D'Amico: "Toro attento, il Padova è forte in contropiede"
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Abbiamo intervistato in esclusiva Vincenzo D’Amico, calcisticamente cresciuto nelle giovanili della Lazio e poi passato in prima squadra nella quale ha militato dal 1972 al 1986, con una parentesi nel Torino nella stagione ‘80-’81. Attualmente è opinionista Rai. Con lui abbiamo fatto il punto sull’ultima giornata di serie B. A parte le sorprese Novara e Varese che, provenienti dalla Lega Pro, si sono conquistati con anticipo i playoff, il Padova per quello che ha fatto dall’arrivo di Dal Canto meriterebbe la serie A. Il Torino è atteso da una gara molto delicata. Una vera lotteria per evitare i playout spetta a Cittadella, Sassuolo, Ascoli, AlbinoLeffe e Piacenza.
Manca un turno alla fine. Un bilancio di questa serie B
“Un campionato esaltante, come tutti quelli di serie B, perché ogni anno ci sono delle sorprese, anche se qualcuna doveva arrivare ed invece non è arrivata. Sicuramente nessuno si sarebbe aspettato il Varese e il Novara ai playoff con un a certa facilità visto che erano delle neo-promosse. Io sono sorpreso mi aspettavo dal Padova, che fino ad un certo punto era fuori, poi con l’arrivo di Dal Canto - che io non conosco, ma stimo moltissimo, perché si vede dalla faccia che è una brava persona – c’è stato un salto di qualità e i risultati gli hanno dato ragione. Il Padova sembrava che cercasse un allenatore al posto di Calori e provvisoriamente aveva scelto Dal Canto (che allenava la Primavera, ndr) e invece la squadra lo ha seguito fino alla fine e oggi si gioca a Torino la possibilità dei playoff. Devo dire che è una sorpresa piacevolissima e il Padova meriterebbe la serie A”.
A proposito di Torino-Padova che partita sarà?
“Intanto il Padova ha due risultati su tre e quindi ha la possibilità di giocarsela come vuole. Il Torino deve vincere per forza, di conseguenza deve cercare di scoprirsi un po’ e attenzione che il Padova è forte in contropiede. Quindi una partita molto molto delicata, soprattutto per il Torino. Anche perché dal Torino ci aspettavamo i playoff certi, dal Padova no”.
Atalanta e Siena, già da tempo promosse in serie A, cambieranno allenatore seppur per motivi differenti. Allenatori ambiziosi o società che mutano strategia a seconda della categoria in cui giocano?
“Direi piuttosto società che non trattengono allenatori che vogliono andare via e di volta in volta cercano un allenatore che abbia degli stimoli. Stimoli che probabilmente non avrebbero, più Conte al Siena e Colantuono all’Atalanta, se fossero restati”.
Tutto da decidere per i playout. Con cinque formazioni che provano a evitarli. Quali squadre sono più a rischio e perché?
“Io facci il tifo per l’Ascoli perché senza i sette punti di penalizzazione ne avrebbe cinquantatre e sarebbe più che salvo, direi tranquillissimo. Io sono vicino ai giocatori dell’Ascoli poiché questa situazione non è dipesa da loro, ma dalla società. Non faccio più il tifo per il Sassuolo perché ha fatto fuori l’allenatore, il mio fraterno amico Gregucci. Il Cittadella è una squadra simpatica. L’Albinoleffe ha avuto un campionato troppo altalenante. Veramente imbarazzo nella scelta. Il Piacenza ad un certo punto, prima che Cacia stesse fuori a lungo, fra l’infortunio e le troppe giornate di squalifica, poteva avere pure la possibilità di arrivare ai playoff e invece ora addirittura rischia i playout e non lo meriterebbe. E’ tutto da giocare. Certo che Cittadella e Sassuolo, che hanno due punti in più, sono avvantaggiate. Tutte queste cinque squadre giocano con formazioni che ormai, per un motivo o per l’altro, non hanno più grandi motivazioni per impegnarsi (Cittadella-Pescara, Sassuolo-Reggina, Ascoli-Triestina, AlbinoLeffe-Siena e Varese-Piacenza, ndr) e quelle che già sanno di accedere ai playoff avranno l’occasione per far riposare qualche giocatore, quindi veramente ci sarà una lotteria”.