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Civitarese: " Domenica il Toro non deve avere paura"

di Raffaella Bon

Domenica si vivrà la resa dei conti, partita da dentro o fuori dove i nervi dovranno essere ben saldi. Abbiamo intervistato il mental coach Roberto Civitarese, che lavora anche su grandi campioni, per spiegarci l'aspetto psicologico della partita di domenica all'Olimpico di Torino. 

Chi è il mental coach?
Sostanzialmente é un allenatore mentale, consiste nel creare un modello mentale positivo che consenta all'atleta di poter attingere alle proprie risorse per conseguire il risultato. Nel nostro paese, soprattutto nel calcio, non c'é ancora la conoscenza di chi é o cosa fa il mental coach e quindi le società pensano di non averne bisogno. Quando si accorgono che nonostante la preparazione tecnica e la cura del fisico ci sono dei veri e propri blocchi mentali allora corrono ai ripari"

 Torino-Padova che partita sarà?
Io parto dal presupposto che non conosco la realtà. Posso dire che le due situazioni sono letteralmente diverse, da una parte c'è il Torino che si complicato il raggiungimento dell'obiettivo minimo stagionale , per c'è rischio che affronti questa partita con paura. Il Padova invece ha un atteggiamento totalmente diverso, ha superato il momento difficile con il cambio di panchina ed ora sogna di arrivare ad un traguardo inatteso. A questo punto subentrano due forze diverse, una leva negativa del dolore del Toro, che può anche non arrivare ai play off e a quel punto si aprirebbe la una crisi societaria e tecnica e una leva del piacere, da parte del Padova , che cercheranno di esprimersi ai massimi livelli per accarezzare il sogno dei play off e, comunque andrà a finire, non avranno perso niente, perchè era un traguardo inatteso.


Ma il Torino può andare in crisi domenica?
La squadra va in campo con la paura di non farcela e senza dubbio questo complica le cose, il livello mentale è importantissimo. A questo punto il Toro deve pensare solo alle forze tecniche e come metterle in campo . Non deve pensare assolutamente alla difficoltà della partita e al risultato, altrimenti entrerebbe in campo un risultato negativo di stato d'animo che condizionerebbe le azioni.


Ma in questa settimana sarebbe servito un lavoro di supporto psicologico?
Non è ora che bisogna affidarsi o meno ad una componente mentale. Il problema è che nel calcio ci si affida ancora poco allo psicologo, anzi si vede come figura estranea. Lo scorso anno quando la Lazio andava male , fu chiamato uno psicologo ma vi rimase solo dodici ore e poi fu costretto a lasciare subito. C'è veramente troppo scetticismo intorno alla nostra figura. Se io fossi andato in questo momento al Toro avrei avuto enormi difficoltà nel farmi accettare. 


Invece il  vostro ruolo è fondamentale e a proposito vale ricordare il  lavoro che lei ha fatto a Reggio con alcuni giocatori.
Si il calcio è cambiato, mentre si dà grande rilievo al preparatore fisico che qualche tempo fa non c'era, per noi c'è ancora una chiusura netta, ma questo succede per la nostra cultura e per mancanza di coraggio. Mentre nel calcio ci sono degli equilibri importantissimi dal punto di visto psicologico, degli stati d' animo.


Infatti il Torino pare avere problemi soprattutto di testa.
Senza dubbio vedendo i giocatori sono tutti di alto livello.


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