ESCLUSIVA TG – A. Bianchi: “Senza Zapata è più probabile che il Torino giochi con il 3-5-1-1, altrimenti mancherebbero ricambi di qualità in attacco”
Fonte: Elena Rossin
Andrea Bianchi è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Bianchi è un collaboratore tecnico e match analyst ed ha lavorato allo Spartak Mosca insieme a Paolo Vanoli vincendo la Coppa di Russia nella stagione 2021-‘22. Ha anche lavorato nel Krasnodar dal 2019 al 2021 contribuendo a far arrivare la squadra russa al terzo posto con tanto di qualificazione ai play off Champions ed arrivando al terzo posto nel girone e facendo poi l’Europa League. Dopo l’esperienza allo Spartak Mosca è tornato in Italia all’Hellas Verona nella stagione 2022-’23 e nella successiva è ritornato in Russia all’Ural Ekaterinburg che militava nella Prem'er-Liga, corrispondente alla nostra Serie A. Attualmente sta frequentando a Coverciano il Corso UEFA A, qualifica che consente di fare il vice allenatore in Serie A e B. Parla oltre ovviamente all’italiano anche russo, inglese, francese e spagnolo e sta studiando il portoghese perché ritiene importantissimo nel calcio parlare molte lingue al fine di poter comunicare con i giocatori direttamente senza l’ausilio di interpreti per farsi capire. Con lui abbiamo analizzato come potrebbe giocare il Torino dopo l’infortunio accaduto a Zapata.
Vanoli come potrebbe sopperire all’assenza forzata di Zapata, finora attaccante principale e capitano del Torino?
“Indubbiamente Zapata è l’attaccante fondamentale del Torino e prima di tutto è anche il capitano della squadra ed ha un’esperienza importantissima sia nello spogliatoio sia in campo. E se Vanoli ha scelto Duvan come capitano è perché ha esaminato tutte le dinamiche essendo un super studioso. Vanoli non solo è un allenatore, ma vive anche di calcio e passa tutta la giornata a studiare sta al campo anche fino alle 21 e poi dopo una cena veloce a casa continua a studiare. Per cui indubbiamente sta già valutando soluzioni da adottare per sopperire all’infortunio di Zapata. Essendo successo subito prima della pausa del campionato ha almeno un po’ più di tempo per pensarci.
Il Torino quest’anno è differente da quello dell’anno scorso che aveva giocatori nel ruolo di ali come Radonjic che attualmente non ci sono più per cui l’ipotesi di passare dal 3-5-2 al 3-4-3 è più complicata non essendoci ali di ruolo, potrebbe essere una soluzione d’emergenza visto che ci sono calciatori come Lazaro, Pedersen, Borna Sosa e Vojvoda che sono tutti quinti. Vlasic potrebbe essere utilizzato però in realtà è una finta ala poiché a lui piace giocare tanto dentro e Karamoh è un altro a cui piace giocare dentro ed attaccare la profondità, Adams è una seconda punta e Sanabria può fare la prima punta. Vanoli potrebbe quindi adottare il 3-5-1-1con Valsic o Adams sotto la prima punta Sanabria. Oppure con il 3-4-2-1 con Adams e Vlasic alle spalle di Sanabria. Ma poi sorge un problema”.
Quale problema?
“Gli mancherebbero le sostituzioni di qualità. Disporrebbe solo di Karamoh, che finora non ha giocato molto: 111 minuti fra Serie A e Coppa Italia in un totale di sei partite, e del giovane Njie, che attualmente è anche lui infortunato. La squadra è stata costruita per giocare con il 3-5-2 perché non ci sono ali di ruolo. Vlasic con Juric faceva anche la fase difensiva visto che giocavano a uomo e tutti erano obbligati a rientrare, ma è anche vero che il croato, lo conosco molto bene poiché ha giocato in Russia nel Cska Mosca, è un giocatore che ha bisogno di libertà di movimento perché è quello che fa la giocata e se ha spazio può far male agli avversari anche se gli manca un po’ l’ultimo passaggio seppur abbia dribbling, tecnica, è forte nell’uno contro uno e anche se non è uno scattista quando ha la palla ha lo strappo, ma non è uno che fornisce molti assist seppur ne abbia fatto uno per Adams nella partita con la Lazio, ma nelle precedenti cinque stagioni ne aveva fatti ventisei, non proprio pochissimi però neppure molti. Vlasic è uno propenso piuttosto a segnare anche se nel Torino finora lo ha fatto solo nove volte, ma nei cinque campionati precedenti di reti ne aveva messe a segno trentatré. Ha tiro da fuori sia con il destro sia con il sinistro, usa bene i due piedi come nessun altro al Torino. Vanoli comunque potrebbe anche utilizzare un’altra soluzione”.
Quale altra soluzione?
“Con la difesa a quattro tanto più che finora il 3-5-2 era un po’ mascherato poiché Adams giocava da sotto punta e veniva alternato a Sanabria con Zapata punto fisso. Vanoli magari cambia due-tre giocatori, ma la struttura della sua squadra è alquanto precisa. Difficile fare il 3-4-3 a meno che non metta in campo quattro quinti, Lazaro, Pedersen, Sosa e Vojvoda, però poi davanti rimane senza ricambi quindi è più probabile il 3-5-1-1, come ho detto prima, in modo da avere un cambio di qualità in panchina con ballottaggio fra Vlasic e Adams dietro a Sanabria e in mezzo al campo Ricci, Linetty e Ilic con le alterative Tameze e Gineitis. Ricci e Linetty fanno tanti chilometri in campo e Samuele ha strappo e qualità tecniche. Anche e Tameze come ha fatto con l’Atalanta ha giocato da difensore, anche noi al Verona lo impiegavamo in questo ruolo, così come viene anche utilizzato Vojvoda. Tameze consente di poterlo utilizzare in difesa oppure in mezzo al campo. A centrocampo comunque i titolari sono Ricci, Linetty e Ilic con appunto Gineitis e Tameze come alternative.
A Vanoli piace l’attaccante fisico che gli permette di utilizzare le costruzioni dal basso anche con il portiere, ma se la squadra viene pressata alta vuole un attaccante che possa tenere la palla e che faccia le giocate. Il Torino ha fatto tre gol in fotocopia che spiegano quello che ricerca Vanoli: con il Milan quando c’è stato il velo e poi la giocata con il cross per Bellanova; con l’Atalanta la rete di Ilic; e il primo gol con il Verona, quello di Sanabria. E’ chiaro che Zapata mancherà perché è una pedina importante per lo spogliatoio e per il campo, vedendo la rosa”.
Provare alternative non è facile per Vanoli visto che tanti giocatori sono via con le rispettive Nazionali.
“Già, soprattutto in attacco visto che non ci sono Adams e Sanabria, che con il Paarguay giocherà martedì 15 notte, e Njie è infortunato. Peseranno meno le assenze di Walukiewicz e Maripán, che tanto è squalificato, e Vojvoda perché, come si diceva, in difesa può essere utilizzato Tameze con Coco e Masina. Un po’ più complicato a centrocampo visto che sono via Ricci, Gineitis, Pedersen e Sosa e va capita l’entità dell’infiammazione al tendine d’Achille di Ilic”.
La strada di cercare un sostituto di Zapata fra gli svincolati è percorribile, magari per tamponare la situazione fino a gennaio quando riaprirà il mercato?
“Secondo me, in questo caso sì. Non so come la pensi Vanoli, ma essendo un allenatore che studia tantissimo di certo starà vagliando anche questa ipotesi valutando se fra gli svincolati c’è qualche attaccante che possa sposarsi con la sua idea di calcio. Poi bisogna anche vedere come la pensano il direttore sportivo Vagnati e il presidente Cairo.
Vanoli indipendentemente da tutto non cambia la struttura del suo lavoro, ma gli attaccanti gli servono e stare più di una settimana senza quasi attaccanti a disposizione negli allenamenti non è facile, certo può utilizzare ragazzi della Primavera come aveva fatto quest’estate in ritiro a Pinzolo o come fa normalmente durante la stagione, anche perché nell’immediato non ha altre alternative. Valuterà anche questi giovani seppur non sia la stessa cosa che avere un attaccante molto più esperto.
Intervenire sul mercato degli svincolati comporta anche incidere sul budget, però il Torino aveva iniziato molto bene il campionato, anche se poi ha perso le ultime tre partite comprendendo la Coppa Italia. La difesa è completamente diversa da quella dell’anno scorso, ci sono Coco, Walukiewicz e Maripán che sono nuovi, e non c’è più anche Bellanova e ora anche Zapata e per metabolizzare tutto ci vuole tempo. Lo dice anche Vanoli perché ci tiene perché è innamorato della sua squadra e del suo lavoro, dorme anche poco perché non fa che pensare al calcio.
Lui è anche molto legato al suo staff, e io sono contentissimo di averne fatto parte, e di certo nelle riunioni di questi giorni cercheranno tutti insieme la soluzione migliore per sopperire all’assenza di Zapata: Paolo prenderà la decisione, ma il suo staff non è da meno e lo supporterà. Nello staff ci sono persone che da anni lavorano con lui, da Zuccher ad Ascenzi e Godinho è con lui dai tempi del Venezia e Vanoli si fida di loro.
Il mister ha le idee molto chiare non fa giocare la squadra con palla lunga e pedalare e sa di calcio, come i componenti del suo staff e porteranno avanti la loro filosofia. Con il Milan, l’Atalanta e anche nel primo tempo con la Lazio il Torino ha giocato bene poi ha subito due gol praticamente identici perché la Lazio ha lavorato bene in pressione ed è chiaro che Baroni abbia studiato bene il Torino costringendo i granata a stare larghi e non facendoli giocare dentro. Isaksen e Zaccagni andavano dentro a pressare i due terzi. C’era pressione con il 4-2-4 alzando Zaccagni su Vojvoda in modo da orientarlo all’esterno e appena il kosovaro lo faceva aveva il terzino addosso quindi per il Torino era difficile giocare perché le due punte della Lazio stavano strette e i biancocelesti indirizzavano il palleggio sui due terzi aspettando che il Torino giocasse la palla esterna per poi andare in pressione con i terzini sui quinti. La Lazio più che pressare alto ha fatto un blocco medio di pressione aspettando a centrocampo il Torino che faceva girare la palla e nel momento in cui i due terzi, Vojvoda e Masina, Baroni faceva andare la palla su di loro per pii andare con i terzini sui quinti in modo da chiudere le giocate al Torino e infatti il primo gol è nato dal giro palla, tamponamento esterno, recupero e transizione. E il secondo indirizzavano gli esterni, tamponamento, giocata esterna e poi la Lazio ha messo la palla dentro e ha fatto gol. Ma entrambi i gol sono fotocopia e sono nati con due blocchi medi. Dopo cinque giornate alla sesta Baroni ha dovuto fare qualche cosa di diverso che gli altri non erano riusciti a fare contro il Torino: ha ridimensionato un po’ il centrocampo lasciando Guendouzi e Rovella dentro. Era un 4-4-2 che diventava 4-2-4 nel momento in cui la palla girava e andava sui terzi di difesa, Vojvoda e Masina, e uscendo con le ali, che facevano tempi di corsa a orientare, li obbligavano a giocare esterni infatti ogni volta che girava la palla Zaccagni guardava dietro per vedere se il terzino di destra o quello di sinistra erano pronti ad uscire. La tattica di Baroni in quella partita è chiara: le punte stavano strette e obbligavano il Torino a far girare palla per poi andare esterno e tamponavano lì, anche perché giocano a quattro i quinti possono soffrire e l’unica vera giocata che ha fatto il Torino, quella con il velo di Zapata, l’ha fatta all’inizio del secondo tempo su transizione recuperando palla a centrocampo e poi andando esterno e ha giocato con il quinto dentro, velo e poi è andato dall’altra parte, ma fino a quando il Torino ha provato a sviluppare e la Lazio difendeva in blocco medio i granata non sono mai riusciti a fare questo tipo di giocate o al più c’è riuscito una o due volte. Penso che Baroni abbia studiato bene la partita in fase difensiva”.
Dopo la sosta per le Nazionali il Torino andrà a Cagliari, senza Zapata quali difficoltà potrebbe incontrare in questa partita?
“Il Torino troverà sicuramente uno stadio caldo perché così sono i cagliaritani, ma Vanoli conosce l’ambiente per averlo affrontato quando era al Venezia. Nicola nelle ultime due partite battendo il Parma e pareggiando con la Juventus ha tirato un po’ su il morale della squadra. Quindi mi aspetto una partita studiata bene da entrambi gli allenatori e soprattutto Paolo lavora molto sui dettagli e crede tanto nello studio dell’avversario e non ho dubbi che abbia già pronto lo studio sul Cagliari e avrà già anche analizzato la gara dei sardi con la Juventus. Per questo penso che sarà una partita che si deciderà sui dettagli, il Cagliari dovrebbe giocare con il 3-5-2, e sulle seconde palle. Nicola e Vanoli amano molto le giocate dai terzi e dai quinti per questo dico che le seconde palle saranno fondamentali come anche i duelli. Nicol ha sempre salvato le sue squadre perché i suoi calciatori arrivavano prima degli avversari, grazie allo spirito che lui trasmetteva a loro, rubando quel centimetro agli altri anche se erano più bravi. Il crederci che trasmette Nicola ha fatto la differenza a Salerno, Torino, Udine, Crotone ed Empoli: sono state tutte salvezze di carattere, ma anche di gioco perché ci ha aggiunto un po’ del suo, però più di carattere. Davide e Paolo sono due allenatori di grande carisma e la squadra che avrà più, come si dice, cazzimma anche sulle seconde palle e il gioco, per entrambe, si baserà sul blocco medio e orienteranno molto per poi andare in pressione. Chi vincerà il centimetro sulle seconde palle vincerà anche la partita”.