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ESCLUSIVA TG – Torrisi: “Tifosi date tempo a Cairo che sta costruendo qualche cosa d’importante”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Fortunato Torrisi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Torrisi, attualmente allenatore nel centro sportivo Portonaccio a Roma, ma ex centrocampista del Torino nella stagione 1982-83 e autore del famoso gol del tre a due nel derby che permise al Toro di ribaltare in tre minuti e quaranta secondi il risultato della partita con la Juventus, abbiamo parlato della sua ex squadra e della partita con il Catania, formazione nella quale militò l’anno successivo a quello trascorso in granata.

 

Il Torino ormai salvo da tempo domenica affronterà il Catania che chiude la classifica e sta disputando un campionato che definire disastroso non è eccessivo. Lei da doppio ex come vede questa partita?

“Purtroppo il Catania è in una situazione molto difficile, qualche tempo fa aveva avuto un periodo di crescita tra fine gennaio e metà febbraio però per il resto la stagione è stata costellata da alti e bassi, soprattutto questi ultimi e francamente non mi aspettavo che disputasse un campionato di questo tipo e da siciliano mi dispiace. Fino alla fine tutto può succedere, ma in questo momento si trova in una situazione critica e se non riuscirà immediatamente a ribaltare la situazione sarà difficile che si salvi.
Per il Torino sono felicissimo, in granata ho passato un campionato strepitoso, e quest’anno la squadra sta vivendo una stagione incredibile grazie a un’ottima formazione e a onor del vero bisogna dire che gli mancano non meno di quattro-cinque punti in classifica che l’avrebbero messo nella condizione di poter lottare per accedere all’Europa League. Purtroppo gli episodi spesso e volentieri condannano chi meriterebbe qualche cosa di più, però il calcio è fatto così e oggi toglie e magari domani dà. Il Torino in questo momento è in una condizione fisica ottimale e penso che domenica potrà fare la partita puntando su quattro-cinque giocatori che stanno evidenziando in modo importante le loro qualità, mi riferisco in particolare a Cerci e Immobile che possono cambiare in ogni istante il corso di una partita. Quindi il Torino ha il vantaggio di poter sfruttare la situazione veramente critica del Catania e giocare con uno spirito diverso da quello dei siciliani. Penso che con il Torino per il Catania sia l’ultima spiaggia e a malincuore per la delicatezza della situazione devo dire che non sarà facile ottenere un risultato pieno”.

 

Lei a Torino è ricordato per il terzo gol che permise al Toro di vincere un derby che è entrato a far parte della storia del calcio italiano.

“Sì, si tratta di quegli episodi che rimangono indelebili nella vita della società e del calciatore. Ricordiamocelo così com’è perché è stato soprattutto un’esperienza incredibile poiché ribaltare un risultato da due a zero a tre a due è valso una parte di storia che difficilmente può essere cancellata. Noi del Torino ci avevamo messo il cuore e l’anima, c’era lo spirito di non mollare mai, che a differenza di altre squadre è determinante per il Toro e di conseguenza nonostante la differenza a livello tecnico fosse a favore della Juventus riuscimmo a cambiare le sorti della partita. Quello spirito di non mollare mai esiste ancora e continuerà ad esistere nella storia del Torino. Una parte della mia vita rimane al Toro, ma avendo vissuto fino a quindici anni a Catania è comprensibile il dispiacere che provo nel vedere che è rimasta l’unica squadra siciliana in serie A e che sta passando un periodo negativo, spero che si possa riprendere al più presto perché è un club che merita di stare nella massima serie. Auguro quindi al Catania che si possa rifare il prima possibile, però vedendo la classifica mi rendo conto che non è facile, è molto dura”.

 

Visto che per lei Catania-Torino sarà una partita un po’ particolare non faccia un pronostico, ma dica se si aspetta qualche cosa.

“Come dicevo per il Catania è l’ultima occasione per vedere se può mantenere vivo uno spiraglio di speranza per continuare a lottare per restare in serie A. Qualunque sarà il risultato comunque per me ci sarà rammarico per una o l’altra squadra perché sono molto legato al Torino, ma sono anche molto affezionato al Catania. La situazione dei catanesi è drammatica, ma il Torino deve continuare a percorrere la strada che ha intrapreso per riuscire nel giro di qualche anno a ricostruire una squadra importante come lo è stata nei vecchi tempi”.

 

Il suo augurio per il Torino è identico a quello di tutti i tifosi granata.

“Come dicevo, se quei quattro o cinque punti che non sono arrivati per cause non inerenti al gioco del Torino non mancassero oggi il Toro lotterebbe a pieno titolo per l’Europa League. Ritengo che Cairo stia facendo bene e man mano sta cercando di costruire una squadra sempre più importante, cosa non facile visto la crisi economica che c’è in giro per il mondo. Ci vorrà del tempo prima di riuscire a formare una squadra che possa far gioire i propri tifosi e bisognerà partire dagli attuali campioncini che ci sono per poi rinforzare ulteriormente l’organico. Oggi il Torino è già abbastanza competitivo e per dirlo basta vedere come gioca e il cuore che ci mette in ogni partita. Ai tifosi dico: date tempo a Cairo perché sta costruendo qualche cosa d’importante”.

 

Quindi lei è fiducioso sul futuro del Torino?

“Sì, lo sono sempre stato. Qualche anno fa si erano commessi degli errori in sede di campagna acquisti cosa che è stata corretta negli ultimi due anni, pur non spendendo delle cifre astronomiche si è allestita una compagine che può avere un futuro. Come in tutte le cose quando si pensa di raggiungere l’obiettivo dell’Europa League o anche oltre si deve mettere mano al portafoglio in modo che piano piano si formi nel giro di due-tre anni un gruppo che dia delle soddisfazioni. Se si vuole costruire qualche cosa d’importante i punti di partenza sono Cerci, Immobile e Darmian. Nessuno a inizio stagione s’aspettava che Immobile potesse esplodere in questa maniera, ma per chi lavora nel calcio era risaputo che Immobile avesse delle grandi qualità e doveva solo crearsi un po’ d’esperienza giocando con continuità in modo da riuscire a diventare un calciatore importante. Oggi non si raggiunge la Nazionale se non si dà qualche cosa di diverso come sta facendo Immobile o anche Insigne, quando giocavano nel Pescara dissi che sarebbero arrivati in Nazionale nel giro di qualche anno, Insigne già c’è e il prossimo sarà Immobile”.

 

Parlando di lei, dopo aver smesso di giocare è diventato un allenatore, adesso è in procinto di sviluppare un nuovo progetto sportivo a Roma, vero?

“Ho iniziato ad allenare nel settore giovanile della Lazio raccogliendo grandi soddisfazioni perché in tre anni avevo costruito una squadra che ha portato ben sette calciatori a giocare in serie A: Pinzi, Domizzi, Marco Pisano, Berrettoni, Minieri, Concetti e Di Fiordo.  Poi ho allenato per sei-sette anni in serie C e adesso ho ricominciato con i ragazzini nel centro sportivo Portonaccio a Roma per creare qualche cosa d’importante perché in Italia c’è una carenza di giovani che si dedicano a questo sport e si ha la necessità di costruire nuovi giocatori e fare in modo che possano frequentare una scuola calcio di prima qualità. A parte le scuole calcio delle grosse società di serie A e B di vivai importanti non ce ne sono quasi più, per questo noi qui a Roma cercheremo di costruire da zero una realtà di livello, oggi gli allenamenti si svolgono su diversi campi, ma alla fine di giugno ci verrà consegnato un nostro campo e cambieremo anche nome al centro sportivo e soprattutto avremo la possibilità di affiliarci a una squadra di serie A, però per il momento di più non posso svelare”.


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