ESCLUSIVA TG – Fusi: “Il Torino punti su chi capisce cosa vuol dire indossarne la maglia”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Luca Fusi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fusi ha giocato nel Torino dal 1990 al 1994 conquistando la Coppa Italia del 1993, attualmente allena i Giovanissimi ‘99 del Mondo Calcio a Igea Marina. Con lui abbiamo parlato del mercato della sua ex squadra.
Come giudica l’inizio del mercato del Torino?
“Credo che la società stia valutando tante situazioni e cercando quei giocatori che si adattano di più allo spirito del Toro. Non si può puntare a dei grandissimi nomi, ma su giocatori che per quello che hanno già fatto o comunque per sentito dire siano quelli giusti per indossare questa maglia”.
Dato per scontato che l’obiettivo per la prossima stagione è ottenere almeno ciò che si è raggiunto in questo campionato, cosa manca in organico?
“Ci vorrebbe una salvezza un po’ più tranquilla rispetto a quella ottenuta nel finale dello scorso campionato cercando di avvicinarsi al centro della classifica, che è una pozione alla quale il Toro può ambire. Per quel che riguarda i giocatori non è tanto trovare i titolari o le riserve, ma in questo momento, purtroppo, una società come il Torino deve fare delle valutazioni su situazioni in corso, magari ci sono calciatori che oggi hanno la speranza di accasarsi in squadre che ora sono più appetibili del Torino e questi stessi giocatori fra qualche giorno o qualche settimana, quando certe porte si sono chiuse, possono pensare di prendere in considerazione di vestire la maglia granata. Il Torino deve attendere le situazioni favorevoli che si possono creare in modo da investire su determinati giocatori che oggi non si possono acquistare. Ai miei tempi, che ormai sono lontani, il Toro poteva pensare di ottenere subito le prime scelte perché i giocatori accettavano subito il Torino, adesso invece, come nel caso di Ogbonna a fronte di offerte interessanti vanno da altre parti. La stessa cosa capita con giocatori in entrata che sono sul mercato e prima di dire che vengono al Torino cercano altre opportunità, purtroppo la squadra e la società non si sono ancora assestate nel migliore dei modi, per questo molti giocatori scelgono altre destinazioni”.
Ventura, come tutti gli allenatori, gradirebbe avere i giocatori per il primo giorno del ritiro. L’arrivo a preparazione in corso di calciatori che colmano buchi nell’undici titolare in che modo incide sulla stagione e sugli obiettivi?
“Sarebbe importantissimo partire dal primo giorno con tutta la rosa al completo in modo che l’allenatore sappia esattamente su chi può contare, comunque se a preparazione iniziata vengono inseriti due o tre giocatori importanti non è un grosso problema quando si ha l’ossatura della squadra. Il vero problema è avere una base sulla quale poter lavorare da subito e poi con il mercato altalenante e pieno di sorprese si possono coprire quei buchi che si sono evidenziati con la preparazione, il ritiro è fatto per capire anche quali sono le problematiche che può avere il gruppo in modo che si possa intervenire in sede di calciomercato. Giocatori di livello e di qualità che arrivano anche a fine agosto in un attimo sanno inserirsi in squadra”.
Chi vedrebbe bene per completare la squadra?
“Di giocatori ce ne sono tanti sia di giovani sia di quelli che vengono dalla serie B o di quelli che hanno fatto la loro prima apparizione in A l’anno scorso o anche di esperti che devono prendersi delle rivincite e che farebbero al caso del Torino. Come dicevo più che guardare i nomi bisogna conoscere le motivazioni, perché indossare la maglia del Toro implica un certo atteggiamento mentale importante quindi può arrivare il grande giocatore o quello sconosciuto, ma fondamentale è che chi arriva abbia la mentalità giusta per approcciarsi a una realtà che, secondo me, non è come tutte le altre. Per esser un giocatore del Toro bisogna avere lo spirito giusto e non è facile per la società trovare questa tipologia di calciatori. Ai miei tempi quando sono stati presi Annoni, Bruno, il sottoscritto, ma anche tanti altri non eravamo nomi eclatanti che potessero far sognare i tifosi, però eravamo giocatori che hanno dimostrato un grande attaccamento alla maglia avendo capito cosa significava indossarla. La società deve cercare di trovare calciatori di questo tipo anche se non è facile al di là del nome, del costo del cartellino e dell’ingaggio”.
Rinforzarsi per raggiungere obiettivi superiori è comune a tutte le società, quindi lo sforzo del Torino dovrà essere maggiore?
“E’ normale che tutte le squadre provino a rafforzarsi in modo da recuperare posizioni in classifica, ma non è facile e di conseguenza non lo sarà anche per il Torino, però va data un’impronta da subito in modo che tutti dimostrino di essere attaccati alla maglia granata. Per un giocatore nuovo la cosa più difficile è capire cosa significa andare in campo con questa maglia, cosa chiedono i tifosi, quello che si deve dare per la storia di questa società, chi ci riesce ottiene subito la vicinanza dei tifosi che è importante e viene ricompensato dall’affetto e dal calore della gente”.
Cambiando argomento, lei continua ad allenare i ragazzi?
“Sì, allenare i ragazzi mi è sempre piaciuto avrei voluto farlo nel settore giovanile del Torino, ma non è stato possibile così ho percorso altre strade. Ho anche allenato ragazzi più grandi, ed è stata un esperienza bellissima, ma al momento per me la cosa più importante è calcare un campo di calcio e la differenza è che ai bambini e ai ragazzi s’insegna il calcio, mentre quelli più grandi si allenano ed è un discorso diverso. Insegnare calcio non solo mi piace, ma mi dà grandi soddisfazioni”.
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