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ESCLUSIVA TG – Abbruscato: “L’obiettivo primario del Torino è trovare l’identità in campo”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Elvis Abbruscato è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Abbruscato ha giocato nel Torino nelle stagioni 2006-2007 e 2008-2009 e poi nel Pescara 2012-2013, attualmente è l’allenatore della Berretti dell’Arezzo. Con lui abbiamo parlato della partita di questa sera tra le sue ex squadre.

Il Torino ha reso finora meno delle aspettative e il Pescara da neo promossa sta raccogliendo complimenti per il gioco che esprime e le due squadre hanno gli stessi punti in classifica, quattro dopo altrettante giornate. Che partita sarà?

“Il Pescara cercherà di contenere il Torino che viene da due risultati non buoni, però, le prestazioni non sono state brutte e sicuramente a Bergamo i granata meritavano di più della sconfitta e il pareggio con l’Empoli è scaturito dall’aver trovato un avversario organizzato e difficile da affrontare perché si chiude molto bene. Se il Torino con il Pescara cercherà di gestire la gara provando a far venire fuori gli avversari, che potrebbero fare una partita di rimessa, ha probabilità di ottenere i tre punti”.

Entrambi gli allenatori avranno qualche problema di formazione perché hanno giocatori infortunati, questo condizionerà la partita?

“La squadra che affronterà nel modo più intelligente la partita ponendo più attenzione a livello tattico e con meno ansia vincerà. Le assenze del Pescara peseranno di più, anche se è vero che il Torino ha giocatori chiave non disponibili, ma chi sostituirà gli infortunati non è da meno, quindi, non darei un peso particolare al fatto che Belotti potrebbe giocare solo uno spezzone di partita o che comunque rientra dopo uno stop. Belotti è sicuramente un giocatore fortissimo e un’arma importante per il Torino, ma chi lo sostituisce, secondo me, deve stare sereno è fare ciò che sa. Boyè è un giocatore straordinario e domenica con l’Empoli avrebbe meritato di fare gol. Il Torino ha ottimi ricambi ed è ben coperto in tutti i reparti, quindi, è per questo che dico che peseranno maggiormente le assenze nel Pescara”.

Il Torino ha sofferto le squadre che si difendono con ordine e chiudono gli spazi. Con il Pescara c’è lo stesso rischio?

“Le difficoltà che ha avuto il Torino sono imputabili alla frenesia del voler fare risultato soprattutto con l’Empoli poiché i granata giocavano in casa ed erano spinti dal pubblico a cercare di vincere e i giocatori volendo fare gol velocemente hanno finito per essere meno lucidi. In queste partite, invece, bisogna avere pazienza e fare girare la palla e appena gli avversari concedono spazi bisogna sfruttarli per fare male. La partita deve essere condotta in modo più intelligente senza farsi prendere dalla foga di segnare al più presto facendo correre l’avversario e prendendolo per sfinimento”.

Che idea si è fatto del Torino di quest’anno, perché alla luce dell’inizio di campionato alcuni sono passati dall’entusiasmo alla perplessità?

“La squadra sta cercando di seguire le idee, la filosofia e il metodo di Mihajlovic e spero che continui a farlo senza lasciarsi prendere dai turbamenti e dai punti di domanda. In una piazza come quella di Torino dove i dubbi sorgono velocemente e dove si fa in fretta a catapultarsi nei ricordi, magari rimembrando il periodo di Ventura, secondo me, bisogna dimenticare quello che è stato perché c’è un allenatore nuovo che ha un approccio e uno stile di gioco differenti e bisogna sostenere la squadra a prescindere dalle difficoltà di questo momento e dal fatto che ancora non si è visto il Toro che tutti si aspettano. Nel calcio l’allenatore è la prima persona che si mette in discussione in rapporto ai risultati e la forza della società in questo momento è tutelare il mister, il gioco, gli assenti e quelli che li sostituiscono e andare avanti sulla strada intrapresa, questo a mio parere è fondamentale. Se, invece, si ricorda il periodo precedente, si rischia di fare ancora di più fatica”.

Oddo e il Pescara finora hanno ricevuto tanti complimenti, ma la squadra dove può arrivare?

“Deve chiaramente costruire la salvezza nelle partite in casa e può farcela. Mi piacciono i princìpi di gioco di Oddo e come il Pescara ha affrontato e affronta i campionati da quando lui è in panchina, ma è chiaro che la serie A è diversa dalla B e Oddo lo sa benissimo, per affrontare la massima serie serve che l’ossatura della squadra siano di livello, se mancano difficilmente si può disputare un campionato tranquillo. Il Pescara lavora sui giovani e sul possesso palla di qualità e questa strada è un po’ più difficile, ma non è detto che non sia perseguibile. I risultati contano molto e Pescara è una città dove si sente la pressione, ma credo che Oddo, per quello che ha fatto, abbia un bonus poiché l’anno scorso ha fatto molto bene”.

L’obiettivo posto da Mihajlovic di provare a lottare per l’Europa continua a essere valido anche se ci sono delle difficoltà?

“Parlando da tifoso e da allenatore dico che l’obiettivo primario in questo momento per il Toro è trovare l’identità in campo e poi su questo costruire il campionato. Qualunque proclama adesso può essere un’arma a doppio taglio”.

Parlando di lei e della sua Berretti, quali obiettivi avete?

“Vincere, questo è l’obiettivo che si deve sempre avere, poi è chiaro che le vittorie si costruiscono attraverso un lavoro progressivo tattico, fisico e tecnico. Il mio compito è di far crescere i giovani dando un’anima e un’identità alla squadra per costruire un campionato e mantenerlo. Mi piace una squadra coerente e intelligente e che non si faccia prendere dai risultati e che sia capace di reggere le pressioni. La squadra è molto giovane, sono tutti ‘99, quindi l’obiettivo è crescere cercando di fare bene com’è accaduto l’anno scorso. Non sarà semplice perché è un campionato che io non ho mai affrontato, ma per natura voglio sempre vincere, quindi, desidero trasmettere questa mentalità. Ho bisogno di rapportarmi con le altre squadre perché devo capire a che punto siamo”.


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