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ESCLUSIVA TG – Selvaggi: “Cagliari e Torino andranno in campo motivati a vincere”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Franco Selvaggi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Selvaggi è un ex calciatore, Campione del Mondo nel 1982, che ha giocato nel Cagliari dal 1979 al 1982 e poi nel Torino dall’82 all’84. Terminata la carriera agonistica è diventato un allenatore, ha ricoperto incarichi presso la Federcalcio e fino a due anni fa era il capo degli osservatori del Cagliari. Con lui abbiamo parlato della sfida fra le sue due ex squadre.

 

Come affronteranno la partita Cagliari e Torino visto che i sardi arrivano da tre sconfitte e i granata dal pareggio con la Roma capolista e la classifica è parecchio corta soprattutto nella parte finale?

“Siamo ancora agli inizi del campionato e avere tre o un punto dalle terz’ultime non è così indicativo. Cagliari e Torino affronteranno la gara per vincere e avranno motivazioni identiche al di là delle tre sconfitte consecutive o del pareggio con la Roma e della classifica, in questo periodo ogni squadra cerca di racimolare punti per stare tranquilla più avanti nel corso del campionato”.

 

Il Torino ha già alternato più di un modulo partendo da quello di base, il 3-5-2, questo inciderà sul gioco della squadra e lo farà anche questo pomeriggio?

“Il Toro ha un ottimo allenatore e alle volte lo schieramento è anche dovuto agli infortuni e alle caratteristiche degli avversari e di conseguenza non credo che possa incidere il cambiamento del modulo. Piuttosto credo che la sosta per gli impegni della Nazionale farà bene a tutte e due le squadre, soprattutto perché la prima fase della stagione è stata dura per tutte le formazioni di serie A, la sosta serve sempre per rifiatare e per poter recuperare gli infortunati. Il Torino è una buona squadra e ha un giocatore veramente forte: Cerci. Non a caso Cerci è un nazionale, giocatore interessantissimo, e il Torino deve saperlo valorizzare come sta facendo”.

 

Quali insidie potrebbero esserci per Cagliari e Torino oggi in campo?

“Sarà più preoccupato di perdere il Cagliari che arriva da tre sconfitte consecutive, però anche il Torino non giocherà con meno intensità o determinazione. E’ una partita che verrà affrontata con molta foga, perché, ripeto, sono due squadre che in qualche maniera disputeranno un campionato tranquillo in quanto sono formazioni affidabili e di buon livello”.

 

L’ultima partita fra Cagliari e Torino fu molto rocambolesca, con tanti rigori e terminò con la vittoria dei sardi e lasciò anche qualche polemica. Ci sarà voglia di rivalsa da parte granata?

“Nel calcio di partite rocambolesche ce ne sono state tante, mi ricordo che quando giocavo nel Toro vincemmo un derby con la Juventus in tre minuti e mezzo ribaltando il risultato, ebbi l’onore di parteciparvi e fu una partita entusiasmante e dopo quella gara credo che nel calcio possa accadere di tutto. Quella fu una partita incredibile, voglio dire che ogni match ha la sua storia e quindi anche il quattro a tre dello scorso campionato ci sta. I tifosi del Torino sono abituati alle partite al cardiopalma e credo che le gare emozionanti siano più belle di quelle noiose che finiscono zero a zero senza nessun tiro in porta”.

 

Prima diceva che Cagliari e Torino possono disputare un campionato tranquillo, nel senso di anonimo o che possono togliersi qualche soddisfazione?

“Con qualche soddisfazione perché le due squadre hanno buoni giocatori e possono fare di più di ciò che hanno fatto finora, anche perché, devo dire la verità, credo che questo sia uno dei campionati dal punto di vista tecnico dove non ci sono grandi squadre e infatti non mi sta entusiasmando, di conseguenza Torino e Cagliari possono ritagliarsi uno spazio togliendosi appunto delle soddisfazioni. Non c’è molta differenza fra le squadre di vertice e quelle di centro classifica come lo sono Cagliari e Torino”.

 

Cambiando argomento e parlando di lei, continuerà a fare l’osservatore oppure tornerà ad allenare?

“In questo momento sono in attesa, ma vorrei tornare a fare l’allenatore perché mi piace stare in campo”.


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