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Carlo Nesti a Radio Vaticana: “Il falso razzismo di Sacchi”

di Marina Beccuti

Il falso razzismo di Sacchi

 

“Mi è spiaciuto molto - dice Carlo Nesti, a Giancarlo La Vella della Radio Vaticana, nella rubrica “Non solo sport” del lunedì, alle 12,35 - che anche persone di provato valore siano cadute nella trappola della contestazione, nei riguardi di Sacchi. La frase era: “Ci sono troppi giocatori di colore nei settori giovanili italiani”. Ora, bisognerebbe sempre valutare prima chi ha rilasciato certe dichiarazioni, e, nel caso si tratti di un individuo di eccelso livello morale, porsi almeno il dubbio se sia stato equivocato, o meno. Quando qualcuno ricorda che gli stranieri, circa 1300, sono il 53 per 100 del totale, tutti sono d’accordo nel ritenere il fenomeno una esagerazione. Ma se qualcuno si azzarda a dire che molti sono di colore, diventa immediatamente un razzista. Ecco: mi sembra che ci sia molto spazio, nel quale ragionare, fra questi 2 estremi! Sacchi ha reso grande il Milan con i Gullit e i Rijkaard, ed è contro il razzismo da sempre. Magari il concetto è stato espresso male, perché migliaia di “nuovi italiani” sono proprio ragazzi di colore, nati nel nostro paese, ma le sue precisazioni sono state immediate, eppure c’è chi le ha ignorate. Sinceramente, mi infastidisce parecchio il perbenismo gratuito, ostentato solo per conquistare le prime pagine”.

 

La calata dei “Drughi” su Roma

 

“Credo che gli appassionati di cinema non abbiano faticato nel riconoscere, nei teppisti olandesi, i famigerati “Drughi” del film del 1971 “Arancia Meccanica”. Si trattava di una banda che, senza motivazioni particolari, praticava su chiunque, quasi per sorteggio, violenza gratuita. Anche nel caso di Roma-Feyenoord, non c’erano di mezzo né reazioni a provocazioni, né disagi sociali, visto che molti dei protagonisti erano stimati professionisti nel loro paese. Quando, grazie al cielo, manca nell’Europa Occidentale una guerra da oltre mezzo secolo, l’aggressività umana, in assenza di valori etici in grado di orientarla, si sfoga nei modi più atroci, e tutto diventa bullismo, senza età e senza limiti. Mi associo, dunque, umanamente, alla dichiarazione del Questore di Roma Nicolò D’Angelo: “Io morti non ne faccio”. Credo però che, se in occasione della prima rissa sono state arrestate 23 persone, sarebbe stato giusto, in Piazza di Spagna, almeno frapporsi fra i delinquenti e i monumenti”.

 

Lotito è in contraddizione con le riforme

 

“Sarà il presidente della Figc Tavecchio ad assumere, in prima persona, la responsabilità delle riforme, avocando a sé la delega assegnata, all’inizio del suo mandato, al presidente della Lazio, e consigliere federale, Lotito. Già la settimana scorsa, avevo sottolineato come fosse il caso innanzitutto di scandalizzarsi per il peccato, prima di linciare mediaticamente il peccatore. Intendo dire: Lotito non ha fatto altro, in una telefonata privata, se non rendere ufficiale un sospetto, che in tanti avevamo. In questo sistema calcistico, basato sui diritti televisivi, dà fastidio l’ascesa di società che hanno pochi tifosi, e cioè pochi potenziali telespettatori. E’ logico, però, che lo stesso Lotito paghi, per le dichiarazioni, a mio giudizio, a causa di una ragione su tutte. Come può occuparsi di riforme chi rappresenta gli interessi, in particolare della Lega Pro, composta da tante piccole squadre, e poi sostiene che proprie le piccole squadre, come il Carpi, non fanno comodo al resto del calcio? Le riforme, infatti, dovranno sempre tutelare, comunque, la base del movimento sportivo”.

 

 

Per il Parma soluzione all’americana

 

“Ieri Tavecchio ha annunciato, per il Parma, una soluzione provvisoria, alla quale avevo accennato la settimana scorsa. Nello sport statunitense, sono le Leghe a ricevere il denaro dalle società per stipendiare i giocatori, e quindi il tragitto degli ingaggi è club di appartenenza-Lega competente-tesserati, e non, direttamente, club di appartenenza-tesserati. Quando le società non consegnano questo denaro alle Leghe, sono le Leghe, attraverso un fondo comune, a pagare i giocatori, perché la regolarità dei campionati è considerata sacra e intoccabile. In Italia, nel caso del Parma, avverrà, fino alla fine della stagione, proprio questo, in modo che gli atleti non abbiano motivo per snobbare le prossime partite, e falsare il torneo. Restano le perplessità sul “prima” e sul “dopo”. Il “prima”: come mai la Covisoc, in estate, aveva consentito l’iscrizione del Parma, già escluso in campo europeo per insolvenze, al campionato? Il “dopo”: una volta attuato questo salvataggio collettivo, che ne sarà del futuro del Parma? Bisogna che il nuovo potenziale proprietario Manenti agisca subito, e con trasparenza, per capire se è in grado di evitare il fallimento”.

 

 

La farsa del derby di Genova

 

“Come spesso succede, un episodio sfortunato porta a galla, e in questo caso l’espressione è pertinente, visto che si parla di pioggia, difetti, che nascono a monte di quell’episodio. La sfortuna consiste nel fatto che il derby Sampdoria-Genoa non si è giocato, perché sabato i 30 millimetri di pioggia si sono concentrati dalle 18,30 in avanti. Quindi, anche con i teloni di protezione, che hanno bisogno di tempo per essere rimossi, il campo sarebbe stato impraticabile. Il fatto è che, allo Stadio Ferraris, i teloni sono custoditi in un magazzino, in quanto non esiste lo spazio, per sistemarli ai bordi del terreno di gara. Fra trasporto e srotolamento, passano circa 2 ore e mezza: un’eternità. Inoltre, le 2 società, che hanno entrambe ambizioni europee, non pagano l’affitto da tempo, tanto che il debito è di 2 milioni di Euro. In sostanza, è emersa la realtà di un impianto che, in questo momento, è in stato di parziale abbandono, perché Sampdoria e Genoa vorrebbero occuparsi direttamente dello stadio, mentre, al contrario, è curato dal Consorzio Stadium. In conclusione: nulla di nuovo sotto il sole, anzi, in questo caso, sotto la pioggia”.

 

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