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Camolese ha ragione, ma non completamente

di Marina Beccuti

Devo dire che, ogni volta che leggo un commento di Giancarlo Camolese, commento rigorosamente tinto di granata, mi si apre un pezzo di cuore. Leggo e medito con attenzione le parole di un uomo legato al Toro, di un tecnico che ho particolarmente amato, anche se sulla panchina dei granata non ha avuto tutte le fortune che meritava. Uno, Camolese, che conosce l’ambiente di Torino, le pressioni a cui è sottoposto l’allenatore, la passione della tifoseria, la storia del club, le varie vicissitudini che ha vissuto questa società. Insomma, non l’ultimo arrivato.

L’allenatore del Chiasso, squadra che partecipa alla Challenge League del campionato svizzero, in esclusiva per Tuttomercatoweb ha voluto, con il consueto garbo, dare una pennellata su quella che è attualmente la situazione dei granata, senza entrare in disquisizioni tecniche, o su valutazione tattiche, come si conviene ad un tecnico serio, che non pubblicizza se stesso, e che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, il suo amore per il granata.

Ovviamente, sottoscrivo quanto detto da Camolese, e non potrebbe essere altrimenti, facendo però alcuni distingui, che possono essere anche dei rafforzativi del pensiero del tecnico, nato a Torino, ma possono anche significare altro ancora.

Punto 1 - Credo che il Torino stia vivendo un momento negativo di risultati

Effettivamente nel calcio italiano il risultato è quasi sempre tutto, spesso s’identifica la forza e le potenzialità di una squadra con il risultato puro. Vincere giocando male, è meglio di pareggiare o perdere disputando una grande partita. Insomma le valutazioni, sono fatte sul risultato.

Questo vale anche per i giocatori, disputare una pessima partita, ma segnare un gol, ti da più risalto, televisione, interviste, titoli di giornali, che non fare una grande partita al servizio della squadra, senza però trovare la via del gol. Personalmente, giudico prima la prestazione e poi il risultato, restando convinto che giocando al calcio, se non nell’immediatezza, alla fine vengano anche i risultati, e che questi siano più duraturi.

Quanto al Toro, più che un momento negativo di risultati, vedo invece una crisi di gioco, quanto questa sia profonda lo può sapere solo Ventura, e non parlo di modulo, quello è solo un bel numero, nel calcio ci sono undici giocatori, dieci di movimento, se tutti si muovono come una squadra, allora parliamo di calcio. A me non sembra che questa sia la situazione attuale del Torino. Non nego che spesso i risultati facciano crescere, motivazioni, convinzione ed autostima, ma è anche vero il contrario.

Punto 2 - mettere in discussione il lavoro di Ventura mi sembra un'ingiustizia

Il lavoro di Ventura si giudica al presente, con un occhio anche al passato. Oggi come oggi, il Toro costruito da Cairo per “puntare” all’Europa, forse l’anno in cui ci sono stati più investimenti e rinunce a cessioni remunerative (Glik, Maksimovic, Peres), non rispecchia sul campo quello che può essere il lavoro del tecnico durante la settimana. Una stagione storta sotto tanti punti di vista, anche comunicativi, un autogol, almeno per me, tirare in ballo il pubblico che avrebbe influenzato la prestazione dei giocatori. Forse è ingiusto mettere in discussione il lavoro di Ventura, anzi sicuramente lo è, ma fa parte del gioco, lo stesso Radice fu esonerato dopo un primo e due secondi posti, giusto per ribadire le strane dinamiche del calcio.

Va da sè che auguro a Ventura di ridare ai granata dignità gioco, serenità e risultati.

Occorre però che anche il tecnico ligure ci metta qualcosa di suo, perché questa squadra, quella vista in queste ultime partite, dalla partita con l’Udinese, per quanto mi riguarda, è sempre più lontana dall’essere la squadra che può essere “etichettata” come quella di Ventura.

Punto 3 - E' il momento di sostenere un gruppo che ha regalato grandi soddisfazioni

Non c’è il minimo dubbio, questo è il momento di fare quadrato, di sostenere squadra e giocatori, per uscire da questo momento buio. I conti vanno fatti alla fine, cercando però, qualsiasi sia il finale di questa stagione, di non dimenticare quello che è successo. È stato facile dimenticare quello che è successo nella passata stagione, prima del mercato invernale, infatti, quello che è successo dopo, ha stranamente cancellato tutto, scelte sbagliate fatte a luglio 2014 e “cernita” pre natalizia.

Punto 4 - magari questi risultati possono essere derivati anche dalla cattiva forma di qualcuno

Può essere tutto vero, ma giova ricordare, che da inizio stagione il Toro ha sempre regalato (almeno) un tempo all’avversario di turno, tranne rarissimi casi. Cito a memoria Frosinone, il primo tempo contro la Fiorentina in casa, Verona, e quasi tutta la partita d’andata contro il Chievo, Carpi, il secondo tempo contro la Lazio, solo per citare alcune esempi. Non so se è un problema di testa, di forma fisica, di preparazione, ma spesso, più che il singolo, il calo è stato nel collettivo.

Si aggiungano gli infortuni, che sicuramente hanno complicato il lavoro di Ventura, obbligandolo a mettere in campo sempre gli stessi uomini, ma la sensazione, e ribadisco la sensazione, che il Toro giri a mille, non l’ho mai avuta.

Punto 5 - . Immobile? Un giocatore, da solo, non può e non deve ricaricare una squadra. Questa è fatta da tutti i giocatori e le prestazioni del collettivo devono incidere, non di un innesto soltanto

Il collettivo resta l’arma principale di qualsiasi squadra, poi nel collettivo si eleva e si esalta il giocatore di talento. C’è però da sottolineare che Immobile, che presto ritroverà la via del gol, ne sono certo, ha già regalato un gol (su rigore) e quattro assist veri, quelli solo da spingere dentro, per essere più chiari. Non so se Ciro abbia ricaricato l’ambiente e la squadra, ma in questo momento, pensare a quello che sarebbe stato il Toro in queste partite senza Immobile, mi mette malinconia. Un giocatore, seppur bravo, non cambia gli equilibri di una squadra, può migliorarne alcuni aspetti, non ci sono dubbi, ma con Immobile in campo in cinque partite, il Toro ha segnato sette gol, cinque dei quali hanno lo zampino, diretto o quasi, del giocatore campano.

Con la speranza di poter rivedere Camolese legato al Toro, in un qualsiasi ruolo, fosse anche quello di intenditore di calcio e conoscitore del Torino FC, saluto e chiedo scusa, per essermi dilungato più del dovuto.


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