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ESCLUSIVA TG – Pecci: “Torino-Bologna? Il pronostico è tutto pro Toro”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Eraldo Pecci è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pecci calcisticamente è cresciuto nelle giovanili del Bologna e dal 1973 al ‘75 ha giocato in prima squadra, per poi trasferirsi al Torino fino al 1981 e dopo essere andato alla Fiorentina e al Napoli è ritornato al Bologna dall’86 all’89. Terminata la carriera di calciatore si è occupato di edilizia e contemporaneamente ha fatto per anni il commentatore tecnico in trasmissioni televisive della Rai e di Mediaset e l’editorialista del quotidiano “Il Giorno”. Spesso è stato nominato dai tribunali in qualità di perito per la valutazione del parco giocatori delle società calcistiche. Lo scorso aprile ha pubblicato il suo primo libro “Il Toro non può perdere” edito da Rizzoli, dove racconta episodi vissuti quando giocava e in particolare del campionato 1975-1976 quando con il Torino, dopo un avvincente duello con la Juventus durato tutta la stagione, vinse lo scudetto. Con Pecci abbiamo parlato della partita che domenica vedrà opposto il Torino al Bologna.

 

Il Torino lotta per un posto in Europa League e il Bologna per non retrocedere, come vede la partita fra le sue ex squadre?

“Le partite dicono che oggi il Torino è una squadra migliore del Bologna in assoluto e vive anche un buon momento. Il Bologna è invece in una fase altamente negativa e quindi sembrerebbe che il pronostico sia a senso unico, poi è chiaro le partite si debbono giocare, però tutto è dalla parte del Toro”.

 

Quando ci sono gare come questa dove il pronostico è molto sbilanciato da una parte, quale delle due squadre effettivamente rischia di più?

“Il discorso è semplice come tirare il rigore: se segni hai fatto solo il tuo dovere, se lo sbagli sei un piccione. Ci sono più rischi rispetto ai vantaggi però è chiaro che se a fine anno si vanno a fare i conti si vede che la maggior parte dei punti sono ottenuti con squadre di questo tipo rispetto a quelli conquistati con le grandi, perché magari con le formazioni più forti si vince una partita, ma gli obiettivi si raggiungono vincendo con le altre, con squadre come il Bologna”.

 

Da una parte Cerci e Immobile e dall’altra Diamanti, saranno questi i giocatori che decideranno la partita?

“Direi di no, perché non stiamo parlando né di Maradona né di Messi e Cerci, Immobile e Diamanti non sono giocatori che vincono le partite da soli e non ci sono calciatori in queste due formazioni che possano da soli fare la differenza. Torino e Bologna sono squadre che spesso lottano da metà classifica in giù e hanno qualche giocatore come quelli di cui stiamo parlando che possiedono qualche qualità in più dei compagni e danno una mano. Il Torino è ben costruito e Cerci e Immobile ogni tanto fanno qualche acuto grazie, come dicevo, alle qualità superiori che hanno, però è tutta la squadra che conquista i punti: questi due giocatori servono al gruppo e il gruppo serve a loro per potersi esprimere su certi livelli. Il Bologna se ha diciotto punti ed è al quart’ultimo posto vuol dire che i suoi tenori non hanno tutta questa grande voce e di acuti ne fanno pochi”.

 

Il Bologna quindi deve temere più se stesso?

“Il Bologna sta passando un brutto periodo e sta provando a ritrovarsi, è un anno che oltre a non possedere in generale una grande qualità ha anche qualche giocatore che ha reso meno delle aspettative. Però penso che ci siano della squadre che sono peggio del Bologna per cui ha le sue possibilità di giocarsi la salvezza e anche domenica se sarà attento a difendersi e poi a contro-attaccare dovrebbero esserci condizioni abbastanza ideali, disputando la partita in trasferta non ha il dovere, come accade quando si è fra le mura amiche, di imporre il proprio gioco e di segnare. Lasciando fare il gioco agli avversari e adattandosi pronti a ribattere la partita sulla carta è abbastanza facile da interpretare, poi se si hanno minori qualità non la si vince, però almeno la difficoltà non sta nell’interpretazione”.

 

Bianchi che per la prima volta torna a giocare a Torino da avversario avrà forse qualche motivazione in più?

“Non so, io ho giocato in diverse squadre e quando tornavo da avversario avevo le stesse motivazioni di tutte le altre domeniche, si fa un lavoro che piace in una squadra alla quale tieni e di fronte si ha un avversario che si rispetta quindi si gioca la propria partita. Le motivazioni dell’ex sono luoghi comuni che non mi sento di discutere”.

 

Il Torino riuscirà a conquistare un posto utile per l’Europa League?

“Il Torino è una squadra solida che non prende molti gol e ha una sua impostazione e anche nei momenti di crisi ha la sicurezza data dall’avere un certo modo di stare in campo per cui se la può giocare. E’ una formazione più che dignitosa, ma non so se conviene più di tanto che acceda all’Europa League, comunque, ripeto, se la può giocare fino alla fine”.