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ESCLUSIVA TG - Alessandro Dell'Orto (Libero): "Atalanta, altra dimensione"

di Federico Danesi

Alessandro Dell'Orto non è solo il gran cerimoniere della redazione sportiva di Libero, ma anche un fenomenale cantastorie e amico da una vita di Mattia Feltri. Entrambi bergamaschi, anche se il secondo ha scelto il Toro mentre lui ha preferito rimanere fedele alle origini e dell'Atalanta sa tutto.

Alessandro, quelli del Toro e dell'Atalanta sono due progetti simili, solo sviluppati in modo diverso?

"Forse lo era l'idea di partenza, di sicuro non lo sviluppo, per due motivi fondamentali. Il primo è legato all'allenatore: Mazzarri è uno buono, in carriera l'ha anche dimostrato dove è stato. Gasperini invece è un genio del calcio. Riesce a valorizzare giocatori, giovani o meno, facendoli rendere anche più del massimo che potrebbero dare. loro lo seguono e diventano grandi, anche forse senza averne propriamente i mezzi. Pensate a gente come Gagliardini, Conti, Caldara, Cristante. Lontano da Bergamo, anche se per motivi diversi, hanno fatto fatica".

E l'altro motivo?

"Credo sia ora di sfatare un falso mito. L'Atalanta da 3-4 anni è entrata i una realtà diversa, una dimensione europea. Certamente fino all'inizio di questo ciclo era un club che doveva far forza sul suo settore Giovanile, buttare dentro giocatori in Prima Squadra, farli anche rebdere sul mercato. Adesso se guardate la formazione, al massimo possono essercene un paio che arrivano dalla Primavera. Lo stesso caso Kulusevksi lo dimostra e comunque Percassi ha incassato molto bene, quindi alla fine ha avuto ragione lui".

Atalanta come modello, quindi, anche per il Toro?

"Ognuno deve guardare in casa propria, però la crescita è evidente. Dal mercato sono arrivati giocatori come Gosens, Castagne, Hateboer sui quali forse non avrebbe scommesso nessuno. Hanno avuto il tempo di crescere, anche di sbagliare, ma sono entrati in una dimensione nuova, Come il club, che in Europa ci sta benissimo perché ragiona con quella mentalità. Meno bergamasco, più internazionale, ai tifosi sta bene così se poi i risultati sono questi".

E in campo trovi similitudini tra Toro e Atalanta, al di là della classifica?

"Difficile, perché la squadra di Gasperini da quattro anni gioca praticamente a memoria e tutti sanno perfettamente cosa fare. Non sempre riesce ma quando è così, spettacolo e risultati arrivano. Non è facile, può funzionare solo con questo sistema. Mazzarri è lì da meno tempo ma sembra che non ci siano questi automatismi".

Quindi tutti aggrappati a Gasperini, finché dura...

"I cicli finiscono, credo che qui la società stia già lavorando per rinnovare e preparare il terreno per dopo anche se Gasp se lo tengono stretto".

Anche con lo stadio, è stato un successo, quello che è sempre mancato a Cairo. Te lo aspettavi?

"Pur rifacendo tutto sono riusciti a creare un ambiente perfetto, è tornata la bolgia Atalanta e al di là dell'ultima gara con la SPAL, ci vede".

Infine dicci due nomi che secondo te decideranno da una parte e dell'altra la partita di sabato.

"A me piace molto De Silvestri, quindi per il Toro ti dico lui. E dall'altra parte Gosens, anche perché si incroceranno in fascia. Credo che la partita si possa vincere sugli esterni, sarà un bello scontro".


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