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Aghemo: "I giocatori colpevoli di questa classifica"

di Marina Beccuti

Beppe Aghemo è stato il più veloce presidente del Torino, rimasto al comando della squadra granata per poche settimane. Ora è rimasto un tifoso del Toro e grande esperto di calcio, appassionato di questo sport fin dalla tenerà età. Aghemo è stato anche un buon campione di tennis a livello nazionale. L'abbiamo interpellato per conoscere il suo pensiero sulla situazione difficile del Torino.

Stagione deficitaria quella granata, secondo lei c'è un colpevole individuabile?

"Per me questo è il Toro più brutto mai visto negli oltre cento anni di storia granata. Deludente sotto tutti i punti di vista, poca concentrazione ed impegno. Sì, ci sono stati alcuni torti arbitrali, gol e rigori non concessi, ma io non mi sento rappresentato da questi giocatori che sembra che non abbiano poi così a cuore di rimanere in A".

Si dice che Cairo sia pentito di non aver preso Camolese prima. E' d'accordo con Don Aldo Rabino che, nell'omelia della messa di Superga, ha detto che bisogna costruire il prossimo Toro con lui in panchina?

"Camolese è una gran persona, soprattutto sul piano umano. Può essere che, se fosse stato chiamato prima, ora non saremmo in questa situazione, ma ripeto, la colpa non è degli allenatori, ma dei giocatori. La società è colpevole, a mio avviso, di essere troppo buonista nei loro confronti. Fortuna che Camolese ha cominciato a fare della scelte e sono stati ripescati Franceschini e Vailatti".

Lei parla di società buonista, al posto di Cairo cosa avrebbe fatto?

"Chi non si dava da fare l'avrei messo fuori rosa. Gioca solo chi merita. Sono stato anche presidente del Moncalieri (che disputò anche la C2, ndr) e qualcosa di calcio me ne intendo".

Quanto sono cambiate le cose da Cimminelli a Cairo?

"Questa è una domanda blasfema, non c'è confronto. Cairo dà tutto se stesso per il Toro. Ripeto, per me è troppo buono con i giocatori. Se vogliamo trovargli qualche pecca diciamo che non si è circondato di gente competente, l'ha capito ora prendendo Foschi. Inoltre avrei scelto un vero uomo immagine del Torino, uno come Renato Zaccarelli".

Si aspettava i fischi a Rosina a Superga?

"Purtroppo Rosina quest'anno non ha fatto vedere molto e qualche volta ha avuto degli atteggiamenti un po' provocatori nei confronti dei tifosi. Non l'avrei scelto per leggere i nomi sulla lapide, personalmente non l'avrei nemmeno scelto come capitano".

Lei lo venderebbe?

"Certamente, il mio Toro spero sia senza Rosina. Il problema è che sarà difficile venderlo, l'avrei fatto un anno e mezzo fa, quando lo voleva la Fiorentina".

Come vede il Toro del futuro?

"Intanto terrei solo diciotto giocatori dell'intera rosa e poi comprerei almeno quattro giocatori di alto livello. Darei, ovviamente a Camolese, una rosa che non superi 22/23 giocatori".

Capitolo Filadelfia. Lei ha portato Forieri dal sindaco Chiamparino, ma la situazione pare un po' complicata.

Intanto voglio precisare che non conosco Forieri, bensì un suo collaboratore. Io non c'entro nulla con il Filadeflia, ho solo messo in contatto le parti. Sì, la situazione è complicata, ma possibile. Bisogna solo risolvere il contenzioso delle ipoteche di 38 milioni di euro, situazione in cui ci ha messo Cimminelli per via dei suoi debiti, poi la società è fallita. A fine estate si dovrebbe arrivare alla risoluzione della questione con l'Agenzia delle Entrate, con 500mila euro si dovrebbe chiudere la pratica. Appena il Comune tornerà interamente proprietario del terreno si potrà riparlare di ricostruzione. Nel frattempo bisogna costituire la Fondazione davanti ad un notaio. In luglio ci saranno altri incontri e speriamo che, oltre a Forieri, si facciano avanti altri imprenditori, pronti a finanziare l'impresa. Io sono fiducioso".

 

In collaborazione con Radio Beckwith