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ESCLUSIVA TG – Barra: “Cairo non venderà il Torino e fra un anno darà la presidenza al figlio”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Davide Barra

Davide Barra è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Barra è il presidente del Toro Club Punt Masin e fu uno dei 16 lodisti che nel 2005 salvarono il Torino dopo il fallimento. Con lui abbiamo parlato del momento del Torino e della possibilità che il club sia messo in vendita.

Alla ripresa del campionato il Torino affronterà il Monza e deve fare punti perché in campionato, dopo un inizio buono, ha perso le ultime 6 partite su 7 quindi è stato sconfitto nella metà delle gare finora giocate. Lei che squadra si aspetta in campo domenica?
“Quello che mi aspetto sempre dal Torino, a prescindere da chi sia al comando della squadra, dall'allenatore e dai giocatori: una squadra che gioca con il coltello fra i denti. Perché è quello che i tifosi in generale si aspettano dal Torino. E poi se dopo perdi, ma hai lasciato la pelle sul campo, va bene perché hai giocato cercando di fare di tutto per non perdere. Io la vedo così. E’ inconcepibile pensare che una squadra con la storia del Toro e il “tremendismo” che è la nostra prerogativa, o meglio che era la nostra prerogativa, sia diventata una caratteristica della parte avversa. Vedere un giocatore della Juventus che nel derby si fa 60 metri di campo senza che nessuno dei nostri lo contrasti permettendogli di girare come vuole e di tirare e segnare è inconcepibile. Se ci fosse stato uno che gli avesse fatto uno sgambetto, anche a costo di essere espulso, quel giocatore sarebbe stato un eroe per i tifosi del Toro. E poi perdi lo stesso, ma hai fatto vedere quel “tremendismo” che secondo me manca da anni ormai, non manca solo ultimamente”.
Persino nell'unica partita vinta nell'ultimo periodo, quella col Como, nel primo tempo il Torino è stato molle. Manca la ferocia agonistica?
“Diciamo che se il Como fosse stato in vantaggio per 3 a 0 alla fine del primo tempo non avrebbe rubato nulla. In quella partita, secondo me, abbiamo rubato noi trovando quel gol fortunoso con Njie, che ha avuto la prontezza di essere nel posto giusto al momento giusto. Altrimenti potevamo giocare 10 giorni di seguito e non avremmo segnato. Quello che mi fa specie, ne parlavo con i ragazzi del mio club, è il fatto che appena è mancato Zapata siamo diventati nessuno”.
Quindi lei attribuisce all'assenza di Zapata il fatto che la squadra sia diventata così poco performante?
“Prima dell’infortunio di Zapata non è che fosse tutto rose e fiori, però dopo abbiamo inanellato una serie di partite che veramente … Non so se fosse Zapata a portare quella voglia in più, quel modo di giocare diverso, non lo so. A mio avviso, i giocatori nuovi dovrebbero essere portati a visitare il Museo del Toro e farli stare un giorno lì in modo che gli venga raccontata la nostra storia affinché sappiano dove sono perché in squadra c'è gente che non sa neanche dove sia finita. Penso che un Borna Sosa o un Pedersen non sappiano nemmeno in che club sono, sanno che c’è stato il Grande Torino che è morto a Superga, fine. Il Toro ha una storia e un passato, ma se i giocatori non sanno quale sia la vera storia conoscendola dall’inizio alla fine non possono capire”.
La partita col Monza sarà in casa e arriva dopo un derby perso scendendo in campo senza dare quel qualcosa in più che dovrebbe naturalmente esserci in qualsiasi stracittadina. Secondo lei i tifosi come accoglieranno la squadra e cosa si devono aspettare i giocatori e l'allenatore?
“Partiamo dal discorso che comunque Vanoli fa con il fieno che ha. Non si possono comprare tre giocatori spendendo 10 milioni dopo averne venduti due, Buongiorno e Bellanova, e aver incassato più di 55 milioni. Faccio un esempio banale, se vendo una Ferrari che costa 100 mila euro e mi compro una Panda che ne costa 10 mila, di certo non avrò le stesse prestazioni che avevo con la Ferrari. Per questo Vanoli fa con il fieno che ha in cascina e quello che ha in cascina è quello che è. Prendersela con i giocatori non ha quindi senso, io sono sempre d'idea che i giocatori e l'allenatore sono da sostenere a prescindere. Se c'è da contestare va fatto nei confronti della società e delle scelte della società, del direttore sportivo e del presidente. E credo che la contestazione nei confronti di Cairo e della società vada avanti”.
Quindi i tifosi comunque sosterranno la squadra, salvo come è successo con la Fiorentina che a fronte di un prestazione non adeguata già dall'intervallo sono  arrivati fischi e cori che invitavano i giocatori a tirare fuori gli attributi?
“Ci possono stare i fischi e i cori perché chi va ad assistere a uno spettacolo ha diritto anche di criticare. Sono convinto da sempre che criticare a prescindere non sia giusto, infatti non ho mai sopportato i fischi arrivati ai giocatori prima ancora che scendano in campo già durante il riscaldamento o quando vengono dette le formazioni. Ma alla fine della partita ci sta il criticare, fischiare, contestare. Se i giocatori si sono impegnati e hanno giocato e poi alla fine è andata male come si dice la palla è rotonda e quindi ti può andare bene, ma anche male”.
In questo periodo ci sono tante voci e si parla di una possibile cessione della società o comunque l'ingresso di qualcun altro nella gestione del Torino. Voi come club Punt Masin cosa pensate al riguardo?
“Dico come la penso io perché sono mesi che vado avanti a pensarla in questa maniera. Cairo non ha nessuna intenzione di vendere a prescindere, poi se vende sarò il primo a dire bravo, hai fatto bene, te ne sei andato e hai fatto quello che dovevi. La mia idea è che la storia della Red Bull sia quasi quella dello sceicco di Abu Dhabi Mansour di qualche anno fa che poi in realtà è stata una bolla di sapone e infatti non è accaduto nulla eppure non mancava chi dicesse che era atterrato all’aeroporto di Caselle con un volo privato e che era pronto a firmare le carte per comprare il Torino. La mia personalissima idea è che Cairo non ceda il club e tempo un anno, forse anche meno, darà la presidenza al figlio più grande Federico e lui magari rimarrà come presidente onorario e darà una mano nella gestione della società. A meno che effettivamente non arrivi la Red Bull che mette sul piatto quei famosi 500 milioni, come si dice che Cairo abbia chiesto per cedere il Torino. Ma anche quella cifra mi sembra sia una bufala perché mi pare poco realistica nel senso che è eccessiva. Secondo me, noi tifosi, mi ci metto anche io, siamo talmente stufi di questo presidente che qualsiasi anelito di speranza su una possibile vendita a qualcuno ce lo facciamo andare bene. La Red Bull è diventata uno sponsor del Torino e lo ha fatto come accaduto per altre squadre senza necessariamente comprarle. E’ una partnership pubblicitaria fino a fine stagione, un tempo anche breve. E ha scelto il Torino perché c’era il legame dei nomi e dei simboli Bull e Toro. Adesso molti dicono che la Red Bull possa comprare il Torino, ma come diceva Andreotti: “Ne parlino bene, ne parlino male ma l'importante è che se ne parli”. Sono voci, si è anche detto di studio legale di Milano e di una banca, ma non è venuto fuori né il nome dello studio legale né quello della banca. Sui social ci sono articoli giornalistici che titolano che Cairo ha già venduto il Torino e parlano dei dettagli poi però se si legge tutto per bene non c’è scritto niente di concreto e si arriva persino a dire che forse non si tratta neppure di una cosa vera. Quindi di cosa stiamo parlando? La mia opinione vale esattamente come quella di chi dice che è sicuro che ha venduto il Toro alla Red Bull. Ripeto, Urbano Cairo, secondo me, fra un anno passa la mano al figlio, tanto ha sempre considerato il Torino il suo giocattolo, anche perché ha 67 anni e quindi si ritira e fa il presidente onorario mettendo la gestione del Torino nelle mani figlio che pare sia tifoso e innamorato del Toro. Io ero uno dei 16 lodisti e Cairo ha sempre detto che i soldi delle sue  aziende nel Toro non li avrebbe messi, allora nel 2005 non aveva ancora né La7 né RCS, e che il Toro doveva autofinanziarsi. Adesso il club è indebitato per 133 milioni di euro, come accade a tanti altri nel calcio che hanno debiti anche molto superiori. Il Torino non ha più neanche il famoso bilancio dello scudetto che tanto inorgogliva Cairo”.
Il Torino adesso ha due partite in casa, il Monza, la prima, e il Napoli e poi due in trasferta, il Genoa e l'Empoli che lo ha eliminato dalla Coppa Italia. Si sono giocate solo a 12 partite e con le prossime quattro si arriverà a 16 e non è neanche ancora finito il girone d'andata, ma ritiene che queste prossime gare possano essere cruciali per il Torino?
“Le partite sono tutte cruciali per il Torino, arriviamo da un filotto di partite perse e se non dai una svolta diventa dura, anche se vedo almeno tre squadre messe peggio di noi per cui non credo che possiamo rischiare di retrocedere. Però di sicuro se continui su questo trend poi ti ritrovi coinvolto nella lotta per la salvezza e quando cominci ad avere l’acqua alla gola subentra l’ansia da prestazione. Si deve trovare comunque la vittoria per cercare di togliersi dal rischio di finire nei bassi fondi. Diciamo che la Roma forse è messa peggio di noi pur avendo investito soldi nel mercato estivo e adesso è al terzo allenatore in pochi mesi quindi direi che sono messi peggio di noi. A me piace l’idea di squadra di Vanoli, di come mette in campo e fa a giocare i giocatori, ma il problema è la qualità dei giocatori che ha. Col Venezia ha fatto faville, pur non avendo anche lì chissà quali giocatori. Quello che mi stupisce è che non ha chiesto, magari però andrebbe saputo cosa dice in privato alla società, quando si è infortunato Zapata un sostituto. E’ vero che si potevano prendere solo svincolati però non dico Balotelli, ma qualcuno che avrebbe potuto venire e fare il suo lo si sarebbe potuto trovare. Anche perché poi abbiamo giocato buona parte della gara con la Fiorentina e tutta la partita con la Juventus senza Adams, anche lui infortunato. Quando la coperta è corta, tiri e tiri, ma i piedi stanno sempre al freddo”.
Si aspetta qualche rinforzo dal calciomercato di gennaio?
“Vanoli ha detto, in conferenza stampa dopo il derby, rispondendo alla precisa domanda se era davvero convinto che all’inizio del mercato, non l’ultimo giorno, la società sarà pronta a dargli i rinforzi che le servono “Sì, sì, ne sono convinto”. Da vedersi è che acquisti verranno fatti ed effettivamente quando perché se si arriverà al 31 di gennaio alle 18.45, con il mercato che chiude alle 19, a comprare qualcuno ai saldi di fine stagione non so proprio se servirà. O i rinforzi li prendi subito il 2 gennaio quando apre il mercato  oppure se spetti all’ultimo succede come accade quasi sempre, per non dire sempre, che prendi giocatori che non si rivelano utili. I mercati di riparazione non hanno mai risolto nulla e l'abbiamo visto anche negli anni indietro. Con Zapata che è fuori per tutto il resto della stagione devi comprare un attaccante che possa sostituirlo degnamente”.
Quindi lei si aspetta solo un attaccante o anche qualche altra tipologia di giocatore?
“Ma no, perché alla fine della fiera i giocatori sono quelli, speriamo che Schuurs possa tornare a disposizione presto, non so come sia messo con il recupero visto che sembrava che dovesse rientrare a giorni un mese fa e da allora si sa solo che è andato a Londra per farsi seguire e per il resto non si hanno notizie. Lui era un buon difensore e ha fatto il suo quando ha giocato, ma giocherà ancora? E anche Zapata all'età che ha (l’1 aprile 2025 compirà 34 anni, ndr) e dopo un infortunio del genere tornerà?”
Tutti si augurano che sia Schuurs sia Zapata non solo tornino a giocare, ma che possano farlo al top.
“Sì, Schuurs mi aspetto che torni e sia ancora al top, perché è anche più giovane, ma Zapata, che ha quasi 34 anni e dopo un infortunio così grave che lo terrà fuori almeno 7-8 mesi, non sono così sicuro che torni ad essere il giocatore di prima, anche se glielo auguro e lo spero. Sono tutte cose che solo con il senno di poi potremo capire come andranno a finire”.
Tornando al discorso di quali rinforzi si aspetta a gennaio, cosa dice?
“Un attaccante, come dicevo per il resto non mi sembra che ci sia tutta questa necessità di altri giocatori. Se poi saranno investiti 50 milioni di euro, cosa che non credo proprio accadrà, e saranno comprati 3 giocatori che ci faranno fare il salto di qualità tanto meglio, ma se alla fine saranno presi giocatori che sono l'alter ego di quelli che già ci sono tanto vale tenersi quelli che hanno”.