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Ventura, l'anno che verrà

di Marina Beccuti

Finito il 2011 ora si può pensare solo più al 2012 ed immaginarlo positivo. La svolta nella storia del Toro è che tutto fili liscio senza intoppi, magari pure nell'anno bisesto per sfatare la tradizione. Il protagonista assoluto in casa Toro di questo passaggio di consegne tra un anno e l'altro è senza dubbio Giampiero Ventura, che non è un ex e forse proprio per questo è maggiormente motivato a fare bene. Perchè finora non è stato toccato dal mondo granata del passato, per cui può costruire il presente ed il futuro. Ed è proprio quello che serve a questa squadra e società. Della serie, togliersi la cosiddetta "rogna" di dosso e pensare che se qualcosa va male non è colpa del destino avverso, ma di quello che si sta facendo. In questo modo si può lavorare senza farsi stritolare dal passato che alla lunga può diventare distruttivo, perchè i confronti oggi non reggono più.

Bisogna imparare a distinguere la memoria dalla realtà, la prima fa parte della storia e non va dimenticata per rispetto, ma la seconda è quella che viviamo quotidianamente e ha bisogno di nuova linfa. Per questo possiamo pensare che Ventura, pragmatico, ironico, preparato, simpatico, anche affascinante nel modo che ha di porsi verso l'esterno, possa essere l'uomo giusto per riportare il Toro non solo dove gli compete, ma cambiare anche la mentalità dell'ambiente, che deve cominciare a guardare il futuro con maggiore benevolenza.

Le voci di mercato non devono intaccare lo spogliatoio e mettere ansia che qualcuno possa partire e altri arrivare, magari a mettere sotto pressione la posizione dei titolari attuali. Sappiamo che potranno essere acquistati al massimo un paio di giocatori, ma per arrivare al loro identikit bisognerà scrivere fiumi di nomi, perchè il mercato in fondo è come una roulette, dove ciascuno punta su un numero, nella speranza che esca. Quest'anno per fortuna in casa granata non s'è più parlato di esonero dell'allenatore, ma si è vissuta fin qui una stagione all'insegna dell'equilibrio e della continuità. Una sensazione di maturità raggiunta, grazie anche a mister Ventura. 


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