Un Toro troppo molle
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Si poteva anzi si doveva fare meglio, questa la sintesi di una partita che ha visto il Toro in balia del Catania per quasi tutti i novanta minuti di gioco. Bisogna essere crudi e guardare in faccia la realtà, non nascondere il dito dietro il buon punto preso a Catania, perché il punto preso contro un Catania in dieci per quasi ottanta minuti di gioco, equivale nella sostanza ad una sconfitta, una brutta sconfitta. C’è da chiedersi perché la squadra di Ventura, a proposito non era quasi impossibile in questo calcio giocare in dieci, vedere la Sampdoria di ieri per credere, non riesca a trovare le motivazioni adatte anche quando la partita si mette per il verso giusto; e perché si deprime, vedere Parma e Juventus, quando invece si trova in inferiorità numerica. Questioni tecniche forse, caratteriali sicuramente, ma anche tattiche non c’è dubbio.
Difficile condividere le scelte di Ventura, soprattutto quando poi non sono supportate dai risultati, ma principalmente dal gioco. Vives nuovamente terzo di centrocampo, e non mi pare che in quella posizione abbia mai regalato grandi prestazioni, Birsa, vale a dire, il giocatore che aveva maggiormente impressionato in queste ultime uscite, in panca, Verdi utilizzato pochissimo durante questo campionato, nonostante abbia i numeri per fare bene, Meggiorini ancora una volta preferito a Sansone, nonostante la logica possa suggerire qualcosa di diverso, Masiello ancora preferito a D’Ambrosio, che in quella posizione è stato sicuramente, come rendimento, il migliore del gruppo dei terzini sinistri. Oggi come oggi il Toro è salvo, basta questo forse, ma bisogna anche guardare più avanti, perché il campionato non è ancora finito. Della squadra che nelle prime giornate costruiva gioco ed azioni gol, personalmente mi è rimasto solo il ricordo, vedo invece un undici in grossa difficoltà e non solo ormai sotto rete.
Non capisco poi perché si debba giocare con due punte, per poi servirle pochissimo e male, nella fattispecie prima dell’ingresso di Birsa, e successivamente quello di Verdi, solo con cross dalla trequarti, facilmente controllabili dai difensori, anche perché nè Darmian e nè Masiello cercano mai la linea di fondo campo. Quanto a Cerci, sicuramente è il giocatore con maggiore tasso tecnico in squadra, bisognerebbe riuscire a coinvolgerlo con maggiore assiduità, lui poi deve essere bravo a cambiare di volta in volta la giocata, anche perché rischia di diventare prevedibile. Quanto all’assenza dell’uomo d’ordine a centrocampo è una scelta che viene da lontano, capire chi l’abbia voluta e poi successivamente messa in pratica sarebbe già un primo passo. È indubbio che il Toro abbia cominciato a giocare quando Vives ha cambiato posizione in campo, forse è stato un caso, forse no.
Dire che questa squadra deve essere rinforzata ormai è cosa nota, ma dal dire al fare c’è un abisso. Stranamente a leggere i resoconti giornalieri di chi si occupa del calcio mercato sembrano sul piede di partenza i giovani, Verdi e Sansone, il secondo addirittura in uno scambio, e sulla natura dello stesso non aggiungo altro, sirene dalla Francia anche per Birsa, e non è escluso che anche Stevanovic possa chiudere la sua avventura in granata. Arrivi? Come purtroppo è successo negli ultimi mercati da “10 e lode”, sempre a leggere quello che si scrive, si guarda molto alle panchine o peggio ancora alla tribuna di altre squadre. Che ciò corrisponda a verità o meno, lo sapremo presto, anche perché il calciomercato fortunatamente non dura in eterno.
Insomma un’altra settimana di passione per i tifosi granata, con il pensiero al Siena e l’occhio al mercato. Speriamo che almeno da una parte arrivi una notizia vera.