ESCLUSIVA TG – Asta: “Il Torino supererà le difficoltà con la mentalità vincente”
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Antonino Asta è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Asta, è un allenatore, ha militato nel Torino dal 1997 al 2000 e, dopo una breve parentesi di qualche mese al Napoli, ha continuato a giocarci fino al 2002. Terminata la carriera da calciatore dal 2005 al 2012 ha allenato prima gli Allievi Regionali, poi quelli Nazionali e infine la Primavera del Torino per passare poi ad allenare prime squadre. Con lui abbiamo parlato della crisi di risultati che sta vivendo la squadra granata.
Il Torino ha conquistato solo due punti nelle ultime sei partite un calo è comprensibile, però appare un po’ eccessivo. Lei che cosa ne pensa?
“In serie A, come tutti sanno, partite facili non ce ne sono, basta pensare che il Torino ha perso a Modena con il Carpi. Però, a mio avviso, il periodo no del Toro riguarda i risultati e non le prestazioni, infatti, con la Juventus e l’Inter meritava molto di più, anche se ha perso così come sta stretto il pareggio con il Genoa. Nelle ultime gare ha raccolto meno di quanto ha seminato e magari nelle prossime con Atalanta e Bologna creerà meno e porterà a casa più punti, il calcio è questo. Penso che il momento no sia fisiologico e che passerà perché la squadra gioca bene”.
Gli infortuni accaduti a tanti giocatori hanno avuto un peso determinante nello scivolare nella parte destra della classifica?
“Sicuramente hanno inciso un po’ sulle prestazioni e sui risultati perché gli infortuni sono accaduti a molti giocatori anche importanti come Maksimovic e Avelar. In più partite la rosa non è stata al completo e anche in occasione di turni infrasettimanali quando c’era bisogno maggiormente dell’aiuto di tutti e ciò non ha permesso di giocare al Torino in un certo modo e indubbiamente si è trattato di un danno. In situazioni come queste bisogna tenere botta il più possibile sperando che i giocatori guariscano al più presto”.
Il Torino ha subito più gol rispetto all’anno scorso, diciotto, e ne ha realizzati un buon numero, diciassette, però nelle ultime partite, a parte i tre al Genoa, c’è stato un calato. Quagliarella e Maxi Lopez finora ne hanno realizzati solo sei, è vero che Baselli ha sopperito con i suoi quattro così come altri giocatori, ma gli attaccanti segnano poco. E’ un problema?
“E’ vero, i numeri sono questi e purtroppo nel calcio contano e incidono sui risultati. E’ strano perché di solito le squadre di Ventura sono molto attente in difesa e prendono pochi gol, mentre quest’anno qualche cosa è cambiato. In attacco effettivamente sono mancati un po’ i gol degli attaccanti, va bene Baselli che s’inserisce e segna, però venendo meno le reti degli altri non basta che sopperiscano centrocampisti e difensori, adesso c’è bisogno dei gol degli attaccanti che sono determinanti per portare a casa certe partite. Con più reti degli attaccanti sommato magari a qualche gol in meno subito il Torino può tornare a marciare”.
I granata dal poter essere primi in classifica sono scivolati nella parte destra della graduatoria con soli quattro punti in più del Frosinone terzultimo. E’ vero che sono a sette lunghezze dal Sassuolo che è quinto, in zona Europa League, però le squadre che si trovano in una manciata di punti sono tante. Ci vuole un attimo per risalire, ma anche niente per scendere ancora.
“Già è cosi, con i tre punti per la vittoria si passa da una situazione positiva a una traballante con estrema rapidità. L’avvio di stagione del Toro è stato esaltante e forse ha dato a tutti noi la speranza di poter raggiungere traguardi molto importante e poi però c’è stata una perdita di terreno, ma, secondo me, il Toro è una via di mezzo fra queste due situazioni. Può stare a ridosso della zona Europa League tra la settima e la nona posizione per giocarsi tutto nelle giornate finali della stagione. Il Torino è una squadra ottima che sta vivendo un momento di crisi di risultati che finirà. E’ normale chiedersi quale sia il vero Toro e, come dicevo, non è lo schiacciasassi d’inizio campionato, ma nemmeno una squadra che non riesce più a vincere, è una via di mezzo, ha buoni giocatori e un ottimo allenatore e quindi tornerà nella parte sinistra della graduatoria dove merita di stare per il gioco e per la qualità dei calciatori e si giocherà fino all’ultimo qualche cosa d’importante”.
Le prossime due partite con Atalanta e Bologna, squadre alla portata, diventano fondamentali e non basterà al Torino solo ottenere pareggi deve vincere. Anche per lei è così?
“Sì, ma attenzione l’Atalanta non è quella dello scorso campionato e sta facendo molto bene e giocare a Bergamo credetemi non è assolutamente facile, è un campo sempre ostico per il Toro per tanti motivi. Ma è logico che in queste due partite il Torino debba portare a casa più punti possibili, ma ricordiamoci che con i tre punti a vittoria una sconfitta e una vittoria valgono tre punti e due pareggi solo due. Allo stesso tempo però la sconfitta non dà serenità e ha risvolti di altro tipo rispetto al pareggio che comunque, anche se poco, muove la classifica. La mentalità fa la differenza, a me piace giocare con il pensiero che voglio sempre vincere e poi posso anche perdere una partita, però ne devo vincere più di quelle che pareggio, così ho più punti in classifica. Avere il pensiero di giocare in tutti i campi per vincere è fondamentale, l’aritmetica non si può cambiare e la differenza fra una vittoria e un pareggio sono due punti e sono tanti. La mentalità del Torino deve essere quella di vincere con Atalanta e Bologna se poi perde, ahimè, una delle due partite pazienza, ma se va in campo accontentandosi del pari finisce per ottenere un punto in meno rispetto a una sola gara vinta. Lo ripeto, secondo me è questione di mentalità: vincere dappertutto sapendo che si può perdere, ma la vittoria porta più punti. In questo momento il Toro se vuole di nuovo ritornare a essere quello d’inizio del campionato deve cercare di attaccare pur sapendo che può concedere qualche cosa agli avversari”.