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Beccantini: "Il Toro ha bisogno di cognomi affamati"

di Marina Beccuti

TorinoGranata ha chiesto un parere all'esperto di calcio de La Stampa, Roberto Beccantini, il quale con la sua solita lucidità e lungimiranza ha inquadrato la situazione granata.

Cosa pensa della situazione attuale del Torino?
"Mi ricorda, paradossalmente, la crisi della Juventus. Partenza a tutto gas e poi lento, inesorabile declino. Fino all’implosione interna di società, squadra, tifoseria. In entrambi i casi, ho sbagliato pronostico. Il Toro, lo immaginavo molto più competitivo. Capitolo a parte, gli ultra aggressori. Sono delinquenti e come tali vanno trattati. Hanno offerto l’ennesimo alibi ai giocatori. Bruttissima storia".


Regna molta confusione, perché secondo lei?
"Il pesce puzza sempre dalla testa, dicono a Napoli. Sì, regna tanta confusione per l’insicurezza di Cairo, il quale si è ficcato in un labirinto dal quale non riesce a uscire. La giostra di manager e allenatori conferma un disorientamento di fondo che ha finito per contagiare spogliatoio e piccionaia".


Come legge l'addio di Foschi?
"Lo leggo come una sconfitta personale, e non solo con l’arrivo di Petrachi".


Colantuono, Beretta, Colantuono: lei aveva difeso l'ex tecnico del Siena, ma Cairo ha forse battuto ogni record tenendo Beretta solo 41 giorni. Si parla anche di un consistente rosso di bilancio, cosa ne pensa?
"Premesso che mai cambierei in corsa l’allenatore, il trittico da lei citato ribadisce quanto il presidente avesse, e abbia, perso il controllo del Toro. Attenzione, però, a urlare Cairo vattene. Il successore, ammesso che esista (?), potrebbe essere ancora più indeciso, ancora più incompetente. Quanto al “consistente rosso di bilancio”, l’importante è che Cairo non faccia il passo più lungo della gamba. Ricordi che, più di nomi appagati, il Toro ha bisogno di cognomi affamati".


Secondo lei il Torino può ancora farcela a venire in A?
"Se i tifosi gli daranno una mano, perché no. Più che una serie B sembra, oggettivamente, una C1. Nessuno riesce a staccarsi. Il Toro sta galleggiando fra zona play off e area play out. In queste circostanze, serve l’aiuto del popolo. Purtroppo, in Italia si tifa solo quando la propria squadra ha dieci punti sulla seconda. È una moda, detestabile, che non riguarda soltanto i granata. Il tifoso sbircia la classifica e, a ragione, si sente tradito. Però qui è Cairo e qui bisogna saltare. Turarsi il naso, come consigliava Indro Montanelli, resistere alla tentazione di sbranare giocatori che sin qua hanno reso la metà della metà, e gridare forza Toro".


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