Toro: vecchi vizi
Flavio Bacile
A prima vista potrebbero avere tutti ragione, in primis Cairo, che dal suo punto di vista ritiene di spendere tanto per il Toro, almeno in stipendi. Aggiungiamo che Petrachi, può pensare di aver fatto il massimo con quello che passava il convento, allo stesso modo Lerda può pensare che sia corretto insistere con un modulo che gli ha consentito di raggiungere buoni risultati a Crotone. Ha ragione anche Bianchi, e questa volta ha ragione sul serio, quando afferma che è più difficile ripartire ogni anno da zero, e nonostante la bacchettata di Petrachi sull’argomento, penso che il nostro capitano abbia non solo detto la cosa giusta, visto che vive la quotidianità del Toro ed è il primo a rendersi conto delle difficoltà che il gruppo incontra, ma ha anche quello che la stragrande maggioranza di tutti noi pensa. Potrebbero avere ragione anche i tifosi del Toro, stufi, per non dire altro, di dover, ogni anno, alla decima o undicesima giornata di campionato, vivere di ricordi e speranze, stillare improbabili calendari con annessa rimonta, riaprire il toto allenatore, pensare, con chissà quali certezza al mercato che verrà.
A ben vedere però, hanno torto tutti, o quasi.
Ha torto Cairo, quando ricorda che il monte stipendi è troppo alto per una squadra che milita in serie B, giacché il Toro è tornato in B con Cairo presidente, visto anche che lo spazio per rimediare di certo non gli è mancato, e non mi pare sia stato sfruttato a dovere. Ha torto Petrachi, che per tutta l’estate ci ha ripetuto, quasi fosse una litania, che stava cercando i giocatori giusti per il modulo di Lerda, che prevede anche un regista ed un trequartista, giocatori attualmente non in rosa. E, non lo dico io, sia chiaro, ma lo stesso Lerda, sia pure non direttamente, giacché nel ruolo di trequartista hanno giocato davvero tutti, Belingheri, Stevanovic, Iunco e persino Obodo, mentre in quello del regista si sono alternati i quattro mediani presenti in rosa, De Feudis, De Vezze, Zanetti ed Obodo, con risultati scarsissimi. Ha torto anche Lerda, che pur stimo molto, non fosse altro per il coraggio dimostrato nell’accettare di sedere sulla panchina del Toro, panchina che è stata scomodissima per una lunga lista di tecnici. Infatti, questa squadra sembra non poter proprio supportare, o “sopportare”, questi quattro giocatori offensivi, specialmente quando questi non rientrano a dare una corposa mano al centrocampo. Hanno torto anche i tifosi, me compreso, pronti ad esaltarsi per un nulla e deprimersi per un nonnulla; ma sono quelli che hanno meno colpe.
Alla fine ci si ritrova sempre a parlare delle stesse cose, mentre scrivere di un Toro vincente, bello e coeso, rallegrerebbe molti cuori, primo fra tutti proprio il mio.
Posto che non rinnego mai quello che scrivo, ribadisco che per certi versi questa squadra è stata costruita con un certo criterio, almeno per quanto concerne l’undici base, fermo restando il clamoroso buco nella posizione di regista, ed aggiungo la supponenza di poter affrontare un campionato lungo come quello della cadetteria con solo due prime punte, specialmente se la seconda è un’autentica scommessa, a questo punto da vincere a tutti i costi.
Quindi per questa settimana nessun IN, tutti Out.
Ciascuno con le proprie competenze e responsabilità, quindi prima Cairo, che come presidente, lo ripeterò all’infinito, resta il principale responsabile nelle sconfitte, così come il primo artefice delle vittorie, poi Petrachi, e non solo per certi “offuscamenti” in sede di mercato, Lerda, e sinceramente non ho capito perché Filipe giocava così avanzato, i giocatori, perché sono loro a scendere in campo, la tifoseria e me stesso, che continuo a sognare un Toro che non c’è più.
Chiudo con una domanda. Ma che fine a fatto Scaglia?