.

Tu sei quello. Sempre Gigi Meroni

di Marina Beccuti

Ci siamo, a Torino il 15 ottobre accendono i termosifoni per riscaldare le case ormai fredde e come ogni anno arriva il ricordo della tragedia di Gigi Meroni. Come in quei film dove tutto si ferma e va al rallentatore, dove vorresti fermare le immagini poco prima che succeda il fatto. La farfalla che vola, che spicca il salto più lungo, il suo ultimo battito d'ali per l'eternità. Gigi è vivo, volevamo urlarlo quel 15 ottobre del 1967 quando molti di noi, bambini, abbiamo saputo la notizia prima di andare a scuola o all'asilo. Non c'era Internet dove il tam tam mediatico avrebbe tenuto sveglia l'intera Italia, ma bisognava attendere i telegiornali e poi le prime edizioni dei quotidiani. Ma ugualmente la notizia passò da una persona all'altra, per arrivare al pianto di un'intera città che di tragedie in tinta granata ne aveva già viste e ancora doveva viverne. Gigi amava i Beatles che cambiarono un'intera generazione, anzi il mondo intero, ma il titolo di una canzone di Orietta Berti, non me ne voglia Gigi che amava la beat generation (come la sottoscritta d'altronde, come seguire Tenco, un poeta maledetto della generazione di Meroni, che se ne andò anch'egli nel '67) "Tu sei quello" lo prendo ad esempio per ricordare Meroni, perchè non serve manco pronunciare il nome per capire che si tratta di lui, il campione magico del Toro che divenne leggenda in una notte buia d'autunno. Il destino ha voluto così, ha deciso che tu fossi bello per sempre, unico e imbattibile. Sei vivo Gigi, sei rimasto giovane e scanzonato. Il mondo è cambiato in peggio ma tu sei rimasto onesto, solido, leale e ribelle, come chi vuole vivere la sua vita con garbo fino in fondo, anche se corta, ma non per questo meno intensa.

Ciao amico mio, la tua carezza sul mio viso bambino la sento ancora addosso, perchè per noi sopravvissuti ci è rimasto questo grato compito di raccontarti ogni anno, mese, secondo, attimo. Tu ci accompagni ovunque, prendendoci per mano e per darci la forza di ribellarci come hai fatto tu. E oggi ci mancano delle idee per ribaltare il mondo, che così proprio non ci piace. La nostra ribellione sei tu, perchè non abbiamo mai accettato il tuo addio e siamo ancora qui consci che un giorno tu tornerai per dirci che è stato tutto uno scherzo.

Tu sei quello
che s'incontra una volta
e mai più,
l'ho sentito quando m'hai guardato tu
per un attimo.

Tu sei quello,
sono troppo sicura
di me.
Non esiste al mondo un altro come te,
come te.