ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “Con “La Partita della Leggenda” e altri eventi stiamo cercando di ricreare il Toro con la sua cultura, i valori e la Storia”
Fonte: Elena Rossin
L’avvocato Pierluigi Marengo è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Marengo, presidente dei “lodisti” nell’estate del 2005, noto tifoso granata e segretario dell’Associazione Ex Calciatori Granata Onlus, abbiamo parlato del Torino prendendo spunto dalla “Partita della Leggenda” che si è svolta quattro giorni fa tra le Glorie Granata e Artisti & Amici Granata con lo scopo di raccogliere fondi per portare al Filadelfia il Museo del Toro che esiste grazie ai volontari dell’Associazione Memoria Storica Granata e che da anni è ospitato a Villa Claretta Assandri in via G.B. La Salle 87 a Grugliasco, comune in provincia di Torino.
”La Partita della Leggenda” è stato un evento meraviglioso, ma che cosa ha lasciato all’Associazione Ex Calciatori Granata?
“Al di là che è stato un evento che è andato benissimo e mi viene difficile ricordare una giornata granata come quella di mercoledì con gli spalti del Filadelfia pieni di tifosi del Toro e con la storia del Toro in campo, credo che di più non si potesse volere. E poi c’è stata con una tripla partecipazione organizzativa: Vertigo Spettacoli, che sono coloro che si sono fatti carico dell’organizzazione spicciola dell’evento, il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, che è stato presente come organizzazione oltre che beneficiario, e poi noi dell’Associazione Ex Calciatori Granata. Per noi dell’Associazione è un percorso che abbiamo intrapreso l’anno scorso con il “Pallone Granata” assegnato davanti alle autorità cittadine nel grattacielo della Regione Piemonte e che è andato avanti con “La Partita della Leggenda” e che dopo l’estate proseguirà con la seconda edizione del “Pallone Granata”, che con tutta probabilità si farà di nuovo in un contenitore che non sarà il Filadelfia o il grattacielo della Regione, ma in uno altrettanto prestigioso. L’Associazione sta cercando attraverso questi eventi grossi, che si uniscono ad altri eventi più piccoli, di divenire e di essere un riferimento assoluto per le istituzioni torinesi, al “Pallone Granata” avevamo il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, presenti per tutto l’evento, e mercoledì il Prefetto di Torino Donato Cafagna. I massimi livelli istituzionali devono vedere nell’Associazione Ex Calciatori Granata un ente che è quasi istituzionale, pur essendo privato, e dall’altra parte stiamo cercando di essere quel Toro che la società Torino Fc non è”.
Mercoledì alla “Partita della Leggenda” a parte Alberto Barile, direttore operativo, e Piero Venera, responsabile dell’ufficio stampa, del Torino Fc non c’era nessun altro?
“Sono passati Davide Vagnati e Emiliano Moretti, anche se erano diretti ad altri eventi che si svolgevano in contemporanea. Noi in qualche modo di fatto facciamo il gioco anche del Torino Fc perché creiamo eventi che altrimenti non ci sarebbero e comunque su qualunque evento sventola la bandiera del Toro e in qualche modo si va a ricollegare al Torino Fc come dato di massima. Scendendo nello specifico noi diamo indubbiamente fastidio perché questi eventi non piacciono a una Società che si vede superata. Noi mercoledì abbiamo ampiamente superato la Società nel rappresentare il Toro, questo, credo, sia un dato oggettivo. La Società non è mai riuscita a riempire gli spalti del Filadelfia mettendo in campo ciò che abbiamo fatto noi. Ricordo la cerimonia per i quarant’anni dello scudetto fatta allo stadio Grande Torino Olimpico nell’intervallo di una partita con la presenza di qualche giocatore: ecco questa è la Società, noi siamo un’altra roba. Noi abbiamo la Storia e noi lavoriamo tutti i giorni non solo per mantenerla viva bensì anche per incrementarla con sempre più personaggi di primo rilievo che partecipano: alcuni in campo e altri come testimonial. E’ chiaro che non si possano mettere in campo persone ultra settantenni, ma partecipano come testimonial della Storia Granata”.
In tutti, sia nelle Glorie Granata sia negli Artisti & Amici Granata, si è vista brillare nei loro occhi la gioia di essere presenti per il nobile fine di contribuire a portare il Museo del Toro al Filadelfia.
“Al di là della nobiltà dello scopo della raccolta fondi per il Museo, brillavano gli occhi anche per altro. Mi spiego, se avessi organizzato una partita e in campo ci fossero state quindici persone che mai hanno giocato in Serie A e che hanno fatto qualche partita nella Primavera gli Artisti & Amici Granata non avrebbero avuto quella luce negli occhi, invece avevano quella luce negli occhi perché dall’altra parte hanno trovato veramente la Storia del Toro, i giocatori che per davvero hanno fatto la Storia e questo farà sì che l’anno prossimo saranno ancora di più quelli che vorranno partecipare. Quando si parte con il piede giusto raddoppi l’anno dopo. Delle Glorie Granata c’erano 54 giocatori dei quali 35 di primo livello che hanno giocato in Serie A: su tratta di tre barra quattro generazioni di calciatori felici di esserci. E va detto che almeno cinque non erano presenti, ma erano molto assolutamente dispiaciuti di non esserci, uno su tutti Paolo Pulici che per questioni familiari non è potuto essere presente, un altro Alessandro Gazzi e poi Ciccio Graziani che aveva impegni, ma ha comunque rilasciato una bellissima intervista sulla “Partita della Leggenda” e Roberto Salvadori è come se ci fosse stato. Li abbiamo rimessi veramente tutti in campo ed è una cosa grandiosa. L’anno prossimo anche gli ex saranno persino di più, sono convinto che ci sarà Dossena, per dire un nome. Se avremo qualche soldo da spendere, secondo me, ci sarà Leo Junior, a lui chiaramente va pagato il volo dal Brasile. Ripeto, quando parti bene come siamo partiti l’anno dopo diventa tutto più facile. Se alcuni sono stati chiamati tre volte quest’anno, il prossimo basterà un messaggino”.
Tutto questo è successo in un’annata in cui l’attuale Torino ha avuto alti e bassi ed è arrivato al 9° posto in campionato e non è riuscito ad accedere agli spareggi di Conference League poiché la Fiorentina non ha vinto questa coppa.
“A noi per questo evento di quello che fa il Torino Fc non ci interessa, come dicevo noi stiamo cercando di ricreare il Toro, la cultura Toro, i valori Toro e la Storia Toro. Il Torino e il suo campionato sono altra cosa rispetto a questa attività che stiamo svolgendo ormai da un paio d’anni in modo molto forte tanto da essere riconosciuti a livello istituzionale da Regione Piemonte, Provincia, Città di Torino, Prefettura e Questura ed essere ritenuti dai tifosi l’anima Toro vera. La frase che ho sentito pronunciare di più dai tifosi mercoledì è stata: finalmente c’è di nuovo il Toro sul prato del Filadelfia. Il Torino Fc faccia quello che vuole, ovvio che poi siamo tutti tifosi anche del Torino Fc.
Questa è stata la solita annata da metà classifica e non siamo arrivati decimi solo perché il Napoli ha cercato in tutti i modi di arrivare dietro di noi: Aurelio De Laurentiis a tre-quattro partite dalla fine aveva dichiarato praticamente che non voleva giocare le coppe europee e se è vero che prenderanno Antonio Conte di certo l’allenatore non voleva un Napoli in Conference perché dovendo ricreare la squadra non vuole il giovedì dover andare a giocare chissà dove e vuole potersi concentrare solo sul campionato e sulla Coppa Italia perché è un allenatore che vuole vincere. Se non fosse stato per il Napoli il Torino come l’anno scorso e quello prima sarebbe arrivato decimo. E poi comunque nell’era Cairo noi nelle coppe non ci siamo mai andati per nostri meriti perché in entrambe le volte siamo stati risucchiati dal tribunale che ha escluso una volta il Parma e una il Milan, ma all’epoca arrivammo comunque settimi e adesso che sarebbe bastato l’ottavo non lo abbiamo raggiunto e quindi niente coppe. Quando una società non ha ambizioni anche i giocatori non ne hanno”.
Questo è il suo giudizio su questa annata del Torino?
“Sì, ma non solo su questa o sulle due precedenti anche su quelle prima. Quando una società non si può pensare che dei ragazzotti di 18 o 20 anni che non sanno neppure dove sono, i calciatori di oggi non sono quelli che mercoledì c’erano sul prato del Fila e quasi tutti gli attuali della maglia non importa e sanno solo mettersi alle orecchie i cuffioni, come si vede quando scendono dal pullman, e tenere il telefonino in mano. Molti non sanno neppure in quale squadra giocano. E poi sono quasi tutti stranieri”.
Magari però qualche calciatore che fa eccezione c’è come Alessandro Buongiorno.
“Certo, ma l’eccezione è solo uno: Buongiorno. E poi? Gli altri sono quelli che a Superga il 4 maggio insultano i tifosi? L’eccezione si chiama Alessandro Buongiorno perché arriva da una famiglia di un certo tipo che è tifosissima del Toro, ho conosciuto il padre che è davvero un tifoso sfegatato del Toro e dico solo che per fare una foto con Claudio Sala ancora un po’ pagava. Ma poi succede che Alessandro sarà venduto e dovrà andare via. Tutto sommato per il ragazzo sono contento che vada via perché ha quasi 25 anni (il 6 giugno compirà gli anni, ndr) e può ottenere il contratto clou della sua vita calcistica perché può strappare minimo un triennale e forse anche un quadriennale: 25-29 anni è il centro della carriera per un calciatore e passarlo nel Torino arrivando al 10° posto in una Società senza ambizioni non è cosa e capisco se andrà via”.
Il Torino adesso però inizierà l’ennesimo nuovo ciclo con un nuovo allenatore e con alcuni giocatori differenti.
“Tutto già visto. Sono convinto che se arrivasse anche uno come Guardiola arriverebbe comunque al 10° posto. L’allenatore non va in campo e poi tecnici come Juric o altri non hanno nessun legame con la Storia del Toro e poi si ritrovano immersi in una Società senza un organico adeguato, raffrontato a quello degli altri club di Serie A, e dove sono stati “espulsi” tutti quelli che avevano radici granata, gli ultimi due Antonino Asta, anche se ha ancora un contratto in essere fino al 30 giugno, e Silvano Benedetti, prima anche Antonio Comi. Uno come Marco Ferrante non lo hanno neppure mai preso in considerazione. Quindi … Uno come Paolo Pulici in qualunque altra società sarebbe all’interno dell’organico, dovrebbe essere il presidente ad honorem come accadde a Gigi Riva al Cagliari. Il presidente ad honorem non ha alcun potere però rappresenta la società e credo che per uno come Pulici sarebbe il minimo che potrebbe ricevere dal Torino Fc. Questa è una società che “espelle” tutti quelli che hanno nel sangue il Toro o comunque non le interessa prenderli per cui dove si vuole andare anche se avessimo Guardiola? E poi vengono fatte campagne acquisti prendendo quattro scommesse e presentandole all’opinione pubblica come i nuovi Maradona, ricordo cosa dissero di Seck o di Ilic presentati come due dei più grandi giocatori della storia del calcio e poi tutti hanno visto quanto hanno reso. Ad agosto i nostri sono sempre dei Maradona numero due e poi quando li si vede in campo rispetto a Maradona praticano un altro sport. Tutti gli anni è così: rifai un ciclo, se così si può chiamarlo, ma non lo si rifà perché è sempre quello del 10° posto con il galleggiamento a metà classifica. A molti va bene, meglio quello che l’altalena di fine anni ’90, ma io personalmente preferisco l’altalena fra A e B degli anni ’90 con però i valori Toro dentro la squadra e la Società. Anche fare un anno di B non sarebbe la morte di nessuno però con valori e giocatori che a distanza di vent’anni ci sono per celebrare il Toro, come mercoledì Ferrante e Asta, anche nelle loro squadre c’era Toro, mentre oggi non c’è più: Toro zero. Questo è il dramma.
Abbiamo perso circa 700mila tifosi perché la depressione, la delusione porta rabbia in pochi e abbandono in tanti. Comunque siamo oltre 40 mila tifosi, però eravamo più di 1 milione. C’è ci si arrabbia, urla e sbraita, ma la maggioranza va a vedere la pallavolo o al cinema così non litiga con la moglie o il marito e non va più allo stadio. La maggior parte lascia perdere e risparmia i soldi di Dazn o Sky. Parlare di 20 mila persone allo stadio usando i bambini e i biglietti a 1 euro che sono tutti strumenti di marketing, chiunque è in grado di capirlo, significa ben poco. Fosse anche vero che non sia dovuto al marketing hai comunque 20 mila persone e cosa rappresentano? Un bacino che non esiste più. Una volta lo stadio è riempito con i bambini, un'altra da quelli delle Academy e un’altra ancora dai biglietti a 1 euro, in altre occasioni dai tifosi avversari e manca solo più di mettere i tifosi cartonati per far vedere che lo stadio è pieno: non significa avere un seguito con 20mila così sugli spalti. Purtroppo la Storia fa parte delle società di calcio e il calcio è una “bestia” strana perché ha un aspetto fortemente sociale quasi politico-territoriale e se si stacca la Società dalla sua territorialità, dal suo essere sociale in un’area, noi eravamo i Don Chisciotte, gli Asterix contro l’Impero Romano, gli indiani contro i cowboys, quelli che a mani nude combattevano i grandi poteri, allora togliendo tutto questo o si ottengono i risultati come fanno Juventus e Inter oppure sparisci e siccome il Torino risultati non ne ottiene non si riempie lo stadio o si fanno gli abbonamenti con i decimi posti noi di anno in anno di giorno in giorno stiamo sparendo sempre più. La mission che ci siamo dati come Associazione Ex Calciatori Granata è proprio quella di non far sparire la fiamma Toro”.