Ventura: "Con il Sassuolo la gara della pazienza per eccellenza"
Prima di partire per Sassuolo Giampiero Ventura ha incontrato i giornalisti per la consueta conferenza stampa pre-partita. “Non posso sapere con quale modulo giocheremo domani pomeriggio e neppure quali giocatori saranno in campo dall’inizio, non sto facendo pre-tattica, ma semplicemente il Sassuolo da inizio campionato ha quasi sempre giocato con il 4-3-3, poi nelle penultima gara con il 3-4-3 ed infine nell’ultima con il 3-5-2, quindi quando saprò come giocheranno deciderò di conseguenza. Posso solo anticipare che giocherà Bianchi e che Pratali non è stato convocato a causa di una contusione al collo del piede, mentre Suciu è guarito, ma domenica giocherà a Novara con la Primavera perché ha bisogno di disputare novanta minuti, così da martedì sarà di nuovo a completa disposizione. A parte i lungodegenti e Iori, che è squalificato, tutti gli altri sono a diposizione anche se alcuni sono un po’ affaticati e un po’ acciaccati. Non mi preoccupa l’assenza di Iori, in fin dei conti erano venti giorni che in molti mi chiedevano di lasciarlo riposare, e domani avrà l’occasione per farlo; a centrocampo ci sono Vives, Basha e De Feudis e il Torino non cambia l’assetto tattico perché manca un giocatore, ma in base a come schiererà l’avversario adotterà la soluzione più idonea per poter attuare il proprio gioco, è evidente che se l’avversario gioca con una difesa a quattro o a cinque le situazioni di gioco cambiano, come sono differenti se il centrocampo è a due o a tre”.
“A Sassuolo non conta se il campo sarà più o meno pesante e se pioverà o meno, ma è importante e da tenere in gran considerazione che i nostri avversari hanno la seconda miglior difesa del campionato perché sono una squadra che ha grande disponibilità e voglia, forse persino maggiore della nostra. Il Sassuolo è una squadra difficile da affrontare perché non concede neanche mezzo centimetro di spazio. La partita potrà essere risolta da una giocata individuale o da una palla inattiva oppure dall’intelligenza tattica. Gli emiliani sono partiti per disputare un campionato sopra le righe come sempre, tranne lo scorso anno; le loro punte, ma in generale tutta la squadra, hanno grande disponibilità e si adoperano per non concedere nulla agli avversari. Sansone e Cofie sono giocatori capaci e giovani, quindi hanno voglia di affermarsi. Domani sarà una partita dove ci vorrà ancora più pazienza del solito, credo che sarà la gara dove sia noi sia loro dovremo avere pazienza per eccellenza. Se si sbloccherà allora potrà anche diventare una gara piacevole, ma ritengo che sarà più una partita tattica per addetti ai lavori che per il pubblico, poi magari sarò sementito e diluvierà così non si riuscirà a fare nulla e su trasformerà in una bagarre”.
“Finora il Sassuolo non ha preso gol puliti, mi spiego, le reti che ha subito sono derivate da rimpalli e in un’occasione da uno scontro fortuito fra il portiere e un altro giocatore e questa modalità di subire gol va a merito del Sassuolo. Anche il Pescara di Zeman, che è una squadra che gioca e lascia giocare, ha avuto difficoltà ad andare al tiro con il Sassuolo, infatti ha pareggiato alla fine. Il Sassuolo concede mediamente una e mezza occasione a partita, perché ha una buona organizzazione tattica. Noi con grande umiltà e fame, spero, andiamo a giocare contro una squadra che rispettiamo, quindi è una verifica che andiamo a fare. Visto che loro sono molto attenti a non concedere nulla, se riusciremo a fare il secondo tiro in porta, a prescindere se segneremo o meno, potremo essere soddisfatti di noi stessi. Non credo che il Sassuolo possa essere definita una sorpresa del campionato perché, a parte lo scorso anno, nelle ultime stagioni ha sempre lottato per i play off. La sorpresa forse è il Pescara perché gioca un calcio piacevole e affronta qualsiasi avversario a viso aperto. Le altre formazioni possono essere definite meno delle sorprese perché in B ci sono “sorprese” del sabato e sorprese che lottano fino alla fine del campionato come è accaduto lo scorso anno al Novara”.
“L’importanza della conoscenza e della personalità non è limitata alla partita o a questo campionato, ma deve costituire la base per diminuire il gap con le altre squadre se centreremo il nostro obiettivo. Quando si affrontano squadre, come ad esempio la Lazio tanto per fare un nome, che hanno giocatori bravi e tecnici e dove c’è Ledesma che è il più “scarso”, infatti riesce a fare un tiro da sessanta metri e far arrivare la palla esattamente dove vuole, se non si hanno conoscenza e personalità non si riesce a far nulla di positivo. Il processo di crescita di un giocatore non è limitato ad una sola partita, infatti D’Ambrosio ha sofferto molto perché ogni volta che era in campo e toccava una palla il pubblico mormorava con disapprovazione, mettendogli ansia e sono contento che con la Reggina abbia segnato e che soprattutto non si sia arreso e abbia continuato a lavorare in quest’ultimo periodo. Però D’Ambrosio ha giocato al cinquanta per cento anche se crede di aver giocato al settanta e quando capirà di aver giocato al cinquanta riuscirà a lavorare ancora meglio per diventare ciò che oggi non pensa neppure di essere. Questo sia ben chiaro vale per tutti i giocatori. Bisogna avere personalità perché quando ci si trova davanti giocatori del calibro di Ibrahimovic, per citarne uno a caso, non bisogna avere paura altrimenti è finita, invece se si ha personalità anche Ibrahimovic corre come devono fare tutti gli altri giocatori”.
“Riguardo al rinnovo del mio contratto non ha senso parlarne in questo momento. Io dopo l’esperienza di Pisa e Bari, dove il primo anno è andato tutto bene e nel secondo tutto è sfumato perché giocatori che dovevano essere confermati sono stati fatti andare via, altri si sono fatti male e a Pisa la società si è disgregata, ho preferito un contratto annuale. Con Cairo ho un buon rapporto, così come con la città e i tifosi, anche con i giornalisti c’è schiettezza e sincerità, nelle rispettive ottiche di lavoro e quando vengo in conferenza stampa ritengo di incontrare degli amici, ma soprattutto sto bene con i giocatori e tutto questo ha un senso proiettato al futuro. Ringrazio il presidente che è contento di me e se vuole farmi un contratto di cinque anni ovviamente dico molto bene, ma non sono alla ricerca di questo. Se si andrà in A e non verranno venduti cinque-sei giocatori importanti, se chi dovesse andar via non venisse sostituito e quindi si finisse per disputare un campionato da ultima in classifica con i tifosi che contestano allora dico chiaramente che non ho voglia di vivere una tale esperienza. Ma se tutto continuerà come ora con un progetto tecnico e societario da portare avanti io rimango con piacere perché mi ricordo che c’è stata in un momento molto difficile una marcia di cinquantamila persone che amano il Toro e non erano sostenitori di Milan, AlbinoLeffe o altre squadre, ma tutti tifosi granata e quindi mi piacerebbe che tutte quelle persone tornassero a vedere il Toro e a sorridere, so che allo stadio non ci sono tutti quei posti, ma cinquantamila e molti di più tifosi del Toro ci sono eccome”.