Carlo Nesti, Idem: la missione di inserire "Sport" nella Costituzione
Dall'associazione fra "sport, turismo e spettacolo", alla quale eravamo abituati, all'associazione fra "sport, pari opportunità e politiche giovanili".
Può sembrare un "gioco di prestigio" di parole, nei nebbiosi scenari di tanti Ministeri nati ambiziosi, e morti fastidiosi. Ma, questa volta, mi sento di dare un calcio al pessimismo.
La fiducia è accentuata dal nome e cognome della nuova "ministra", come ci tiene a essere chiamata: Josefa Idem. Cinquant'anni a settembre, ex canoista, 8 volte olimpionica, 2 volte per la Germania Ovest, e 6 per l'Italia.
Fin dal principio, non ha considerato l'incarico un "punto di arrivo", prerogativa di chi, in Italia, fa politica per mestiere e guadagno, e non per ideali e servizio. Ha una “missione”: inserire la parola "sport" nella Costituzione.
In pochi, hanno il coraggio di scrivere perché il vocabolo è così trascurato. Il fascismo aveva usato lo sport come "veicolo di propaganda del regime"? Ebbene: abbasso lo sport, nel timore che potesse essere strumentalizzato da nuovi "uomini forti"!
L'educazione fisica, in Italia, è sempre stata emarginata, se non disprezzata, dai politici, come il "rischio di una calamità nazionale", alla faccia del denaro che la Sanità avrebbe risparmiato, prescrivendo ai mutuati, come in Francia, dosi di "moto", invece che "pillole".
Con Josefa Idem, e il suo desiderio di mettere sullo stesso piano normodotati e disabili, bianchi e neri, grazie all'ecumenismo dello sport, forse è l'occasione per porre fine a questa "spazzatura culturale”. Forse. Perché, in Italia, le novità dettate dal buon senso, e non dalle lobbies, hanno scarso successo.
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