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Ventura: "Ora è il momento di essere ancora più bravi"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Nella conferenza stampa che ha preceduto la partenza alla volta di Empoli, Ventura ha posto l’accento sulla crescita della sua squadra e sull’importanza del gruppo sia per i risultati fin qui ottenuti sia in prospettiva futura. “Quando parlo di crescita per diventare una squadra che ha carattere, anima e una sua dimensione intendo che non si può essere condizionati, e non si dovrebbe esserlo, in base al risultato di una gara, positivo o negativo, se dopo una sconfitta non si è in grado di ripartire o dopo una vittoria rotonda non si è in grado di fare una prestazione importante vuol dire che non si è cresciuti. Noi sotto questo aspetto lo siamo, ma abbiamo ancora margini di crescita. In assoluto c’è il rischio che dopo il sei a zero con il Gubbio possa esserci un po’ di rilassamento, come è successo dopo la gara con il Pescara quando siamo andati a Modena e abbiamo fatto una partita non all’altezza e dopo il tre a zero a Grosseto abbiamo sbagliato la gara con il Verona, perciò la partita con l’Empoli sotto questo aspetto sarà importante e difficile. Se vogliamo crescere dobbiamo confrontarci e la gara di domani serve per la classifica, ma soprattutto per sapere quanto ancora dobbiamo lavorare. Abbiamo già fatto tantissimo lavoro e la squadra è vicina al momento di essere il Torino. Questa è una piazza dove per controbattere tutto quello che c’era quando abbiamo iniziato bisognava avere una squadra e non un singolo forte, perché se il singolo ha un momento di difficoltà e non c’è tutto il gruppo che ha un anima si azzera tutto. La squadra tutta insieme ha superato momenti difficili ed è ancora qui che sta lottando per l’obiettivo”.

“Iori aveva giocato sempre e abbiamo dovuto farlo recuperare, infatti non è venuto a Castellammare ed è stato in panchina con il Gubbio e domani probabilmente giocherà, mentre Vives ha fatto sei-sette partite di seguito di buon livello e ha bisogno di tirare non fisicamente il fiato, ma mentalmente, per questo non è stato convocato. Stevanovic sabato ha riposato e domani è del gruppo, non so se giocherà dall’inizio, comunque darà il suo contributo come ha fatto praticamente per tutto il campionato. L’arma in più dei giocatori è la capacità di capire che stanno lavorando per se stessi, per il compagno, per il gruppo e per il Torino. Per questo dico sempre che non so come finirà, ma mai campionato è stato più dei giocatori di questo. In settimana ho provato Oduamadi come punta a causa dell’infortunio a Srigna e devo essere sincero mi ha sorpreso perché ha i tempi e i movimenti per quel ruolo. Io sono orgoglioso di Odu perché è partito che non sapeva neanche di che cosa parlavamo, ha avuto momenti di grande difficoltà e credo anche di sofferenza e oggi è un giocatore che sa fare tutto e capisce tutto ed è cresciuto in maniera smisurata dal punto di vista fisico e delle conoscenze e infatti oggi può giocare in ogni ruolo d’attacco, sapendo esattamente cosa fare poi può riuscirci bene o male, ma è un ragazzo giovane e bisogna dargli tempo. Guberti non è ancora in condizione ottimale, la prima partita l’ha fatta sul piano dell’adrenalina e in più ha eseguito qualche giocata positiva, ma la seconda è quella delle verifiche, infatti domani si vedrà l’intelligenza, la maturità e la consapevolezza relativa alle difficoltà che incontrerà e lui dovrà dare delle risposte importanti prima di tutto a se stesso, poi ai compagni. Ogbonna ha tirato tantissimo, in più ci sono state le convocazioni in Nazionale, il rinnovo del contratto e il chiacchiericcio di mercato, per questo avrebbe bisogno anche lui di un po’ di riposo, è un ragazzo straordinario e positivo però è un essere umano, ma il suo sostituto è Pratali che non sta bene, comunque può essere presa in considerazione la possibilità che per averlo al meglio fisicamente e mentalmente per il finale di campionato sarebbe opportuno rischiare di farlo rifiatare per una partita. Pasquato si è tolto un peso, ma il suo campionato deve ancora cominciare, il positivo non è stato il gol che ha realizzato, ma il fatto che ha ricevuto palla, l’ha scaricata, l’ha ricevuta di nuovo, ha cambiato gioco ed è andato alla conclusione”.

“La formazione non viene fatta sulla base se qualcuno la gara prima ha messo a segno una doppietta o meno, ma sulla condizione fisica e psicologica, sul momento, sulla disponibilità di chi è a disposizione. Un giocatore dopo aver fatto bene in una partita può sedersi? Forse sì forse no, non sono né io né il giocatore a dirlo, ma il campo, certamente si prova cavalcare un po’ la vena realizzativa di un calciatore, ma noi fin dall’inizio abbiamo stabilito che va in campo chi è nella miglior condizione e per questo Vives, se questa settimana avesse dato segnali di mantenimento della condizione, sarebbe stato convocato e probabilmente avrebbe continuato a giocare, ma visto che ha bisogno di tirare il fiato resta a Torino, anche perché al 99,99 per cento venerdì prossimo con la Reggina avrò bisogno di lui e lui sarà riposato e pronto”.

“L’Empoli era partita con l’ambizione di accedere ai playoff poi l’annata ha preso un’altra piega, ma ha giocatori come Buscè, Maccarone, Tavano, Moro e Stovini, tutti calciatori che hanno disputato campionati di serie A, che hanno un tasso qualitativo elevato. Però oggi come oggi parlare degli avversari lascia il tempo che trova io non vedo molta differenza ad incontrare l’Empoli, la Reggina, la Sampdoria o il Livorno che hanno sì qualità diverse, ma ad incontrarle si debbono affrontare comunque delle difficoltà. A questo punto il problema è: hai lavorato tanto per diventare qualcuno e conta chi sei, cosa fai e come lo fai tutto il resto ha poco valore e solo se si fanno le cose bene si riesce. Noi giovedì della settimana scorsa abbiamo fatto una partitella, durata una mezz’ora, e mi sono veramente divertito a vederla e nonostante il tocco fosse libero giocavano tutti a due tocchi e in gran velocità dove tutti sapevano esattamente cosa fare, lo volevano fare e in più volevano vincere; prima della gara con il Gubbio ho detto ai ragazzi non aveva importanza chi incontravamo e chi sarebbe andato in campo, basta che giochino undici che avevano partecipato a quella partitella e infatti con gli umbri c’era partecipazione, voglia di fare, di subentrare e abbiamo fatto bene. Ecco perché dico che non ha importanza chi gioca. In questi giorni qualche volta mi sono divertito e qualche volta un po’ meno, ma questa mattina nella rifinitura mi sono divertito”.

“In serie B quando si pensa di aver ottenuto qualche cosa è il momento che inconsciamente viene da mollare e quando lo si fa lo si paga, per questo dico che in tutte le partite ci sono difficoltà in quanto c’è il valore degli avversari, ma ci deve essere anche la capacità propria di mantenere alta la tensione e la concentrazione, la voglia di vincere, di dimostrate e di mettersi in discussione. Fino a oggi all’85-90 per cento delle volte ce l’abbiamo più o meno fatta, ora però è il momento di essere ancora più bravi. Le prossime tre partite saranno importanti per noi nel momento che le dovessimo centrare, mentre lo saranno per i nostri avversari se dovessimo far male. Credo che questo campionato, essendoci quattro squadre che lottano per la A diretta, anche se una potrebbe cedere il passo, si deciderà all’ultima giornata. Il vantaggio di quattro punti è ovviamente meglio averlo, ma non va dimenticato che basta una partita storta per praticamente azzerarlo”.

“Se dopo otto mesi si ha ancora la voglia di lavorare per migliorarsi ulteriormente allora non dico sempre, ma spesso si faranno risultati positivi. Se si migliora in caso di serie A molti di questi giocatori faranno bene, ma se non si migliora nella massima divisione è difficile che faranno bene. I giocatori da quando abbiamo iniziato a oggi sono cresciuti moltissimo, adesso c’è da fare il passaggio più difficile perché è minimo, ma è quello che apre il mondo e ci stiamo lavorando mentre stiamo ancora disputando il campionato. Domani ci sarà una verifica importante perché se qualcuno giocherà con la puzza sotto il naso o di tacco o che si specchierà vorrà dire che non è pronto, non è maturo e non ha capito, invece se domani dal fischio d’inizio si vedrà una squadra che cerca di imporre il proprio gioco, vuole andare a produrre calcio, sapendo che se produce probabilmente ottiene, allora si sarà fatto un altro passo avanti”.