inter, Juventus, Udinese, Fiorentina e chiudere in casa contro il Parma. Il Siena affronterà il Chievo, la Roma, il Catania, per chiudere contro Fiorentina, Napoli e Milan. I granata hanno cinque partite per trovare i 4 punti che garantirebbero la salvezza, dopo Fiorentina, Juventus e Milan, Genoa, Chievo e Catania. L’ago della bilancia è senza ombra di dubbio il Chievo, che affronta prima il Siena e poi il Genoa. Se gli uomini di Corini pareggiano o vincono a Siena, e vincono in casa contro il Genoa, non solo si tirano fuori definitivamente dalla lotta salvezza, ma inguaiano pesantemente la squadra di Iachini, ed obbligano i rossoblù genoani a fare quasi i miracoli. Discorso analogo si può fare per l’Atalanta che affronta il Genoa, perdere per gli uomini di Colantuono significherebbe rimettere in discussione parte del proprio campionato.


Insomma per il Toro c’è da faticare, ma non è l’unico.


L’unica cosa certa è questa, qualsiasi sia il risultato del Franchi, tra i tifosi della Fiorentina e del Toro resterà un gemellaggio forte e duraturo. Un bene per questo calcio dove alcuni valori non esistono più.


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