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Carlo Nesti: “Inter granitica stile Herrera”

di Marina Beccuti

Il destino decide di voltare le spalle alle protagoniste del recente passato: la Juventus, raggiunta al 92’, e la Roma, battuta da un autogol all’85’.

 

Le provinciali che non ti aspetti, Sassuolo e Chievo, toccano il cielo con un dito, mentre la Sampdoria è trascinata dal fenomeno Eder.

 

L’Inter granitica di Melo e Medel eguaglia le 5 vittorie su 5 di 49 anni fa di Helenio Herrera, con una difesa degna di quel passato: 1 solo gol al passivo.

 

La Juventus, al contrario, ottiene il minimo risultato con il massimo sforzo: 36 tiri sono un’enormità, eppure non evitano, come contro l’Udinese, la beffa.

 

La Fiorentina sbuca alle spalle dei nerazzurri, e il fattore “K” di Kuba e Kalinic è l’impronta del nuovo corso di Paulo Sousa, con Borja Valero leader.

 

Il Torino non può pretendere nulla da un solo tiro in porta, e se Quagliarella è stanco, servirebbe dall’inizio la fisicità di Belotti o Maxi Lopez.

 

Il Milan viene spiegato attraverso i gol: 8 segnati dicono che l’attacco è ricco di soluzioni, compreso Balotelli, ma altrettanti subiti sono troppi.

 

La Lazio-baby di Anderson, Kishna e Milinkovic salva Pioli, che sarebbe stato condannato, comunque, da defezioni-chiave: De Vrij, Biglia, Candreva e Klose.

 

La Roma, centrando lo specchio della porta il doppio degli avversari, si imbatte in Viviano, più forte della classe di Pjanic, Iago, Dzeko e Salah.

 

Dal Napoli, dopo il 10-0 contro Bruges e Lazio, si esigeva il salto di qualità, perché chi pensa in grande deve riuscire a superare il Carpi.

 

 

(“EDITORIALE” PER RADIO SPORTIVA)

 

 

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