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Caro Toro, dov'è finito il tuo "Psicologo"?

di Marina Beccuti
Fonte: Gabriele Micheletto per TorinoGranata

La partita di ieri è stata per il Torino l'ennesima dimostrazione che l'unica cosa a mancare sembra essere ciò che ha sempre caratterizzato il Toro, la cattiveria.

I ragazzi di Ventura pressano, corrono, creano buone opportunità sotto porta ma finiscono sempre per fallire, fatta eccezione per il ta-pin vincente di Belotti, uno che quest'anno di gol praticamente fatti ne ha sbagliati una miriade. A questo punto la colpa a chi è da imputare? Sempre ammesso che ci sia un colpevole. Da una parte mister Ventura continua a proporre un calcio quanto meno vecchio, con i reparti troppo lontani tra loro, e con il singolo che non tenta mai la giocata, dall'altra parte ci sono i giocatori con la loro debolezza psicologica, in parte giustificata dalla loro giovane età.

C'è da dire che Ventura, in questi anni in granata, è sempre stato apprezzato per la sua capacità di riscoprire giocatori che sembravano persi e incapaci di esprimere le proprie potenzialità, basti pensare a Cerci e Immobile, e di far crescere grandi talenti come Glik e Maksimović. Dagli addetti ai lavori era stato definito un allenatore psicologo, proprio per questa sua capacità di dialogo che lo portava ad ottenere ottimi risultati dai suoi uomini. Forse è proprio questo ciò che è venuto a mancare al Torino, Ventura sembra aver perso quella sua capacità che lo rendeva speciale rispetto agli altri allenatori italiani e tutti i tifosi sperano che riesca a ritrovarla in vista dei due anni di contratto che ancora lo legano al Toro.


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